Un portavoce di Hamas ha detto che il gruppo intende accettare la proposta per il cessate il fuoco a Gaza presentata dagli Stati Uniti

Familiari degli ostaggi rapiti da Hamas in Israele il 7 ottobre che chiedono al governo israeliano di accettare un piano per la loro liberazione, durante la visita del segretario di stato statunitense in Israele, l'11 giugno (AP Photo/Leo Correa)
Familiari degli ostaggi rapiti da Hamas in Israele il 7 ottobre che chiedono al governo israeliano di accettare un piano per la loro liberazione, durante la visita del segretario di stato statunitense in Israele, l'11 giugno (AP Photo/Leo Correa)

Martedì Sami Abu Zuhri, un portavoce del gruppo radicale palestinese Hamas, ha detto all’agenzia Reuters che l’organizzazione intende accettare la proposta per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza presentata dagli Stati Uniti e sostenuta lunedì da una risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

Il segretario di stato statunitense Antony Blinken, che si trova in Medio Oriente per l’ottava volta dall’inizio del conflitto, ha detto che le dichiarazioni del portavoce di Hamas sono «un segnale di speranza», ma ha anche sottolineato che la proposta deve ancora essere accettata dai capi di Hamas che sono all’interno della Striscia di Gaza, quelli cioè che stanno concretamente portando avanti la guerra contro Israele (il braccio più operativo di Hamas si trova nella Striscia di Gaza, mentre altri dirigenti più “politici” sono all’estero, come lo stesso Abu Zuhri). Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha già detto di essere favorevole alla proposta.

Israele ha invaso la Striscia di Gaza in risposta ai violenti attacchi di Hamas contro Israele il 7 ottobre 2023, in cui vennero uccise più di mille persone e circa 250 vennero prese in ostaggio. Secondo il ministero della Salute di Gaza, controllato da Hamas, i bombardamenti e l’offensiva dell’esercito israeliano hanno ucciso oltre 37mila palestinesi. Il ministero non distingue fra morti civili e militanti di Hamas. La guerra ha anche bloccato quasi del tutto l’arrivo di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza, causando una gravissima crisi umanitaria.

La proposta si basa su quella presentata dal presidente statunitense Joe Biden a maggio: prevede lo scambio di ostaggi israeliani con palestinesi prigionieri in Israele in tre fasi, che dovrebbero portare alla fine dei combattimenti nella Striscia di Gaza.

– Leggi anche: Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU ha approvato una risoluzione per il cessate il fuoco a Gaza

La prima fase del piano prevederebbe sei settimane di cessate il fuoco, in cui l’esercito israeliano si dovrebbe ritirare dalle aree più popolate della Striscia, mentre Hamas dovrebbe liberare alcuni degli ostaggi rapiti durante gli attacchi dello scorso 7 ottobre, in particolare donne e persone anziane e ferite. In questa prima fase ci sarebbe uno scambio con alcuni prigionieri palestinesi fermati da Israele e verrebbe garantito l’accesso di 600 camion di aiuti umanitari al giorno.

La seconda parte prevederebbe la liberazione di tutti gli ostaggi israeliani ancora in vita (non sappiamo se ce ne siano e quanti), compresi i soldati, e il ritiro completo delle truppe israeliane dalla Striscia di Gaza, con l’intento di arrivare a un cessate il fuoco permanente. La terza invece comprenderebbe da un lato la restituzione degli ostaggi israeliani uccisi alle loro famiglie, e dall’altro quello che Biden ha definito un «enorme piano di ricostruzione» del territorio della Striscia con assistenza internazionale, a partire da ospedali, scuole e case.