La Francia sta provando a diventare una delle migliori nazionali paralimpiche
Tra il 2016 e il 2024 ha quintuplicato gli investimenti: nel 2021 a Tokyo si erano già visti i primi risultati, ma l'obiettivo è migliorare ancora alle Paralimpiadi di casa quest'estate a Parigi
Dal 28 agosto all’8 settembre ci saranno a Parigi i Giochi paralimpici estivi, arrivati alla diciassettesima edizione (i primi furono nel 1960 a Roma). Cominceranno quindi circa due settimane dopo la fine dei Giochi olimpici, in programma dal 27 luglio all’11 agosto. Il paese ospitante, la Francia, negli ultimi anni ha cominciato a investire più soldi nel movimento paralimpico e da qualche tempo si è dato l’obiettivo di diventare una delle migliori nazionali al mondo, dopo alcuni risultati considerati deludenti.
Alle Paralimpiadi di Rio de Janeiro di otto anni fa la Francia ottenne 28 medaglie, di cui 9 d’oro: poche, se paragonate alle prime nazionali del medagliere (la Cina vinse 237 medaglie, il Regno Unito 147 e l’Ucraina 117). Alla fine arrivò undicesima. Da quel momento le istituzioni sportive francesi decisero di dare molta più attenzione e fondi agli atleti e alle federazioni degli sport paralimpici.
Nel 2018 in Francia le 28 discipline paralimpiche estive e invernali avevano ricevuto 3,2 milioni di euro per finanziarsi. Nel 2024 invece hanno ricevuto dallo stato circa 16 milioni di euro, 12 dei quali dall’Agenzia nazionale per lo sport (ANS), l’ente pubblico francese che si occupa di sport. Gli investimenti sono quindi quintuplicati, e il loro aumento aveva cominciato a dare risultati già alle Paralimpiadi di Tokyo del 2021, dove la Francia aveva vinto 54 medaglie, quasi il doppio rispetto al 2016.
Non sono stati solo i soldi a fare la differenza, ma anche un’organizzazione molto più strutturata, affidata dal 2019 ad Arnaud Litou, che aveva già avuto esperienze nel movimento paralimpico canadese, e a un gruppo di dirigenti competenti e incaricati di seguire specificamente gli sport paralimpici. È stato fatto un lavoro di ricerca scientifica sulle performance, una cosa ancora molto poco sviluppata negli sport paralimpici, e sono state acquistate attrezzature di alto livello tecnologico per gli atleti e le atlete paralimpiche, che hanno ricevuto anche un maggior sostegno economico.
C’è stata, come spiega il quotidiano francese Le Monde, una sorta di professionalizzazione degli atleti e dei loro allenatori e allenatrici, che fino a pochi anni fa erano volontari, persone con altri lavori. Se nel 2018 un allenatore di sport paralimpici veniva pagato in media 40 euro al giorno in Francia, oggi riceve tra i 120 e i 200 euro; circa 150 allenatori ricevono supporti statali. Secondo Litou, la Francia a Parigi ha l’obiettivo di raddoppiare le medaglie d’oro prese a Tokyo (11) e arrivare tra le prime otto nazionali, per poi entrare tra le prime 5 alle Paralimpiadi di Los Angeles 2028.
Nonostante il maggiore impegno sullo sport paralimpico, alcune persone che lavorano nel settore hanno fatto notare che ci sono ancora molti problemi. Tra loro c’è Arnaud Assoumani, vincitore di cinque medaglie paralimpiche, tra cui l’oro nel salto in lungo ai Giochi di Pechino 2008, che di recente ha detto che le misure introdotte in Francia non sono ancora sufficienti e che in molti casi la preparazione a eventi sportivi del genere per gli atleti paralimpici rimane una cosa fai da te, di cui cioè devono occuparsi privatamente e con poco sostegno. Assoumani è un atleta famoso e molto riconosciuto, che riesce a mantenersi con lo sport grazie soprattutto agli sponsor, e dice che senza quelle entrate economiche non potrebbe sostenere la propria attività sportiva.
Anche per questo Marie-Amélie Le Fur, che ha vinto tre ori ai Giochi paralimpici nella corsa e nel salto e oggi è presidente del comitato sportivo paralimpico francese, dice che «il sostegno finanziario del settore privato è fondamentale per ottenere ottimi risultati». Secondo Le Fur esistono ancora grandi disparità a seconda dello sport e del tipo di disabilità: per esempio gli atleti con protesi bioniche (che cercano cioè di riprodurre le funzionalità di un arto), o con una disabilità lieve, riescono più facilmente a trovare sponsor e finanziamenti rispetto a quelli con disabilità più gravi.
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