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  • Sabato 8 giugno 2024

L’esercito israeliano ha recuperato quattro ostaggi vivi dalla Striscia di Gaza

Erano stati rapiti lo scorso 7 ottobre e secondo l'esercito sono in buone condizioni di salute; 274 persone palestinesi sono state uccise nell'operazione

Il campo profughi di Nuseirat dopo un attacco aereo dell'esercito israeliano (AP Photo/Jehad Alshrafi)
Il campo profughi di Nuseirat dopo un attacco aereo dell'esercito israeliano (AP Photo/Jehad Alshrafi)
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Sabato mattina l’esercito israeliano ha recuperato quattro ostaggi vivi nella Striscia di Gaza, rapiti dai miliziani di Hamas durante il violento attacco dello scorso 7 ottobre: sono Noa Argamani, di 25 anni, Almog Meir Jan, di 21 anni, Andrey Kozlov, di 27 anni, e Shlomi Ziv, di 40 anni. Secondo il ministero della Salute della Striscia di Gaza, controllato da Hamas, nell’attacco sono state uccise più di 200 persone palestinesi che si trovavano nella parte centrale della Striscia di Gaza, dove sono stati trovati gli ostaggi.

L’ufficio pubbliche relazioni di Hamas dice che alcuni dei soldati israeliani che hanno preso parte all’operazione per liberare gli ostaggi sono entrati in pieno giorno nel campo profughi di Nuseirat, dove sono stati trovati due degli ostaggi, fingendo di essere rifugiati e sfollati palestinesi a bordo di veicoli civili. Diversi giornali statunitensi hanno detto che gli Stati Uniti avrebbero fornito supporto a Israele nella parte di intelligence e di pianificazione dell’operazione, ma non sul campo.

Un messaggio pubblicato sul canale Telegram delle brigate al Qassam, l’ala armata di Hamas, dice che durante l’operazione sono morti anche tre ostaggi, uno dei quali era cittadino statunitense. In serata il portavoce dell’esercito israeliano Peter Lerner ha smentito questa notizia durante un’intervista con Sky News.

Tutte e quattro le persone recuperate erano state rapite mentre si trovavano al Supernova Music Festival, un festival musicale che si stava svolgendo pochi chilometri dal confine con la Striscia di Gaza. Dalle prime informazioni rese note due di loro, Argamani e Jan, erano fra i partecipanti al festival, mentre Kozlov e Ziv facevano parte della sicurezza. Daniel Hagari, un portavoce dell’esercito israeliano, ha fatto sapere che sono stati recuperati in due diversi edifici nell’area centrale della Striscia di Gaza, nella regione di Deir al-Balah e nel campo profughi di Nuseirat. Hagari ha detto che l’esercito «si stava preparando a questa missione da settimane».

Tutte le persone liberate sono in buone condizioni di salute, ma sono comunque state portate in un ospedale vicino a Tel Aviv per ulteriori controlli, dove hanno poi incontrato le loro famiglie.

Sempre sabato mattina, 274 persone palestinesi sono state uccise negli attacchi e bombardamenti israeliani nella zona di Nuiserat, secondo il ministero della Salute della Striscia di Gaza, controllato da Hamas. Il ministero ha diffuso i nomi di 86 persone, fra cui alcune donne e bambini, che sarebbero state uccise nell’area in cui è avvenuta l’operazione di recupero degli ostaggi, e ha detto anche che 698 persone sono state ferite nell’attacco. L’ospedale al-Aqsa e l’ospedale al-Awda, rispettivamente nella zona centrale e settentrionale della Striscia, hanno detto di aver al momento contato 70 corpi. Diversi video diffusi nelle ore successive all’operazione mostravano decine di cadaveri nelle strade.

Hagari ha detto che il numero di civili palestinesi uccisi è inferiore a quello comunicato dal ministero della Salute di Gaza. Ha però aggiunto che l’esercito ha deciso volontariamente di condurre l’operazione di giorno, quando le strade sarebbero prevedibilmente state affollate, per sfruttare l’effetto sorpresa e che i militari sul campo sono stati aiutati da un attacco aereo israeliano. L’operazione è stata poi definita dall’esercito una «missione complessa e ad alto rischio».

Il 7 ottobre Hamas aveva rapito 253 persone che si trovavano in Israele, sia cittadini israeliani che stranieri. Da allora ne sono stati liberati poco più di cento, di cui la maggior parte durante una tregua di quattro giorni a novembre. Lo scorso febbraio l’esercito israeliano era riuscito a recuperare tre ostaggi vivi, portando il numero totale delle persone liberate a 112.

Secondo le ultime stime, nella Striscia di Gaza ci sono ancora circa 120 ostaggi: l’intelligence israeliana ritiene che più di 40 siano morti, ma il numero potrebbe essere più alto. Israele sostiene che tutti gli ostaggi morti siano stati uccisi da Hamas, che invece incolpa i bombardamenti israeliani.

– Leggi anche: Israele negozia sugli ostaggi, ma non si sa quanti di loro siano ancora vivi

Da mesi la richiesta di Israele di liberare tutti gli ostaggi è al centro delle negoziazioni per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, che finora si sono sempre concluse con un nulla di fatto. Netanyahu, inoltre, sta subendo notevoli pressioni da parte dell’opinione pubblica israeliana: da mesi a Tel Aviv e in altre città del paese si svolgono proteste molto partecipate per chiedere al governo di liberare gli ostaggi.

L’8 giugno scadevano le tre settimane di tempo che Benny Gantz, membro del gabinetto di guerra israeliano ma oppositore di Netanyahu, aveva dato al governo per presentare un piano per il futuro della Striscia di Gaza. Se la scadenza non fosse stata rispettata Gantz aveva minacciato di dimettersi. Dopo la notizia del recupero degli ostaggi, Gantz ha cancellato l’evento in cui avrebbe dovuto comunicare la sua decisione.