Le ragazze di “Bridgerton” dovrebbero saperne di più sul sesso
Nella Londra di inizio Ottocento le giovani aristocratiche imparavano solitamente quello di cui avevano bisogno da madri, sorelle o trattati di botanica
Bridgerton, la serie tv che racconta l’aristocrazia inglese di inizio Ottocento, è nota per le scene di sesso frequenti ed esplicite e per la sua carica erotica, eppure molte delle sue protagoniste non hanno idea di come funzioni un rapporto sessuale. Nella prima parte della terza stagione, resa disponibile su Netflix il 18 maggio (la seconda parte è uscita giovedì) le due sorelle Prudence e Philippa Featherington stanno cercando di restare incinte ma, parlando con la madre, Prudence spiega di non aver più voluto fare sesso dopo la prima notte di matrimonio mentre sembra che né Philippa né suo marito, Albion Finch, sappiano tecnicamente come fare: lei è stupita all’idea che lui debba «inserirsi» da qualche parte e racconta che di solito si baciano, lui fa dei suoni strani e infine si cambia i pantaloni.
La stessa ignoranza era stata alla base della prima stagione, quando la protagonista Daphne capisce come restare incinta solo quando una domestica le spiega che il marito deve mettere un «seme» dentro di lei.
Diversi studiosi hanno fatto notare che una tale ignoranza non è storicamente plausibile: le ragazze aristocratiche non ricevevano un’educazione sessuale, ma in generale sapevano che per restare incinte dovevano perlomeno avere un rapporto penetrativo.
Meghan Kobza, storica del costume del XVIII e XIX secolo, spiega sul sito The Conversation che il comportamento di Finch è «piuttosto stupefacente» perché nella realtà avrebbe scoperto come fare sesso e masturbarsi da più fonti, tra cui gli uomini più anziani della famiglia. Nell’Inghilterra dell’epoca i ragazzi dell’élite venivano invitati a fare un Gran Tour in paesi come la Grecia o l’Italia, ufficialmente per studiarne l’arte, ma anche per farsi un’educazione sessuale nei bordelli; erano invitati a esplorare la sessualità anche con donne più grandi, come fa per esempio Anthony Bridgerton con una cantante d’opera o, presumibilmente, suo fratello Colin nei viaggi all’estero.
Secondo Kobza anche l’ignoranza di Philippa è poco verosimile perché a quell’età la maggior parte delle ragazze di buona famiglia aveva scoperto come fare sesso.
Per esempio, spiega Kozba, c’erano molti libri che trattavano l’argomento tra cui Aristotle’s Masterpiece, un manuale sul sesso e sull’ostetricia pubblicato a Londra nel 1684, con spiegazioni sul sesso, sul piacere sessuale, anche femminile, e su come restare incinte; oppure The Midwives Book, un manuale di ostetricia scritto nel 1671 dall’ostetrica Jane Sharp, o ancora Tableau de l’amour conjugal, il primo trattato di sessuologia del mondo occidentale scritto dal francese Nicolas Venette e pubblicato nel 1686. È possibile che libri del genere non fossero alla portata di una ragazza aristocratica inglese ma potevano capitarle tra le mani altri che la aiutassero a farsi un’idea, come i trattati di botanica e i tanti romanzi usciti in quegli anni.
Nel 1749, intanto, era stato pubblicato il romanzo erotico Fanny Hill: Or, Memoirs of a Woman of Pleasure dello scrittore John Cleland, considerato il primo romanzo pornografico contemporaneo: racconta di una ragazza che lavorava come prostituta, con descrizioni di preferenze, pratiche e posizioni. Venne subito vietato dal governo britannico, ma fu ristampato in copie pirata per tutto l’Ottocento, tanto che circolò molto anche in Francia e negli Stati Uniti.
Kobza aggiunge che «gli animali, le stampe satiriche e le persone colte sul fatto erano tutte fonti visive di istruzione». Cita anche le coppie che si appartavano sul ponte di Westminster e nel parco di St James’s a Londra e le vignette umoristiche, a tema politico ma spesso anche sessuale, dell’illustratore Thomas Rowlandson (1756-1827), che erano mostrate pubblicamente nelle strade e nelle botteghe di stampatori ed editori. Le vignette, infatti, erano tra i modi più veloci per raccontare o commentare una notizia al posto dei giornali e quelle di Rowlandson erano tra le più famose e sessualmente esplicite: mostravano con spirito licenzioso rapporti sessuali tra ragazze e uomini di chiesa, orge, tradimenti o fatti a sfondo politico (per esempio la zarina Caterina di Russia che passa in rassegna gli ussari facendo sesso con ognuno di loro).
Altre studiose, come la storica Sarah Richardson, ribadiscono che le donne di alto rango come Daphne o Philippa dovevano essere «pure, virginali e immacolate, e per questo non ci si aspettava che sapessero molto»; Kathleen Lubey, studiosa della sessualità dell’Inghilterra del XVIII secolo, aggiunge che una volta sposate «sarebbe stato molto strano che non conoscessero certe cose». A volte erano le madri a dare qualche consiglio alle figlie prima del matrimonio, spiega la storica della sessualità Lesley Hall, anche se «probabilmente non erano molto illuminanti»; oppure erano le sorelle sposate, le amiche e a volte anche le domestiche e i loro pettegolezzi a dare «qualche informazione in più, anche se non sempre utile o accurata».
Che Daphne chieda chiarimenti alla sua domestica di fiducia è storicamente corretto, perché le classi più umili avevano maggiore libertà ed esperienza sessuale: tra loro «il sesso prima del matrimonio era parte comune e accettata di una corte avanzata» spiega la storica Amanda Vickery, specificando che le donne di servizio «erano spesso considerate delle prede dai datori di lavoro uomini».
Va anche ricordato che all’epoca della Reggenza (Regency, in inglese), cioè negli anni dal 1811 al 1820 in cui è ambientata Bridgerton, i costumi erano più rilassati rispetto alla successiva età Vittoriana (1837-1901), puritana e repressiva. Molti storici considerano il periodo Georgiano (1714-1837), che include quindi la Reggenza, la prima «rivoluzione sessuale» nel mondo occidentale perché in questo periodo molte leggi che regolavano la sessualità vennero abolite. Hannah Greig, consulente storica per Bridgerton, ricorda che durante la Reggenza il sesso fuori dal matrimonio non era più illegale, che a Londra c’era una cultura molto aperta verso la prostituzione e che c’erano cortigiane e amanti famose.
La rapida urbanizzazione – nel 1800 a Londra viveva un milione di persone – favorì anche «più occasioni di avventure sessuali» e un aumento del sesso prima e fuori dal matrimonio, racconta lo storico Faramerz Dabhoiwala nel libro The Origins of Sex: A History of the First Sexual Revolution. Sempre entro il 1800 circa il 40 per cento delle donne era già incinta al momento del matrimonio e circa il 25 per cento dei primi figli era nato fuori dal matrimonio; lo stesso re Giorgio IV era accusato di avere avuto figli dalle sue molte amanti.
Il suo regno durò fino al 1830 e iniziò di fatto nel 1811 quando divenne principe reggente dopo che suo padre, re Giorgio III, era stato dichiarato inabile al governo a causa di una malattia mentale. Gli anni della Reggenza furono quelli della vittoria contro Napoleone, degli eccessi dell’aristocrazia contro l’estrema povertà delle classi operaie, dell’arte e dell’architettura neoclassica, dei balli sontuosi, della nascita delle famose corse di cavalli, delle poesie di Lord Byron, Percy Bysshe Shelley, William Wordsworth e John Keats, dei romanzi di Jane Austen, Walter Scott e di Mary Shelley, che nel 1818 pubblicò Frankenstein.