Cosa c’è nel programma della nuova coalizione di sinistra in Francia
Un aumento del salario minimo a 2.000 euro lordi da approvare nei primi giorni di governo e un impegno a continuare a dare armi all'Ucraina, fra le altre cose
Venerdì l’alleanza dei partiti di sinistra francesi chiamata Nuovo Fronte Popolare ha diffuso il proprio programma elettorale (PDF) in vista delle elezioni legislative anticipate che si terranno fra il 30 giugno e il 7 luglio. Le elezioni sono state indette dal presidente Emmanuel Macron dopo la netta vittoria del Rassemblement National, il principale partito di estrema destra francese, alle elezioni europee.
Del Nuovo Fronte Popolare fanno parte la lista di Place publique e del Partito socialista guidata da Raphaël Glucksmann (che alle europee ha ottenuto un ottimo risultato raggiungendo quasi il 14 per cento), il Partito comunista, Europe Écologie Les Verts (partito ecologista) e La France Insoumise di Jean-Luc Mélenchon, che negli ultimi anni è stato a lungo il principale partito di sinistra.
Tutti i partiti hanno annunciato candidature uniche in ogni collegio elettorale: significa che si presenteranno uniti, con un’operazione molto simile a quella che nel 2022 gli stessi partiti chiamarono NUPES (Nuova Unione Popolare Ecologica e Sociale), e che ottenne un certo successo. Allora però NUPES era guidata da La France Insoumise, che in quel momento era il partito di gran lunga più popolare. Il programma diffuso venerdì invece risente di più dell’influenza della lista guidata da Glucksmann, per via della sua vittoria alle europee: e mentre sulle questioni economiche e sociali c’era un certo allineamento, sulla politica estera il programma sembra molto più vicino alle posizioni dei Socialisti e di Glucksmann piuttosto che a quelle di Mélenchon.
Il programma è lungo 23 pagine ed elenca misure da applicare subito, cioè nei primi 15 giorni di un eventuale governo di sinistra, altre da approvare nei primi 100 giorni e infine alcune più a lungo termine.
La misura più incisiva che da programma sarebbe prevista nei primi 15 giorni è un aumento del salario minimo a 1.600 euro netti (dal primo gennaio 2024 è di circa 1.400 euro).
Sempre entro i primi 15 giorni la sinistra vorrebbe imporre un prezzo calmierato per i beni di prima necessità e per il carburante, e abolire la controversa riforma sulle pensioni approvata da Macron nel 2023, che aumenta l’età minima per andare in pensione da 62 a 64 anni a partire dal 2030.
Sul piano internazionale invece la coalizione di sinistra si impegna a sostenere la resistenza ucraina anche con la fornitura di armi, come del resto fatto finora: è un punto sul quale è passata la linea dei Socialisti e di Glucksmann, dato che Mélenchon negli anni ha tenuto posizioni piuttosto morbide sulla Russia di Vladimir Putin (poi inasprite dopo l’invasione russa dell’Ucraina).
Il programma contiene anche riforme da attuare nel medio e lungo termine: per esempio l’approvazione del congedo mestruale per le donne, un piano per costruire un milione di alloggi popolari in cinque anni, e una riforma dell’accoglienza di migranti e richiedenti asilo, resa molto più dura da Macron alla fine del 2023.
I partiti di sinistra sono riusciti ad arrivare a un accordo sul programma in tempi relativamente brevi, considerando anche il fatto che appena qualche mese fa NUPES si era di fatto sciolta per tensioni interne. La posizione di forza di un partito radicale come France Insoumise, rafforzata dai suoi 75 deputati, era stato fin dall’inizio un elemento destabilizzante per la tenuta dell’alleanza. Il rifiuto di La France Insoumise di definire Hamas un gruppo terrorista e di condannare in maniera netta l’attacco del 7 ottobre in Israele aveva causato la fine dell’alleanza.
Sulla questione israelo-palestinese il programma è piuttosto chiaro: definisce quello di Hamas del 7 ottobre un «massacro terrorista», chiede un immediato cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e il riconoscimento dello Stato di Palestina, come peraltro deciso da alcuni stati europei nelle ultime settimane.