Gli Stati Uniti hanno ritirato il divieto al Battaglione Azov ucraino di usare armi americane

La foto mostra un soldato del Battaglione Azov trasporta un proiettile sulla linea del fronte, nella regione di Donetsk, lo scorso aprile
Un militare del Battaglione Azov trasporta un proiettile sulla linea del fronte, nella regione di Donetsk, lo scorso aprile (AP Photo/Alex Babenko)

Gli Stati Uniti hanno ritirato il divieto di ricevere e utilizzare armi americane per il Battaglione Azov, la controversa unità militare ucraina che si era distinta durante l’assedio russo della città ucraina di Mariupol. Il divieto risaliva al 2014, anno dell’annessione illegale della Crimea da parte della Russia, quando il battaglione nacque come formazione paramilitare di volontari per combattere contro le forze ucraine separatiste filorusse. Le accuse di neonazismo che fin da subito ricevettero i suoi fondatori, sostenute anche e soprattutto dalla propaganda russa, avevano determinato l’applicazione della cosiddetta “Leahy Law”, una legge che vieta agli Stati Uniti di fornire materiale e assistenza a reparti militari stranieri ritenuti responsabili di violazioni dei diritti umani.

Il dipartimento di Stato statunitense ha comunicato di aver svolto una revisione sul Battaglione Azov stabilendo che «non ci sono prove» per applicare ancora il divieto. Questo consentirà agli appartenenti al Battaglione Azov per esempio di partecipare alle esercitazioni militari di paesi occidentali e di poter impiegare armi comprate con fondi americani.

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La decisione si inserisce in un contesto in cui le forze armate ucraine hanno carenza di munizioni e soprattutto di uomini. Nel 2015 il Battaglione Azov originario venne integrato nella Guardia nazionale ucraina, un corpo di riserva dell’esercito. Dall’anno scorso i superstiti del Battaglione, decimato nella difesa dell’acciaieria Azovstal di Mariupol nella primavera del 2022, sono stati inquadrati in una brigata di forze speciali della Guardia nazionale, a cui si sono aggiunti 5mila nuovi soldati reclutati nel paese.

Secondo il dipartimento di Stato l’attuale brigata va distinta dal Battaglione Azov originario, smobilitato nel 2015, e sarebbe stata più che altro screditata dalla disinformazione russa. Il portavoce del Cremlino, Dmitrj Peskov, ha invece ripetuto le vecchie accuse: «Stiamo parlando di un’unità di ultranazionalisti». Non è stato chiarito quando è stato ritirato il divieto né se armi statunitensi siano già state utilizzate dagli uomini del Battaglione Azov. Negli ultimi anni il Battaglione Azov si è molto speso per riabilitare la propria immagine e ha sempre respinto gli accostamenti all’estrema destra.