I risultati italiani delle elezioni europee non sono ancora definitivi
A causa del fatto che non tornano i numeri di 78 sezioni del comune di Roma, dove c'è stato un problema informatico: non siamo gli unici in Europa, in ogni caso
Sono passati ormai più di quattro giorni dalla chiusura dei seggi per le elezioni europee, domenica scorsa alle 23, ma ufficialmente in Italia il conteggio dei voti non è ancora terminato. Secondo Eligendo, la piattaforma digitale del ministero dell’Interno che diffonde i dati elettorali, mancano ancora i risultati di 78 sezioni del comune di Roma, senza i quali è impossibile terminare lo scrutinio e quindi comunicare i risultati definitivi al Parlamento Europeo: per questo sul sito del Parlamento per l’Italia appaiono ancora “risultati provvisori”, così come per altri paesi in cui si è votato, tra cui Spagna e Svezia.
Il ritardo nella certificazione dei risultati a Roma è dovuto a un problema del sistema informatico dove avrebbero dovuto essere inseriti i risultati: l’inconveniente è stato risolto lunedì, grazie anche alla mobilitazione di molti funzionari del comune, ma ha comunque causato delle incongruenze nei documenti elettorali di 78 sezioni.
Il primo a dare notizia dei ritardi è stato l’ex sindaco di Roma Ignazio Marino, candidato alle europee con Alleanza Verdi e Sinistra, con un video pubblicato sui social nel pomeriggio del 10 giugno: «Roma non è [ancora] stata in grado di comunicare i dati, apparentemente perché hanno utilizzato un sistema informatico che non era mai stato collaudato», ha detto. Le procedure elettorali prevedevano che dopo la fine degli scrutini tutti i documenti fossero trasferiti dai seggi alla Fiera di Roma, vicino all’aeroporto di Fiumicino, per completare la verifica delle preferenze: il video di Marino è girato dalla Fiera e si vedono sullo sfondo gli scatoloni con le schede e i verbali.
Il comune di Roma non aveva mai testato il sistema informatico utilizzato il 9 giugno per le operazioni elettorali: quando gli addetti hanno iniziato a inserire i dati «è andato in crash», ha detto a Repubblica Roma un sindacalista rimasto anonimo. «I gestori non sono riusciti a farlo ripartire, è stato spento il sistema e a quel punto si è disallineato tutto. Non si trovavano più le sezioni per inserire i dati e i lavoratori sono stati costretti a lavorare fino alle 5 del mattino».
Il 12 giugno il sindaco di Roma Roberto Gualtieri ha avviato un’indagine interna per capire cosa è andato storto: entro i prossimi 10 giorni una commissione dovrà consegnare un report per fare il punto della situazione. Nell’ordinanza con cui ha istituito la commissione, Gualtieri ha confermato che il ritardo è stato dovuto a un problema informatico avvenuto nella notte tra domenica 9 e lunedì 10 giugno: «Al termine delle operazioni di voto, durante il caricamento dei voti sul sistema in uso per la trasmissione dei dati al ministero dell’Interno, un guasto informatico ha di fatto impedito tali inserimenti bloccando il sistema, determinando un grave disservizio e ritardo nella comunicazione dei dati di spoglio», si legge.
A quel punto l’amministrazione della città ha dovuto interrompere l’inserimento dei dati sulla piattaforma e ha trasferito tutte le schede alla Fiera di Roma. I dati provvisori sono stati immessi sul portale del ministero entro la serata del 10 giugno, con un ritardo di 12 ore sui tempi previsti. Tutti i verbali ufficiali con i voti sono poi stati consegnati all’Ufficio elettorale circoscrizionale del tribunale di Roma: i funzionari hanno già confermato che sono regolari, e ora dovranno certificarli.
Sebbene i verbali siano tutti regolari, i voti di 78 sezioni di Roma non sono ancora stati inseriti su Eligendo e quindi non sono stati ufficializzati. C’è un problema con i “modelli 121”, cioè le schede in cui gli scrutatori indicano i voti presi da ogni lista, senza le preferenze. Questi modelli non vengono messi nel plico con i verbali e gli altri documenti ufficiali, ma sono usati da un funzionario presente al seggio per inserire i voti presi da ogni lista nel sistema del ministero dell’Interno. Normalmente, se i dati dei modelli 121 risultano incongruenti è possibile risolvere ricontrollando le schede.
Nel caso delle elezioni europee a Roma non è stato possibile fare questa verifica, perché quando i funzionari hanno iniziato a inserire i dati il sistema è andato in tilt, e l’amministrazione ha deciso di chiudere i plichi e inviare tutto alla Fiera di Roma, senza immettere i dati nel dabatase. Una volta che i plichi con le schede e i verbali sono sigillati possono essere aperti solo da un tribunale. Quando il sistema ha ripreso a funzionare non è quindi stato possibile verificare e risolvere eventuali anomalie dei modelli 121, perché ormai era impossibile andare a ricontrollare le schede o i verbali relativi a quelle singole sezioni.
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Il risultato è che non tornano i numeri di 78 sezioni, un numero doppio rispetto alla media degli altri anni. Il problema dovrebbe risolversi relativamente in fretta: tutto il materiale è stato inviato al tribunale competente, che potrà aprire le buste e quindi fare le verifiche opportune. In un comunicato stampa, il comune di Roma ha ricordato comunque che i modelli 121 sono secondari, dato che quello che conta per lo scrutinio sono i verbali: i modelli hanno solo la funzione di «sintesi informativa», ma sono irrilevanti per la proclamazione degli eletti.
Al momento Eligendo dice che anche gli atti relativi alle 78 sezioni mancanti sono stati inviati all’ufficio elettorale competente «per il completamento delle operazioni», anche se ancora non compaiono tra le sezioni scrutinate.
L’Italia non è comunque l’unico paese per il quale il Parlamento Europeo non ha pubblicato i risultati definitivi: attualmente sono ancora provvisori i risultati di Estonia, Ungheria, Lettonia, Paesi Bassi, Portogallo, Romania, Slovania, Spagna e Svezia. In ogni caso, in tutti questi paesi i risultati delle europee sono già chiari: l’inserimento degli ultimi dati non cambierà in modo sostanziale i voti presi dai vari partiti.
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