Nel centro di Roma ci sono troppi monopattini
E troppo pochi in periferia, secondo il comune, che continua a multare gli operatori per il mancato rispetto delle regole e ha fermato per una settimana quelli dell'azienda Lime
La scorsa settimana, dal primo al 7 giugno, il comune di Roma ha fermato i monopattini elettrici in sharing dell’azienda Lime, un divieto temporaneo come sanzione per non aver rispettato le regole stabilite tra l’amministrazione e gli operatori sulla distribuzione dei mezzi in tutta la città: secondo il comune, infatti, ci sono troppi monopattini nelle strade del centro e pochi in periferia. Le regole erano state introdotte lo scorso anno, all’inizio di settembre, con un nuovo bando pensato per contenere il numero dei mezzi in sharing – monopattini e biciclette – dopo la diffusione senza troppe regole avvenuta negli ultimi anni.
Il bando stabilisce diversi nuovi limiti, per esempio che ogni operatore può avere al massimo 3.000 monopattini in tutta la città. È stato messo un limite anche al numero di monopattini nelle zone a traffico limitato, dove c’è una maggiore presenza di turisti. Nella zona a traffico limitato “Tridente”, che prende il nome dalle tre vie del centro che convergono verso piazza del Popolo, possono esserci al massimo 90 monopattini, 30 per ognuno dei tre operatori vincitori del bando; nella zona a traffico limitato del centro il limite è di 900 mezzi, 300 per ogni operatore; nella zona a traffico limitato di Trastevere 210 monopattini.
Il comune ha stabilito inoltre che la sosta è consentita solo negli stalli concessi agli operatori e non sulla strada, come avveniva in passato: il noleggio può terminare solo quando chi usa il monopattino entra in uno stallo autorizzato (se viene abbandonato sulla strada o sui marciapiedi viene data una multa).
Le aziende che hanno vinto il bando – Bird, Lime e Dott, tre degli operatori più noti e diffusi in Italia – si sono impegnate a rispettare queste regole. I controlli vengono fatti costantemente dall’ufficio mobilità del comune che ha accesso ai dati di geolocalizzazione forniti dai sensori installati sui monopattini e sulle bici a noleggio: si può vedere in tempo reale quanti sono i mezzi e dove sono. Nei primi quattro mesi del 2024 il comune ha rilevato il mancato rispetto delle cosiddette “soglie di densità areale”, cioè dei limiti del numero di monopattini previsti nelle zone a traffico limitato.
Nei primi quattro mesi dell’anno le multe, che si aggiungono al contributo di concessione previsto dal bando, sono state elevate. Oltre alla sospensione del servizio dal primo al 7 giugno, Lime ha dovuto pagare complessivamente 67mila euro di cui oltre 49mila di sanzioni per la mancata redistribuzione dei monopattini e 49mila euro di cui 36mila di multa per il servizio delle biciclette. «La reiterazione di tali inadempienze per un ulteriore mese comporterà la sospensione del servizio per 30 giorni consecutivi», ha scritto il comune. Dopo la sospensione di trenta giorni, l’ultimo provvedimento possibile è la revoca della licenza.
Bird, che ha solo monopattini in sharing, dovrà pagare 37mila euro di cui 20mila di penali. I dati dicono che Dott è l’operatore più ligio alle regole sui monopattini – deve pagare 17mila euro per la concessione, di cui solo 980 di multa – mentre per le biciclette le cose vanno peggio: 14mila euro di multa sui 18mila di concessione e sospensione del servizio dal 15 al 20 giugno.
Nei mesi scorsi tutti e tre gli operatori hanno criticato le regole del bando, in particolare la concessione di 80 corse mensili gratuite per chi ha un abbonamento annuale al servizio di trasporto pubblico di Roma. Secondo i dati, circa il 60 per cento degli spostamenti in centro viene fatto da chi ha aderito a questa possibilità, con nessun guadagno per gli operatori. Lo scorso aprile è stato messo un limite di tre corse al giorno per accogliere almeno in parte le richieste degli operatori. Secondo le aziende, i costi operativi – della manutenzione e degli spostamenti per ridistribuire i mezzi secondo le regole del bando – sono insostenibili anche perché nelle periferie sia i monopattini che le biciclette in sharing sono mezzi poco utilizzati e spesso vengono danneggiati.
In una nota, Lime ha detto di rispettare la decisione del comune di sospendere il servizio per due settimane. «Purtroppo, questa decisione ha un impatto sui nostri utenti, spesso residenti e pendolari che utilizzano il servizio quotidianamente», ha scritto l’azienda. «Questi si affidano a Lime come alternativa ai veicoli privati o per integrare il trasporto pubblico, scegliendo i nostri veicoli per andare al lavoro, a scuola e per spostarsi ogni giorno in città. Il nostro successo come azienda si basa sulla stretta collaborazione con le città, e siamo certi che continueremo a fornire un servizio di altissima qualità, nel rispetto delle normative».
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Dopo un’estesa e rapida diffusione avvenuta negli ultimi anni, molte grandi città europee stanno valutando limitazioni e in alcuni casi il divieto dei monopattini in sharing. Dal settembre dello scorso anno Parigi, che era la capitale europea dove più si usava questo mezzo di trasporto, è diventata la prima a vietarli. Il divieto è stato deciso dal comune dopo un referendum consultivo, durante il quale l’89 per cento dei votanti si è espresso contro la presenza dei monopattini a noleggio in città. Prima del divieto erano presenti in città circa 15mila monopattini di proprietà di tre aziende (Dott, Lime e Tier), che durante la scorsa estate avevano dovuto progressivamente ritirare tutti i mezzi in circolazione.