I video che mostrano Biden ancora più vecchio
Molti sono editati e fuorvianti e fanno parte di una strategia dei Repubblicani in vista delle elezioni di novembre, anche se il problema dell'età e della forma del presidente degli Stati Uniti è reale
In occasione del G7 in corso in Puglia, la riunione di sette delle più influenti democrazie del mondo, e in precedenza delle celebrazioni per gli 80 anni dello sbarco in Normandia sono circolati sui social network molti video di momenti in cui il presidente statunitense Joe Biden appare confuso, impacciato, non pienamente in controllo delle proprie azioni e della situazione. La questione dell’età di Biden è al centro della campagna elettorale da tempo: ha 81 anni, è già il più anziano presidente in carica della storia e ne avrebbe 86 alla fine di un eventuale secondo mandato. I Repubblicani e il suo avversario alle elezioni di novembre Donald Trump lo attaccano con costanza su questo, sostenendo che non avrebbe la necessaria salute fisica e soprattutto mentale per guidare la nazione.
Molto spesso i video di Biden che vengono diffusi sui social media e sono molto condivisi fanno parte di una campagna che strumentalizza per obiettivi elettorali la questione dell’età di Biden. I video sono quasi sempre editati, tagliati e isolati dal loro contesto per far apparire il presidente oggetto di un preoccupante decadimento senile delle sue condizioni mentale e fisiche, esagerando una condizione che è reale, ma non così eccessiva.
Biden oggettivamente nelle occasioni pubbliche e nei lunghi incontri, spesso dopo viaggi intercontinentali, mostra tutti i problemi della sua età: è goffo, lento nei movimenti, confonde parole e persone nei discorsi (le gaffe sono sempre state una costante della sua carriera). Più in generale, ha perso la brillantezza che aveva anche soltanto qualche anno fa. Gli stessi capi di stato che lo incontrano, o lo staff che lo segue, sembrano interagire con lui con un misto di premura e preoccupazione. La destra americana però sta cavalcando ed estremizzando questa debolezza, con accuse dirette di essere «rimbambito» e video montati o tagliati appositamente per confermare questa tesi.
Il Washington Post ne ha analizzati alcuni fra quelli più circolati, confrontandoli con quelli originali da cui sono tratti o con le stesse scene riprese da altre angolazioni: conclude che sono per lo più dei cheap fakes (falsi a basso costo), una definizione che si contrappone a quella di deep fakes, i video artefatti con strumenti di intelligenza artificiale. I cheap fakes sono più facili da realizzare, e possono «travisare gli eventi, trasformandoli da innocui a sintomi di problemi mentali» semplicemente modificando l’audio, tagliando il video in un preciso momento o eliminando il contesto o parte della scena.
È stato il caso del video montato per far sembrare che Biden volesse sedersi su una sedia inesistente (la sedia c’era, si era solo fermato nel movimento in attesa che l’oratore finisse il discorso), o di quello in cui si sosteneva che fosse stato «portato via» da una cerimonia dell’anniversario dello sbarco in Normandia dalla moglie Jill (Biden era arrivato prima del presidente francese Emmanuel Macron e aveva già salutato i reduci). Venerdì ne è circolato un altro dal G7 in cui durante uno show di paracadutisti il presidente statunitense sembra iniziare a vagare senza meta, lasciando il resto del gruppo dei capi di stato: una ripresa più larga mostra che si era girato rivolgendosi a un interlocutore fuori dall’inquadratura, probabilmente un altro paracadutista.
Sono invece ricorrenti quelli in cui durante le cerimonie vengono isolati momenti in cui Biden sembra restare immobile mentre tutti si muovono intorno a lui o in cui chiude gli occhi e sembra dormire. Esistono peraltro video di quest’ultimo tipo anche di Donald Trump, e i cronisti del processo che ha portato alla sua condanna penale hanno raccontato che ha passato lunghi momenti delle udienze con gli occhi chiusi.
Il fatto che i video siano editati e talvolta fuorvianti non significa che i problemi riguardo all’età di Biden, alla sua forma fisica e alla sua lucidità mentale non siano reali o rilevanti. Vari sondaggi negli ultimi mesi indicano come la maggior parte degli elettori americani non lo ritenga più in condizione di svolgere i compiti da presidente. Gli stessi dubbi, seppur con percentuali minori, esistono anche riguardo a Donald Trump, che ha solo tre anni in meno. Anche a questo riguardo il dibattito appare molto polarizzato, con risultati molto diversi riguardo alla percezione della salute mentale dei candidati fra elettori Democratici e Repubblicani.
Dieci giorni fa un articolo del Wall Street Journal ha raccolto molte testimonianze di persone secondo cui Biden non riesce più a concentrarsi, è assente durante le riunioni e dice sempre più spesso cose incomprensibili. L’articolo ha oltre 45 fonti ma l’unica citata con nome e cognome è Kevin McCarthy, ex capo dei deputati Repubblicani e speaker della Camera. Il comitato Biden sostiene che le fonti anonime siano tutti sostenitori di Trump, il WSJ dice invece che alcune testimonianze arrivano dai Democratici: anche fra i sostenitori di Biden e del partito esistono dubbi su come è gestita la campagna.
Il tema dell’età e della forma di Biden resterà centrale fino alle elezioni e può condizionarle in modo consistente: i responsabili della campagna elettorale del presidente in una prima fase avevano ridotto al minimo i suoi appuntamenti pubblici, poi nel tentativo di superare i dubbi sull’età e recuperare terreno nei sondaggi avevano cambiato approccio. Nessuna delle due scelte si è rivelata vincente e la circolazione dei video imbarazzanti di Biden, per quanto editati, è il segno di un grosso problema non risolto per la sua candidatura.
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