A Napoli sono state arrestate 11 persone legate alla camorra per attività illecite dentro l’ospedale San Giovanni Bosco
Un’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Napoli ha portato all’esecuzione di 11 misure cautelari verso alcuni esponenti di rilievo del clan camorrista dei Contini, uno dei gruppi che compongono la cosiddetta “alleanza di Secondigliano”, tra le organizzazioni criminali più potenti della città: otto persone sono state arrestate e tre messe agli arresti domiciliari, accusate di associazione mafiosa e trasferimento fraudolento di valori (ossia l’intestazione fittizia ad altri di beni o proprietà per evitarne la confisca o per portare avanti attività criminali).
Secondo l’inchiesta il clan, attraverso l’operato degli indagati, avrebbe di fatto il controllo operativo dell’ospedale San Giovanni Bosco di Napoli: ne influenzerebbe decisioni e procedure, stabilendo arbitrarie deroghe alle regole, da quelle sulle visite per pazienti considerati “di riguardo” ad altre invece più strategiche su appalti e assunzioni. Il clan gestirebbe anche il parcheggio e la mensa dell’ospedale, riuscendo così a controllare la struttura e a mantenere un cospicuo giro di spaccio di droga all’interno.
Già in passato era emerso un legame molto forte tra la camorra e il San Giovanni Bosco, considerata la sede logistica del clan dei Contini per i suoi crimini: nel 2019 un’inchiesta aveva portato all’arresto di oltre 120 persone, e nel 2014 erano state posti sotto sequestro i servizi di ristorazione dell’ospedale, come la mensa e il bar, ritenuti gestiti dal clan.
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