Il Senato degli Stati Uniti ha bloccato un provvedimento dei Democratici per garantire l’accesso alla fecondazione in vitro
Giovedì il Senato degli Stati Uniti ha respinto una proposta dei Democratici per garantire a livello federale l’accesso alla fecondazione in vitro, cioè quella in cui ovulo e spermatozoo vengono uniti in laboratorio. Il provvedimento è stato bocciato con 48 voti contrari, mentre i voti a favore sono stati 47: per passare avrebbe dovuto ottenerne 60. A eccezione delle senatrici Lisa Murkowski e Susan Collins, tutti i Repubblicani hanno votato contro il provvedimento.
L’esito del voto era comunque piuttosto scontato: l’intenzione dei Democratici era infatti costringere i senatori Repubblicani a prendere una posizione esplicita attraverso un voto, dimostrando come la loro linea politica sia piuttosto intransigente nei confronti delle tecniche che permettono di avere figli a chi non può averli in modo spontaneo ed esercitando così delle pressioni in vista delle elezioni di novembre.
A febbraio, con una sentenza molto discussa, la Corte Suprema dell’Alabama aveva stabilito che gli embrioni congelati dopo la fecondazione in vitro sono da considerare dei «bambini» a tutti gli effetti, e che la loro distruzione può essere punita con le pene previste dalla legge dello stato sull’omicidio colposo di minori.
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