Chi è Gianluca Scamacca, centravanti dell’Italia agli Europei
Viene dalla miglior stagione della sua carriera, con l'Atalanta, e sarà titolare già nella prima partita della Nazionale
Negli ultimi anni un problema ricorrente della nazionale italiana maschile di calcio è stata l’assenza di un centravanti forte e funzionale al gioco della squadra. Al momento il calciatore in attività con più gol segnati in Nazionale è il centravanti della Lazio Ciro Immobile, che ne ha segnati appena 17 in quasi 60 partite. Immobile era l’attaccante titolare anche agli Europei vinti del 2021, ma a detta di molti commentatori era il giocatore meno inserito ed efficace negli schemi dell’allenatore di allora, Roberto Mancini. Immobile concluse il torneo con 2 gol, entrambi segnati ai gironi. L’attuale allenatore Luciano Spalletti ha deciso di non convocarlo per gli Europei iniziati venerdì.
Nei precedenti tornei internazionali giocati dall’Italia le cose non erano andate meglio. Ai Mondiali del 2022 e 2018 la Nazionale non è riuscita a qualificarsi. Agli Europei del 2016 l’allenatore Antonio Conte tirò fuori il meglio che poteva da Graziano Pellè, che avrebbe giocato le successive 5 stagioni in Cina. Ai Mondiali del 2014 l’Italia si presentò con Mario Balotelli, che con la Nazionale ha sempre avuto un rapporto complicato anche per via di un’opinione pubblica assai ostile, e lo stesso Immobile.
Agli Europei del 2024 l’Italia si presenta per la prima volta da molti anni con un centravanti forte, nel pieno della carriera e sulla carta molto funzionale al gioco di Spalletti. È Gianluca Scamacca, che ha 25 anni e viene dalla migliore stagione della sua carriera, durante la quale ha vinto l’Europa League da titolare con l’Atalanta.
«Scamacca è cresciuto molto, è completo e ha tutto, ha veramente tutto», ha detto di lui Spalletti in una recente conferenza stampa. Scamacca dovrebbe giocare titolare nella prima partita che l’Italia giocherà a questi Europei, sabato alle 21 contro l’Albania.
Scamacca è un centravanti piuttosto peculiare per gli standard del calcio contemporaneo. È alto quasi due metri ma la sua caratteristica migliore non è la potenza fisica, ma la tecnica: ha un controllo e un tiro formidabili, quasi unici per un giocatore che passa gran parte del suo tempo in area di rigore, a pochi metri dalla porta. Il sito di sport Ultimo Uomo lo ha definito «un giocatore con un fisico da numero nove e una sensibilità tecnica, una visione di gioco e una capacità balistica da numero dieci», cioè il numero con cui abitualmente si identificano i giocatori più fantasiosi che si muovono dietro al centravanti e agli attaccanti.
In questa stagione Scamacca ha segnato complessivamente 20 gol, 19 con l’Atalanta e uno con l’Italia, in una brutta sconfitta a ottobre contro l’Inghilterra. Ma più che i gol i commentatori e gli addetti ai lavori sono rimasti stupiti di quanto Scamacca sia migliorato in molti aspetti che rendono completo un attaccante, e che prima curava poco: il pressing sui difensori avversari, l’associazione con gli altri compagni di squadra, la sensibilità nel scegliere se tirare o passare la palla, davanti alla porta. Per molti il merito di questa sua crescita va attribuito all’allenatore dell’Atalanta, Gian Piero Gasperini, che negli ultimi anni è riuscito a valorizzare molti talenti inespressi, una categoria a cui almeno fino a qualche mese fa sembrava appartenere anche Scamacca.
Scamacca è nato nel 1999 a Roma ad è cresciuto a Fidene, un quartiere residenziale della periferia nord. I suoi genitori si sono separati presto: ancora oggi lui dice di considerare parte della sua famiglia soltanto la madre e la sorella, che fa l’influencer e peraltro su Instagram ha più follower di lui. Nel 2021 il padre si presentò al centro di allenamento della Roma con una mazza da baseball, danneggiando le automobili di alcuni dirigenti della squadra, che a suo dire gli doveva ancora dei soldi dopo che suo figlio per un periodo giocò con la Roma. Fu denunciato per danneggiamento e visitato da uno psichiatra. «Sono scosso per quanto accaduto ma con mio padre ho solo rapporti saltuari. Con la mia carriera lui non c’entra», raccontò allora Scamacca.
Scamacca è uno di quei giocatori di cui si inizia a parlare quando ancora hanno 14 o 15 anni: da piccolo era già altissimo ed estremamente tecnico. Dai 10 ai 16 anni giocò nelle giovanili della Lazio e della Roma, poi la sua carriera prese una traiettoria strana: fu comprato dal PSV Eindhoven, nei Paesi Bassi, poi dal Sassuolo, che lo diede in prestito alla Cremonese e poi di nuovo nei Paesi Bassi, al PEC Zwolle. Nessuna delle due esperienze fu particolarmente positiva, ma Scamacca continuava a segnare regolarmente con le nazionali giovanili dell’Italia. In quegli anni fra l’Under 15 e l’Under 20 segnò complessivamente 27 gol in 63 partite.
La prima vera buona stagione da professionista la passò ad Ascoli, nella Serie B italiana, fra 2019 e 2020. L’anno successivo il Sassuolo lo prestò al Genoa, in Serie A, con cui segnò 12 gol in 29 partite fra campionato e Coppa Italia. A quel punto il Sassuolo lo riprese e lo rese un titolare della prima squadra: fra 2021 e 2022 segnò 16 gol in Serie A, alcuni dei quali molto belli, distribuiti perlopiù nella parte centrale della stagione. Quell’anno però Scamacca non fece neanche un assist, e in certe partite sembrava piuttosto avulso dal gioco della squadra. Nelle prime 12 partite di campionato segnò appena 2 gol, entrambi all’Inter.
Molti avevano l’impressione che per affermarsi Scamacca avrebbe dovuto giocare in una squadra più forte, circondato da compagni di squadra in grado di migliorare lui e il suo gioco. Si parlò dell’interesse di varie squadre di primo piano in Italia: alla fine andò al West Ham, in Premier League, dove in una stagione complicata da infortuni e scarsi periodi di forma vinse la Conference League ma segnò 8 gol in 27 partite. La scorsa estate sembrò molto vicino all’Inter, poi però fu acquistato dall’Atalanta per 25,5 milioni di euro, il secondo acquisto più costoso nella storia della squadra.
La sua esperienza all’Atalanta cominciò piuttosto male, come capita spesso a giocatori poco abituati all’intensità e ai complessi schemi tattici di Gasperini. Da agosto a ottobre Scamacca segnò 5 gol e rimase fuori per varie settimane per due infortuni, uno alla coscia e uno all’adduttore. A febbraio, appena quattro mesi fa, Gasperini in conferenza stampa disse di lui: «l’unico problema è considerarlo già un grande campione: oggi non è possibile, lavora per diventarlo».
Poco dopo qualcosa è cambiato: da fine marzo a fine maggio, negli ultimi due mesi della stagione, Scamacca ha segnato 6 gol in campionato, 5 in Europa League e 1 in Coppa Italia, molti dei quali decisivi. Oltre a segnare parecchio, Scamacca è sembrato molto più in sintonia col resto della squadra: ha imparato ad associarsi meglio con i compagni, e grazie alla sua tecnica ora li lancia spesso davanti alla porta oppure sulle fasce laterali. In questa stagione ha fatto 8 assist, più della metà di quelli realizzati in partite ufficiali negli ultimi dieci anni.
Con l’Italia Scamacca potrebbe essere il giocatore giusto al posto giusto: la Nazionale ha una squadra che appare più debole di quella che vinse gli scorsi Europei. I due giocatori apparsi più in forma nelle due amichevoli giocate contro Turchia e Bosnia sono Federico Chiesa e Davide Frattesi: due giocatori molto diversi, che però amano entrambi inserirsi senza palla negli spazi dietro alla difesa. Scamacca insomma con la sua precisione nei lanci e nei passaggi potrebbe tornare molto utile. Anche la sua capacità di tirare da fuori e inventarsi da solo dei gol potrebbero fare la differenza, soprattutto in partite contro squadre che si difendono bene.
Scamacca dovrà comunque dimostrare di avere fatto un ulteriore miglioramento: rimane un giocatore piuttosto umorale, che alterna ancora partite eccellenti ad altre meno buone, e che per rendere al meglio sembra ancora avere bisogno della fiducia della squadra e di sentirsi al centro dello schema tattico.
Non aiuta il fatto che spesso Scamacca venga preso di mira dai giornali sportivi: un po’ per il suo atteggiamento che in campo sembra indolente, un po’ per le sue decine di tatuaggi, un po’ per la rarità con cui parla in pubblico. Nella conferenza stampa prima della partita con l’Albania ha smentito di essere una persona «pigra», come lo ha definito Spalletti, e spiegato che dopo una recente mancata convocazione in Nazionale ha iniziato a frequentare uno psicoterapeuta.
(una versione iniziale di questo articolo era titolata con inadeguati auspici sui risultati dell’Italia agli Europei, smentiti dai fatti)