E quindi Ilaria Salis verrà liberata?
Dovrebbe essere eletta al Parlamento Europeo con Alleanza Verdi e Sinistra, e ottenere quindi l'immunità: ma in caso ci vorrà un po'
Alle elezioni europee che si sono concluse lo scorso 9 giugno era candidata anche Ilaria Salis, l’insegnante italiana che a febbraio del 2023 era stata arrestata in Ungheria con l’accusa di aver aggredito dei neonazisti durante una manifestazione di estrema destra a Budapest. Salis era candidata con Alleanza Verdi e Sinistra (AVS), che ha preso il 6,7 per cento dei voti e secondo alcune stime, non ancora definitive, dovrebbe eleggere sei europarlamentari.
Salis ha ottenuto quasi 170mila preferenze, di cui 120mila nel Nord Ovest e 50mila nelle Isole, le uniche due circoscrizioni in cui era candidata, e con tutta probabilità sarà eletta al Parlamento Europeo. Al momento però è agli arresti domiciliari in Ungheria, e il processo contro di lei è ancora in corso: quando l’elezione sarà confermata potrà beneficiare dell’immunità parlamentare, e dovrebbe quindi essere liberata e il processo dovrebbe essere sospeso.
Secondo le norme europee, gli europarlamentari non possono essere arrestati o sottoposti a restrizioni della loro libertà per tutta la durata del mandato, tranne nel caso in cui vengano fermati in flagranza di reato, cioè mentre lo stanno commettendo. Questo vale anche per gli eurodeputati arrestati all’estero. La procedura è regolamentata in maniera molto chiara. Al momento dell’elezione, a Salis verrebbe riconosciuta l’immunità, e le autorità giudiziarie ungheresi dovrebbero rilasciarla.
La liberazione però non sarà immediata né automatica. Innanzitutto è fondamentale che l’elezione di Salis venga certificata: per farlo il governo italiano potrebbe inviare alla sua controparte ungherese un documento ufficiale, ma non è chiaro se questo sarà sufficiente per procedere alla liberazione. In alternativa bisognerà aspettare la proclamazione ufficiale da parte del Parlamento Europeo, che dovrebbe avvenire qualche giorno prima del 16 luglio, quando il Parlamento rinnovato si riunirà per la prima plenaria.
Contestualmente, il procuratore generale ungherese (che si chiama legfóbb ügyész) o il capo della procura competente sul caso dovrebbe inviare al presidente del Parlamento Europeo una richiesta di autorizzazione a procedere per poter riprendere il processo contro Salis.
Il regolamento prevede che in questi casi la richiesta venga esaminata dalla commissione giuridica, quella composta dai parlamentari europei che si occupano specificamente di questioni di giustizia. Dopo averla discussa in tempi rapidi, la commissione elabora una relazione proponendo una tra queste soluzioni: confermare l’immunità, negarla, oppure negarla solo in parte, per così dire. In quest’ultimo caso, le autorità giudiziarie dello Stato membro (l’Ungheria) sono autorizzate ad andare avanti col processo, ma il parlamentare indagato o imputato (Salis) resta libero fino alla sentenza definitiva. La decisione della commissione viene poi inviata all’assemblea del Parlamento, che la discute alla prima seduta utile e la approva o la respinge a maggioranza semplice.
Domenica sera il padre di Ilaria Salis, Roberto, era alla sede del comitato di AVS a Roma. Poco dopo l’uscita dei primi risultati, il leader di Europa Verde Angelo Bonelli ha detto che il gruppo avrebbe immediatamente chiesto al governo italiano di non aspettare la proclamazione formale del Parlamento, ma di agire subito per chiedere al governo e alla magistratura ungheresi di liberare Salis.