I partiti dovranno fare scelte dolorose per via delle candidature multiple
Al Parlamento Europeo il seggio va accettato in una sola circoscrizione, e i leader dovranno decidere chi scontentare
Alle elezioni europee che si sono tenute nel weekend i partiti italiani hanno candidato, oltre a diversi dei propri leader, anche candidate e candidati a cui tenevano particolarmente, per dare loro modo di “trainare” consensi in tutte e cinque le circoscrizioni in cui la legge elettorale per le elezioni europee divide il territorio italiano.
La Lega per esempio ha candidato il generale Roberto Vannacci in tutte e cinque le circoscrizioni, Alleanza Verdi e Sinistra l’ex sindaco di Riace, Mimmo Lucano, in quattro circoscrizioni, mentre l’insegnante Ilaria Salis, sotto processo in Ungheria, in due. Diversi di questi candidati sono stati effettivamente eletti, cosa che impone ai partiti scelte difficili e in certi casi dolorose: al Parlamento Europeo infatti un candidato o una candidata che risultano eletti in più di una circoscrizione devono sceglierne una sola in cui “accettare” il proprio seggio. In tutte le altre circoscrizioni viene eletto il candidato o la candidata che viene subito dopo nell’elenco di quelli che hanno ottenuto più voti.
A seconda di dove un certo candidato o una candidata eletta in più circoscrizioni accetti il seggio, insomma, alcuni candidati inizialmente non eletti riescono ad entrare al Parlamento Europeo, mentre altri rimangono fuori. Sono scelte delicate, anche perché spesso si parla di persone che hanno raccolto migliaia se non decine di migliaia di preferenze.
La situazione in assoluto più complicata ce l’ha il Partito Democratico. Il noto deputato Alessandro Zan, il cui nome è legato soprattutto a una proposta di legge contro l’omotransfobia, il cosiddetto “ddl Zan”, era candidato sia nella circoscrizione Nord-Est sia nella circoscrizione Nord-Ovest. È stato eletto in entrambe: al Nord-Est è arrivato secondo fra i candidati del PD con 93.473 preferenze, al Nord-Ovest terzo con 85.968. Alla scelta di Zan sono appesi due candidati, i primi dei non eletti delle rispettive circoscrizioni: al Nord-Ovest Pierfrancesco Maran (45.408 preferenze), noto e popolare assessore alla Casa di Milano, mentre al Nord-Est l’attivista ambientalista e divulgatrice Annalisa Corrado (49.522 preferenze).
Quest’ultima prima delle elezioni non faceva parte del PD ed è stata messa in lista in quanto molto vicina a Schlein; Maran invece fa parte del PD praticamente da sempre, ma appartiene alla corrente più moderata, Energia Popolare, che alle ultime primarie aveva sostenuto la candidatura a segretario di Stefano Bonaccini e oggi all’interno del partito fa parte della minoranza. La prassi interna al PD prevede che chiunque venga eletto al Parlamento Europeo accetti il seggio nella circoscrizione in cui ha preso più voti. Zan quindi in teoria dovrebbe accettare il seggio nella circoscrizione Nord-Est. Così facendo però avvantaggerebbe un membro della minoranza, cioè Maran, a discapito di una candidata scelta proprio dalla segretaria, cioè Corrado.
È però possibile che alla fine il PD non debba prendere questa decisione. Secondo alcune analisi al partito spetterebbero 21 seggi, e non 20 come circolato finora (per avere il dato definitivo bisogna aspettare i dati definitivi da tutte le sezioni, che non è ancora disponibile). Nel caso, il 21esimo seggio dovrebbe scattare o al Nord-Est o nella circoscrizione Isole. Se scattasse al Nord-Est il PD riuscirebbe a eleggere Corrado, cioè la prima dei non eletti al Nord-Est, e Zan potrebbe accettare il seggio al Nord-Est, facendo quindi eleggere anche Maran al Nord-Ovest. Se il 21esimo seggio scattasse nella circoscrizione Isole, invece, risulterebbe eletto il primo dei non eletti, cioè l’europarlamentare uscente Pietro Bartolo.
Anche nella Lega esiste una questione simile. Riguarda Vannacci, risultato eletto in tutte e cinque le circoscrizioni in cui si è presentato. Nella circoscrizione in cui accetterà il seggio Vannacci “toglierà il posto” a uno dei candidati che hanno ottenuto meno voti di lui.
Se Vannacci accetterà il seggio al Nord-Ovest come sembra dalle prime indicazioni – è anche la circoscrizione in cui ha raccolto più preferenze: 186.886 – toglierà il posto al primo dei non eletti. Cioè Angelo Ciocca, un europarlamentare uscente che negli ultimi tempi si è fatto notare per la sua campagna elettorale molto sopra le righe e per la sua ostilità a Salvini (è notoriamente molto vicino al fondatore della Lega, Umberto Bossi, che alle europee ha fatto sapere di aver votato per Forza Italia).
Il partito che più di tutti ha presentato candidature in più circoscrizioni, fra quelli che hanno superato la soglia di sbarramento del 4 per cento, è Alleanza Verdi Sinistra (AVS): l’8,8 per cento dei suoi candidati e candidate, quasi uno su dieci, era presente in più di una circoscrizione. Mimmo Lucano e Ilaria Salis sono arrivati nei primi posti in tutte le circoscrizioni in cui si sono candidati. Al Nord-Ovest per esempio sono arrivati rispettivamente prima e secondo. Nella stessa circoscrizione al terzo posto è arrivato l’ex sindaco di Roma Ignazio Marino, che però dovrebbe accettare il seggio nella circoscrizione Centro, quella di Roma (dove peraltro ha ottenuto il numero più alto di preferenze).
Dato che secondo diverse proiezioni AVS eleggerà due candidati al Nord-Ovest, è possibile che alla fine risulteranno eletti i candidati arrivati rispettivamente quarto e quinto. Cioè Benedetta Scuderi, portavoce della sezione giovanile dei Verdi italiani, che ha ottenuto 20.346 preferenze, e Giovanni Mori, ex portavoce del movimento ambientalista Fridays For Future, che invece ne ha raccolte 19.434. Proprio al Nord-Ovest però a meno di sorprese accetterà il seggio Ilaria Salis, che è di Milano e al Nord-Ovest ha ottenuto il numero più alto di preferenze, cioè 127.137. In quel caso sarebbe eletta soltanto Scuderi, e non Mori.