A Lecce non ci sono ancora i risultati delle elezioni comunali
Sono in sospeso circa 2.200 voti che potrebbero risultare decisivi, visto che i due candidati principali sono entrambi poco sotto al 50 per cento che garantirebbe la vittoria al primo turno
Alle elezioni di sabato e domenica si è votato anche per rinnovare i sindaci di circa 3.700 comuni, quasi la metà di tutti i comuni italiani, tra cui c’erano anche 23 capoluoghi di provincia e 6 capoluoghi di regione. Per quasi tutte queste città si conosce l’esito delle elezioni: si sa cioè se è stato eletto un nuovo sindaco o una nuova sindaca al primo turno, o se invece nessun candidato ha preso almeno il 50 per cento dei voti e quindi si andrà al ballottaggio (il 23 e il 24 giugno). Si sa per tutti i capoluoghi tranne Lecce, dove dopo due giorni dalla chiusura dei seggi mancano ancora i risultati di 4 sezioni su 102: i voti delle sezioni 25, 26, 35 e 88 sono in sospeso per la segnalazione di alcune incongruenze nei verbali redatti dai presidenti di sezione. Sono ancora in ballo circa 2.200 voti su quasi 60mila: una parte piccola, che però potrebbe risultare decisiva.
A Lecce c’erano in tutto quattro candidati, due dei quali sono al momento poco sotto al 50 per cento, prendendo in considerazione i voti scrutinati in tutte le sezioni tranne le quattro per cui è stato chiesta un’ulteriore verifica dei verbali. Al momento è in vantaggio la candidata sostenuta dalla coalizione di destra, Adriana Poli Bortone, ex parlamentare, ministra delle Politiche agricole del primo governo di Silvio Berlusconi e già sindaca di Lecce dal 1998 al 2007: con 98 sezioni scrutinate su 102 è al 49,64 per cento, poco meno della soglia del 50 per cento che le permetterebbe di essere eletta al primo turno. L’altro candidato a contendersi le elezioni è il sindaco uscente Carlo Salvemini, di centrosinistra e sostenuto tra gli altri da Partito Democratico e Movimento 5 Stelle: è al 47 per cento, poco sotto la sua avversaria e la soglia dell’elezione al primo turno.
Tra loro c’è una distanza di poco più di 1.300 voti: Poli Bortone ne ha presi 24.749, Salvemini 23.430. Con 2.200 voti ancora da assegnare, questa differenza non permette di stabilire già ora con certezza se si andrà o meno al ballottaggio.
Poli Bortone ha annunciato che potrebbe fare ricorso al Tar, il tribunale amministrativo regionale competente in questi casi, per procedere al riconteggio delle sezioni mancanti. Poli Bortone ritiene che ci siano le basi per riconteggio per via di «verbali che non sono stati redatti» e «pasticci da parte di un presidente» di sezione.
I due candidati fanno dichiarazioni contrastanti. Poli Bortone sostiene di avere praticamente vinto e che con i voti mancanti supererà il 50 per cento necessario alla vittoria al primo turno. Il risultato è chiaro, dice: «Se metà della città ha votato me vuol dire che è scontenta». Al contrario Salvemini ha parlato come se si stesse già preparando al ballottaggio, anche basandosi sul risultato ufficioso delle 4 sezioni in sospeso, che non è pubblico ma è comunque circolato tra gli addetti ai lavori: dopo aver rimandato più volte un suo commento per attendere i risultati definitivi martedì ha detto che «la partita è apertissima, attendiamo che si chiudano le operazioni di verifica sulle quattro sezioni non ancora definitive per dare il massimo nei prossimi quindici giorni».
Se la situazione confermasse la distribuzione attuale dei voti, quindi entrambi i candidati sotto al 50 per cento, effettivamente si andrebbe al ballottaggio. In questo caso sarebbero decisivi i voti degli altri due candidati, Alberto Siculella e Agostino Ciucci, sostenuti da liste civiche e che insieme hanno ottenuto poco più del 3 per cento dei voti.