A Firenze si andrà al ballottaggio

Tra Sara Funaro del PD, sostenuta da una coalizione di centrosinistra, e l'ex direttore degli Uffizi Eike Schmidt, candidato della destra

La candidata del centrosinistra a Firenze, Sara Funaro (Facebook, Sara Funaro)
La candidata del centrosinistra a Firenze, Sara Funaro (Facebook, Sara Funaro)
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Lo scrutinio dei voti è ancora indietro, ma in base ai calcoli dell’istituto di statistica YouTrend alle elezioni amministrative di Firenze è già certo che si andrà al ballottaggio, perché nessuno dei candidati ha ottenuto almeno il 50 per cento dei voti. I due candidati che andranno al ballottaggio sono Sara Funaro, sostenuta da una coalizione di centrosinistra, e Eike Schmidt, sostenuto da una coalizione di destra. Per il ballottaggio si voterà tra due settimane, il 23 e il 24 giugno.

Funaro ha 48 anni, è del Partito Democratico, e finora è stata assessora della giunta uscente del sindaco Dario Nardella, con deleghe al Welfare, Sanità, Immigrazione e Istruzione. Schmidt invece è di origini tedesche ma l’anno scorso ha ottenuto la cittadinanza italiana, e in città è un personaggio molto noto e influente perché è stato direttore del più importante museo della città e uno dei più importanti d’Italia, le Gallerie degli Uffizi, dal 2015 al 2023. Funaro ha preso più del 43 per cento, mentre Schmidt circa il 33.

Per il ballottaggio Funaro è considerata favorita, anche perché la città dal Dopoguerra a oggi è stata governata quasi ininterrottamente dalla sinistra o dal centrosinistra: uno dei motivi per cui Funaro non è riuscita a ottenere una vittoria al primo turno è che il centrosinistra era frammentato, con diversi altri candidati nella stessa area politica con un consenso non indifferente, che inevitabilmente le hanno tolto dei voti.

Una è Stefania Saccardi di Italia Viva, vicepresidente della Toscana che in regione governa con il PD, e che era stata nel PD prima di passare a Italia Viva con Matteo Renzi: ha preso poco più del 7 per cento, molto sotto le aspettative (i sondaggi la davano tra il 10 e il 12). Un’altra è Cecilia Del Re, ex assessora all’Urbanistica di Firenze che Nardella aveva escluso dalla giunta a marzo dell’anno scorso dopo alcune polemiche politiche. Del Re ha preso il 6,2 per cento. Poi c’era Dmitrij Palagi, consigliere comunale della lista Sinistra Progetto Comune (il più a sinistra tra questi), che ha preso più del 5 per cento; e infine il consigliere comunale Lorenzo Masi del Movimento 5 Stelle, che ha preso poco più del 3 per cento. Il partito aveva deciso di non sostenere la candidata del PD. C’erano poi altri quattro candidati civici minori che non sono arrivati all’1 per cento.

Nella campagna elettorale si è parlato moltissimo di Schmidt, che proprio in previsione del ballottaggio ha provato con insistenza a presentarsi come un candidato neutro, centrista, o in ogni caso non di destra come i partiti che lo sostengono: è un tentativo comprensibile a livello politico, visto che i voti che lui e Funaro si contenderanno al ballottaggio vengono per la grandissima parte dall’area del centrosinistra, poco disposta a votare per un candidato di destra.

Le idee espresse in campagna elettorale da Schmidt, però, sono state per la verità piuttosto conservatrici e in linea con quelle dei partiti che lo hanno sostenuto. Negli anni da direttore degli Uffizi Schmidt era stato molte volte critico nei confronti di Nardella e della sua giunta, anche su questioni più politiche e che non riguardavano direttamente il museo che dirigeva. In questa campagna ha proseguito su questa linea, occupandosi spesso di osteggiare più Nardella che Funaro.

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