In Bulgaria alle seste elezioni parlamentari in tre anni è andata come le altre cinque

L'ex primo ministro bulgaro Boyko Borissov con la mano in fronte dopo aver votato a Bankya, domenica 9 giugno
L'ex primo ministro bulgaro Boyko Borissov dopo aver votato a Bankya, nella periferia di Sofia, domenica 9 giugno (AP Photo/ Valentina Petrova)

Domenica 9 giugno in Bulgaria oltre alle elezioni europee si sono tenute anche le elezioni parlamentari, le seste nel giro di tre anni, tutte concluse con accordi di governo poi sempre falliti. Con il 64 per cento dei voti scrutinati sembra che anche questa volta il parlamento sarà molto frammentato, e sarà piuttosto difficile trovare una coalizione capace di formare un governo stabile.

In base ai risultati parziali, il partito più votato è stato Cittadini per lo Sviluppo Europeo della Bulgaria (GERB), il partito di centrodestra guidato da Boyko Borisov, che è stato primo ministro del paese quasi ininterrottamente tra il 2009 e il 2021. GERB ha ottenuto il 23,65 per cento dei voti, superando il Movimento per i Diritti e le Libertà (DPS), popolare fra la minoranza turca, al 15,89 per cento. Poco dietro, attorno al 15 per cento, sta il partito centrista Continuiamo il Cambiamento (PP), guidato da un altro ex primo ministro, Kiril Petkov, mentre al momento il partito di estrema destra Rinascita è dato al 14,33 per cento.

La Bulgaria fa parte dell’Unione europea dal primo gennaio del 2007 e ha una situazione politica estremamente frammentata. Le elezioni di domenica erano state convocate dopo che lo scorso marzo il primo ministro Nikolai Denkov aveva dato le dimissioni e che la coalizione di governo sostenuta da GERB e dal suo PP era caduta. GERB risulta il partito più votato anche alle europee, ma con ogni probabilità il risultato del voto di domenica non metterà fine all’instabilità che ha caratterizzato la politica bulgara negli ultimi anni: per governare il paese infatti GERB dovrà per l’ennesima volta trovare un accordo con uno o più partiti.

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