Benny Gantz ha lasciato il governo di unità nazionale in Israele
L'uscita del principale leader di opposizione non provocherà la caduta del governo di Netanyahu, che ha abbastanza voti in parlamento, ma con ogni probabilità si scioglierà il gabinetto di guerra
Domenica sera Benny Gantz, leader di Blu e Bianco, il principale partito di opposizione israeliano, si è dimesso dal gabinetto di guerra, ovvero l’organo in cui vengono prese le decisioni sulla guerra nella Striscia di Gaza, e ha ritirato il sostegno del suo partito al governo di Benjamin Netanyahu. Secondo Haaretz, uno dei principali giornali del paese, la decisione è appoggiata dalla maggior parte dei membri di Blu e bianco.
Gantz ha definito la decisione «dolorosa e complessa». Poco dopo la conferenza stampa, trasmessa in diretta tv, il primo ministro Benjamin Netanyahu ha detto di essere pronto ad accettare qualsiasi forza politica disposta a sostenere il governo.
L’uscita di Gantz dal governo non provocherà la caduta del governo di Netanyahu, che già da prima della guerra aveva numeri sufficienti in parlamento. È tuttavia un simbolo del fatto che l’unità politica della leadership israeliana si è ormai esaurita, e l’uscita di Gantz potrebbe creare difficoltà al suo governo sul lungo periodo.
Delle possibili dimissioni di Gantz si parla ormai da tempo: a metà maggio aveva dato a Netanyahu tre settimane per approvare una serie di obiettivi strategici per mettere fine alla guerra e iniziare a ragionare su quello che dovrà succedere dopo. Tra questi, i più importanti erano il recupero degli ostaggi, la demilitarizzazione di Gaza e l’istituzione di un ente transitorio a gestione statunitense, europea e palestinese che ponesse le basi per un nuovo governo a lungo termine.
L’ultimatum di Gantz è scaduto sabato 8 giugno, giorno in cui Gantz avrebbe dovuto tenere una conferenza stampa che ha poi annullato e posticipato a domenica, quando ha annunciato le sue dimissioni. Secondo alcune fonti sentite da Haaretz, Gantz ha preso in considerazione l’eventualità di concedere a Netanyahu un po’ di tempo in più in virtù della liberazione dei 4 ostaggi israeliani rapiti il 7 ottobre (operazione in cui sono stati uccisi almeno 200 civili palestinesi), ma alla fine non l’ha ritenuto uno sviluppo sufficiente.
In questi mesi Gantz aveva accusato Netanyahu in più occasioni di mettere i propri interessi personali e quelli del suo governo davanti alla sicurezza di Israele. Gantz, che è stato capo di stato maggiore, accusa Netanyahu di non avere una strategia chiara sulla guerra e su come debba finire. In generale in Israele c’è ormai da tempo una crescente insoddisfazione nei confronti di Netanyahu, accusato di essere molto lontano da entrambi gli obiettivi che si era fissato con questa guerra: riportare in Israele gli ostaggi rapiti da Hamas il 7 ottobre e distruggere definitivamente Hamas.
Anche il ministro della Difesa Yoav Gallant, il terzo membro ad avere pieni poteri nel gabinetto di guerra (composto in tutto da sei persone: le altre tre hanno solo il ruolo di consiglieri), ha criticato Netanyahu per ragioni simili pur facendo parte del suo stesso partito, il Likud. È molto probabile che ora il gabinetto di guerra verrà sciolto.