Alle legislative francesi la sinistra si presenterà unita
I Verdi, i Comunisti, i Socialisti e La France Insoumise hanno fatto un accordo dopo la decisione del presidente Macron di sciogliere il parlamento e convocare elezioni anticipate: l'obiettivo è contrastare l'estrema destra
Lunedì sera, al termine di un incontro durato diverse ore, i partiti della sinistra francese si sono accordati per presentarsi uniti alle elezioni legislative anticipate a doppio turno del 30 giugno e del 7 luglio, convocate dal presidente Emmanuel Macron dopo i risultati delle elezioni europee vinte dall’estrema destra di Rassemblement National.
La lista di Place Publique e del Partito socialista guidata da Raphaël Glucksmann (che ha ottenuto un ottimo risultato alle europee raggiungendo quasi il 14 per cento), il Partito comunista, Europe Écologie-Les Verts (partito ecologista) e La France Insoumise di Jean-Luc Mélenchon hanno annunciato candidature uniche in ogni collegio elettorale.
Hanno detto di voler costruire «un’alternativa a Emmanuel Macron e combattere il progetto razzista dell’estrema destra» e hanno parlato della creazione di «un nuovo Fronte Popolare che riunisca tutte le forze della sinistra». Ora, scrive Libération, questo programma comune deve essere scritto; ci sono poi i collegi elettorali da suddividere tra le diverse forze e c’è da scegliere il nome di chi dovrà essere alla guida di questa alleanza: tutte cose che potrebbero complicare la tenuta del fronte stesso.
L’alleanza elettorale della sinistra fra Verdi, Comunisti, Socialisti e La France Insoumise chiamata NUPES (Nuova Unione Popolare Ecologica e Sociale) si era realizzata anche in vista delle elezioni legislative del 2022 ed era stata un successo: NUPES era infatti riuscita a ottenere più di 150 seggi risultando la seconda forza all’Assemblea Nazionale, la camera bassa del parlamento francese. Lo squilibrio delle forze interne – con La France Insoumise alla guida dell’accordo e i suoi 75 deputati – era stato però, e fin dall’inizio, un elemento destabilizzante per la tenuta dell’alleanza.
Nonostante il programma condiviso, NUPES aveva inoltre avuto difficoltà a trasformarsi da intesa elettorale a movimento comune e già dopo un anno le differenze interne si erano esasperate su diverse questioni. Infine, il rifiuto di La France Insoumise di definire Hamas un gruppo terrorista e di condannare l’attacco del 7 ottobre in Israele aveva portato alla fine dell’alleanza.
Ora, di fronte alla concreta possibilità che l’estrema destra ottenga ottimi risultati alle legislative, i partiti che facevano parte di NUPES hanno deciso di riprovarci.
Domenica sera, subito dopo l’annuncio di Macron sullo scioglimento dell’Assemblea Nazionale, François Ruffin di La France Insoumise ha fatto un appello all’unità che è stato accolto immediatamente e in modo positivo dagli altri partiti. Dopo l’annuncio dell’accordo, il socialista Olivier Faure ha detto che il Fronte Popolare «è un impegno che va ben oltre noi stessi». «Siamo gli unici in grado di prevenire il disastro», ha detto a sua volta la deputata di La France Insoumise Clémentine Autain, aggiungendo che «la somma del punteggio della sinistra va trasformata in dinamica politica».
Il Fronte Popolare ha anche annunciato l’imminente pubblicazione di un programma che dovrà contenere delle misure urgenti per i primi 100 giorni di un loro eventuale governo.
I problemi principali per la tenuta dell’alleanza potrebbero nascere tra La France Insoumise e Raphaël Glucksmann, un moderato di sinistra che negli ultimi mesi ha fatto una campagna elettorale per le europee anche contro il partito di Jean-Luc Mélenchon, criticandone le posizioni piuttosto radicali assunte soprattutto su questioni di politica estera. Mentre era in corso la riunione dei partiti della sinistra che poi si è conclusa con l’annuncio dell’accordo, Raphaël Glucksmann, invitato su France 2, ha detto: «Non rifaremo NUPES», escludendo che l’ipotetico futuro primo ministro in caso di vittoria possa essere Mélenchon e facendo invece il nome di Laurent Berger, ex segretario generale del sindacato CFDT, il secondo della Francia per iscritti e iscritte.
La questione di chi sarà a guidare il nuovo Fronte Popolare non è stata però ancora discussa in modo condiviso dai partiti che ne fanno parte. Circolano i nomi dello stesso Raphaël Glucksmann, che però Mélenchon potrebbe faticare ad accettare, ma anche quello di François Ruffin di La France Insoumise.
Nel frattempo, cinque grossi sindacati francesi stanno organizzando nuove manifestazioni per il prossimo fine settimana e il nuovo Fronte Popolare ha invitato i suoi sostenitori e le sue sostenitrici a «unirsi ai cortei e a manifestare ampiamente». Diverse manifestazioni contro l’estrema destra si sono svolte già lunedì sera in molte città francesi.