I risultati italiani delle elezioni europee in 6 grafici

Come sono andati i partiti, quanti parlamentari europei eleggeranno, quante persone hanno votato rispetto a quelle del 2019

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I risultati delle elezioni europee sono ormai piuttosto consolidati e quindi è possibile fare un primo bilancio su come sono andati i partiti, anche rispetto ai sondaggi degli ultimi mesi. Fratelli d’Italia e il Partito Democratico sono i partiti andati meglio, il Movimento 5 Stelle e la Lega quelli che hanno ottenuto percentuali inferiori alle aspettative. Fra i partiti di opposizione è andato molto bene Alleanza Verdi e Sinistra, che ha superato abbondantemente la soglia di sbarramento del 4 per cento necessaria per eleggere i parlamentari europei prevista dalla legge elettorale italiana, mentre le coalizioni dei partiti più liberali e di centro – Azione e la lista Stati Uniti d’Europa formata dall’alleanza tra Italia Viva di Matteo Renzi e +Europa di Emma Bonino – non sono riuscite a eleggere nessun parlamentare perché non hanno superato il 4 per cento.

L’Italia elegge 76 parlamentari europei sulla base delle preferenze. Una volta eletti, i parlamentari e le parlamentari provenienti dai vari partiti nazionali si iscrivono a uno dei gruppi politici di cui è composto il parlamento: al momento sono sette, ognuno dei quali espressione di un partito europeo, cioè in sostanza federazioni che raccolgono partiti nazionali che la pensano in maniera simile.

C’è il gruppo del Partito Popolare Europeo, il principale partito europeo di centrodestra, di cui fa parte Forza Italia; i Socialisti e Democratici, di centrosinistra, di cui fa parte il Partito Democratico; i Conservatori e Riformisti Europei, di estrema destra, di cui fa parte Fratelli d’Italia; Identità e Democrazia, di estrema destra ma con posizioni diverse da ECR su alcuni temi, di cui fa parte la Lega; il Gruppo della Sinistra al Parlamento Europeo, di sinistra, e I Verdi/Alleanza libera europea, ambientalisti e di sinistra. Il Movimento 5 Stelle non è iscritto a nessun gruppo. Di Renew Europe, liberale e di centro, facevano parte Azione e Italia Viva che però non hanno eletto parlamentari. Nelle proiezioni diffuse dal Parlamento europeo tre parlamentari di Alleanza Verdi e Sinistra vengono assegnati ai Verdi, mentre altri tre sono stati assegnati alla categoria “Altri”: ma non è ancora certo come deciderà di affiliarsi AVS, visto che la componente di Sinistra Italiana, maggioritaria, è politicamente molto più affine al Gruppo della Sinistra.

Sia Fratelli d’Italia sia il Partito Democratico hanno ottenuto percentuali superiori rispetto all’andamento dei sondaggi fatti nell’ultimo anno. In particolare si può notare la crescita del PD, che dalle elezioni politiche del 2022 non era mai riuscito – almeno secondo le intenzioni di voto – a superare il 21 per cento dei consensi. È invece marcato il calo del Movimento 5 Stelle rispetto ai sondaggi: era dato sopra il 15 per cento, mentre secondo i risultati ha ottenuto meno del 10 per cento dei voti.

L’andamento dei consensi tra i partiti di opposizione mostra la netta crescita di Alleanza Verdi e Sinistra che ha superato il 6 per cento dei voti, oltre la soglia di sbarramento del 4 per cento e soprattutto quasi due punti percentuali in più rispetto ai sondaggi sulle intenzioni di voto fatti nell’ultimo anno. Azione e Italia Viva, i due partiti liberali del cosiddetto Terzo Polo, erano dati oltre la soglia di sbarramento fino al fallimento dell’alleanza che ha avuto notevoli conseguenze sul voto: nessuno dei due è riuscito a superare la soglia di sbarramento.

L’affluenza delle elezioni europee in Italia non era mai stata così bassa. Il dato definitivo dice che ha votato il 48,21 per cento, considerando gli aventi diritto in Italia e all’estero: se si considerano solo i collegi elettorali in Italia, e non quelli degli elettori residenti all’estero, è invece del 49,69 per cento. Nel 2019 aveva votato il 54,5 per cento. Il calo è stato di 6 punti percentuali.

Si è votato poco soprattutto nelle regioni del sud e nelle isole, Sicilia e Sardegna, dove tra le altre cose c’erano pochi comuni al voto rispetto alle regioni del nord.