Il Programma alimentare mondiale ha sospeso le attività al molo temporaneo nella Striscia di Gaza per timori sulla sicurezza dello staff
Il Programma alimentare mondiale (WFP), l’agenzia dell’ONU che si occupa dell’assistenza alimentare nel mondo, ha sospeso la distribuzione degli aiuti umanitari che arrivano al molo temporaneo costruito dagli Stati Uniti nella Striscia di Gaza. Lo ha comunicato domenica la direttrice dell’agenzia, Cindy McCain, spiegando che la decisione è legata alla preoccupazione per «la sicurezza del personale». Sabato due magazzini dell’agenzia erano stati attaccati con dei razzi e alcuni operatori erano rimasti feriti. McCain non ha fornito ulteriori dettagli e non ha nemmeno specificato la durata della pausa, ma le operazioni del Programma alimentare mondiale stanno comunque continuando sia nel nord che nel sud della Striscia.
Sabato è stato uno dei giorni più sanguinosi della guerra in corso tra Israele e Hamas: 274 persone palestinesi sono state uccise nell’operazione dell’esercito israeliano per liberare quattro ostaggi che erano stati rapiti dai miliziani di Hamas durante i violenti attacchi dello scorso 7 ottobre.
L’Agenzia degli Stati Uniti per lo sviluppo internazionale (USAID), che collabora con il WFP a Gaza, ha fatto sapere che sta collaborando con altri gruppi umanitari per «garantire» che le attività al molo temporaneo possano ricominciare in sicurezza. Sempre l’USAID aveva chiarito che nessun addetto delle organizzazioni umanitarie era stato coinvolto nell’operazione di Israele di sabato.
Il molo era stato completato a maggio, ma era rimasto operativo solo per una settimana prima di scollegarsi dalla spiaggia a causa del maltempo. Venerdì erano state completate le riparazioni, e le consegne di cibo erano ricominciate sabato. Una volta arrivati al molo via nave gli aiuti venivano caricati su camion e consegnati alla missione del Programma alimentare mondiale dell’ONU, che si occupava della loro distribuzione. La consegna degli aiuti era stata comunque limitata a causa delle complicazioni logistiche e della grave situazione umanitaria nella Striscia di Gaza.
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