Le cose da sapere sui risultati delle elezioni europee
Le destre sono andate molto bene ma non avranno la maggioranza nel Parlamento Europeo, Macron ha indetto nuove elezioni in Francia e come previsto Fratelli d'Italia è il primo partito italiano
Si stanno concludendo gli scrutini delle elezioni europee, e la notizia principale emersa dai risultati è che le destre non avranno la maggioranza nel Parlamento Europeo: secondo le proiezioni, l’attuale maggioranza trasversale, composta da Partito Popolare Europeo, Partito Socialista Europeo e Renew Europe, liberale, potrebbe rinnovarsi anche durante la prossima legislatura. Tra i risultati più importanti nei singoli paesi c’è soprattutto la vittoria del Rassemblement National di estrema destra in Francia: per questo motivo, poco dopo la diffusione degli exit poll il presidente Emmanuel Macron ha annunciato lo scioglimento del parlamento e nuove elezioni legislative.
Come previsto in Italia il primo partito è stato Fratelli d’Italia, il Partito Democratico è andato bene mentre il Movimento 5 Stelle è andato piuttosto male. Abbiamo raccolto sette cose notevoli.
• In base ai risultati delle elezioni il nuovo Parlamento Europeo sarà un po’ più a destra, ma non abbastanza da permettere alle destre di formare una maggioranza e governare da sole. Il Partito Popolare Europeo, che è quello più al centro tra i partiti di destra, sarà il più rappresentato, con 189 seggi; Conservatori e Riformisti (il gruppo di cui fa parte Fratelli d’Italia) ha ottenuto 82 seggi; Identità e Democrazia (in cui rientra la Lega) 58. A sinistra il partito più grande è quello dei Socialdemocratici (135). I Verdi, che alle elezioni del 2019 avevano ottenuto un risultato storico, sono andati piuttosto male ma non così tanto come dicevano i sondaggi: avranno 52 seggi. Ci sono poi i Liberali di Renew con 80 seggi. Il Partito Popolare Europeo potrebbe quindi governare replicando l’attuale coalizione con i Socialisti e i Liberali.
• Secondo i dati parziali delle elezioni europee, in Italia Fratelli d’Italia è il primo partito con il 28,6 per cento dei voti. Il Partito Democratico è arrivato secondo, con il 25,7 per cento, mentre il Movimento 5 Stelle è andato piuttosto male, con il 9,6 per cento (contro il circa 15 per cento che gli accreditavano i sondaggi). La Lega e Forza Italia sono entrambi poco sopra l’8 per cento. Alleanza Verdi e Sinistra è al 6,9 per cento, quindi sopra la soglia di sbarramento del 4 per cento, che invece non hanno superato né Stati Uniti d’Europa né Azione.
• In Francia ha stravinto il Rassemblement National di estrema destra, con il 32,4 per cento dei voti. A scrutinio ormai ultimato, il partito di Marine Le Pen e Jordan Bardella ha staccato di quasi 18 punti la lista promossa dal partito del presidente Emmanuel Macron, al 14,5 per cento. Per Macron il risultato è stato così deludente da accogliere la richiesta dell’estrema destra: ha convocato nuove elezioni per il 30 giugno (con il secondo turno il 7 luglio), dopo aver sciolto il parlamento.
• In Germania l’Unione Cristiano-Democratica (CDU), di centrodestra, si è confermata primo partito con il 30 per cento dei voti, mentre il partito di estrema destra Alternative für Deutschland (AfD) è arrivato secondo con il 15,9 per cento. Dietro ad AfD si è posizionato il Partito Socialdemocratico (SPD), al 13,9 per cento. Seguono i Verdi, all’11,9 per cento, e con il 5,2 i Liberali, che sono gli alleati della SPD nella cosiddetta “coalizione semaforo” (dai colori dei partiti) del cancelliere Olaf Scholz. I Liberali sarebbero sostanzialmente alla pari con il nuovo partito di sinistra populista di Sahra Wagenknecht.
• Dopo una campagna elettorale molto movimentata, in Spagna il primo ministro socialista Pedro Sánchez è riuscito a resistere all’avanzata del centrodestra: il Partito Popolare (centrodestra, appunto) è arrivato primo con il 34,2 per cento dei voti e 22 seggi (contro i 12 ottenuti nel 2019), mentre il Partito Socialista di Sánchez ha ottenuto il 30,18 per cento dei voti e 20 seggi al Parlamento Europeo. Due seggi di differenza sono un buon risultato per Sánchez, che un mese e mezzo fa aveva perfino minacciato di dimettersi dopo che era stata aperta un’indagine su sua moglie. L’estrema destra di Vox ha ottenuto il 9,6 per cento dei voti e sei seggi: tre in più del 2019, ma in linea con i suoi risultati recenti, senza i grossi aumenti di consensi avvenuti altrove in Europa.
• Uno dei risultati più sorprendenti della giornata è probabilmente la vittoria del partito Slovacchia Progressista (SP) in Slovacchia, che ha vinto le elezioni europee con il 27,8 per cento dei voti. È un risultato che contraddice i sondaggi, che davano per favorito il partito del primo ministro Robert Fico, SMER (Direzione-Socialdemocrazia), populista e filorusso. Fico era stato vittima di un grave attentato lo scorso 15 maggio, quando era stato ferito con diversi colpi di pistola. SMER è arrivato soltanto secondo con il 24,8 per cento dei voti.
• Nei paesi del Nord Europa ci sono stati alcuni risultati piuttosto sorprendenti, anche se difficilmente metteranno in crisi i governi di centrodestra di Svezia e Finlandia e quello di coalizione in Danimarca. Sia in Finlandia sia in Danimarca il principale partito di sinistra ha preso più voti di quello di centrosinistra, risultato assai raro e imprevisto dai sondaggi. I Socialdemocratici finlandesi, che fino a qualche anno fa erano al governo con la loro segretaria Sanna Marin, sono arrivati addirittura terzi dopo il Partito di Coalizione Nazionale (di centrodestra) e l’Alleanza di Sinistra. In Finlandia sono andati malissimo anche i Veri Finlandesi, il principale partito di estrema destra: sono passati dal 20,1 per cento ottenuto alle elezioni parlamentari del 2023 al 7,6 per cento di queste elezioni europee. In Svezia i Socialdemocratici hanno tenuto e sono risultati il partito più votato, come accaduto praticamente sempre nella loro storia: si sono fermati però al 24,9 per cento, una percentuale che raccolgono quasi sempre alle elezioni europee.