Quando le saghe cinematografiche le inventavamo
Lo stesso giorno di quarant'anni fa uscirono “Ghostbusters” e “Gremlins”, in un periodo di grande fervore creativo a Hollywood che dà i suoi frutti ancora oggi
L’8 giugno del 1984, quarant’anni fa, furono presentati al cinema i primi film di due franchise che avrebbero avuto un successo enorme: Ghostbusters – Acchiappafantasmi e Gremlins, diretti rispettivamente da Ivan Reitman e Joe Dante. Entrambi declinarono in una chiave comica e leggera un genere che ai tempi era ancora considerato poco adatto per le famiglie, ossia l’horror, e raccolsero un enorme successo di pubblico che sarebbe durato per decenni, sfruttato poi in altri modi tra sequel, videogiochi, giocattoli e altri media.
Ghostbusters – Acchiappafantasmi e Gremlins furono prodotti nel mezzo di un periodo di enorme fervore creativo a Hollywood: nel giro di pochi anni, tra la fine degli anni Settanta e la metà degli Ottanta, furono inventate tante saghe cinematografiche diventate veri e propri marchi – quelli chiamati franchise – di grande valore. Rocky (1976), Guerre stellari (1977), Halloween (1978), Mad Max (1979), Indiana Jones (1981), Rambo (1982), Terminator (1984), Ritorno al futuro (1985), RoboCop e Arma letale (1987) sono alcuni dei più famosi, ma gli universi narrativi di fantasia concepiti in quel periodo e sfruttati ancora oggi sono di più, e comprendono per esempio Nightmare (1984), Blade Runner (1982), Hellraiser (1987) e The Karate Kid (1984).
Il capitale di storie e personaggi costruito in quegli anni fu sfruttato a fondo, a fasi diverse di intensità: e negli ultimi dieci anni è stato particolarmente utile a Hollywood, visto che ricorrere a sequel, reboot e spin off di universi narrativi già esistenti e di sicuro successo è stata una delle strategie commerciali principali delle grandi case di produzione, che preferiscono ricorrere a storie già esistenti piuttosto che inventarne di nuove. Nell’ultimo decennio sono usciti ben tre film ispirati all’universo dei Ghostbusters, compreso l’ultimo, Ghostbusters – Minaccia glaciale, in cui hanno recitato alcuni dei protagonisti originali, Bill Murray, Dan Aykroyd ed Ernie Hudson.
Il primo Ghostbusters raccontava di una squadra speciale di acchiappafantasmi che viene assunta per occuparsi di casi che hanno a che fare con il paranormale. Gremlins, prodotto da Steven Spielberg, parla invece di un gruppo di piccoli mostriciattoli che si trasformano in mostri incontrollabili: per immaginarli e rappresentarli, lo sceneggiatore Chris Columbus prese spunto da alcune leggende di folklore legate al mondo dell’aviazione, e che negli anni Quaranta erano state rese popolari da un romanzo del famoso scrittore britannico Roald Dahl.
Il grande successo dei due film contribuì a rendere popolare un genere con cui alcuni registi, come il neozelandese Peter Jackson e il giapponese Nobuhiko Obayashi, stavano sperimentando già da qualche anno: il comedy horror (commedia dell’orrore), caratterizzato dall’unione di elementi comici e altri di orrore o splatter. Ne è un altro esempio famoso Beetlejuice – Spiritello porcello (1988) di Tim Burton, di cui peraltro uscirà un sequel quest’anno.
Come molti altri film di grande successo, Ghostbusters non fece subito una grande impressione. Gli stessi produttori erano piuttosto scettici sulla possibilità del film di avere successo. L’allora presidente della Columbia, che distribuì il film, ha raccontato che durante una proiezione per addetti ai lavori quasi tutti i presenti rimasero silenziosi, mentre lui continuava a ridere da solo. Alla fine uno dei manager presenti gli mise un braccio intorno alle spalle e disse: «Non ti preoccupare, facciamo tutti degli errori».
L’accoglienza della critica fu anche peggiore. Il New York Times massacrò la performance di Bill Murray e paragonò il film alle commedie per adolescenti che stavano uscendo in quegli stessi anni. Anche il Washington Post fu piuttosto critico e scrisse che durante il film «ci si sente come se si stesse guardando gli stessi demoni e le stesse tempeste elettriche foriere di sventura che abbiamo visto nell’Esorcista e in Poltergeist».
Naturalmente non tutti gli addetti ai lavori erano d’accordo: Roger Ebert, uno dei più importanti critici americani morto nel nell’aprile 2013, diede al film tre stelle e mezzo su quattro, quasi il massimo.
Con il passare del tempo il film è divenuto un classico e l’opinione della critica si è fatta unanime nel considerare Ghostbusters – Acchiappafantasmi un cult. Nel suo primo fine settimana di proiezione il film incassò più di 13 milioni di dollari. Nelle sole prime cinque settimane di proiezione, durante le quali rimase sempre il film più visto al cinema, incassò 99 milioni di dollari, cioè tre volte il costo di produzione. In tutto, il film ha incassato al cinema circa 295 milioni di dollari.
Una cosa che dicono quasi tutti i fan di Ghostbusters è che ogni volta che si riguarda il film si nota qualcosa di nuovo. Questo perché è ricchissimo di dettagli, battute sottili – spesso improvvisate da Murray – oppure “easter eggs”, cioè riferimenti ad altri film o sorprese di qualche genere con cui gli autori strizzano l’occhio ai fan più attenti. Per esempio, nell’ufficio di Peter Venkman, il personaggio interpretato da Murray, a un certo punto compare la scritta “Venkman brucia all’inferno”, la stessa che si vede nel film di Brian De Palma Carrie – Lo sguardo di Satana (dove al posto di Venkman, ovviamente, era scritto “Carrie White”).
Anche Gremlins fu accolto in maniera entusiasta dal pubblico: fu prodotto con 11 milioni di dollari, un budget relativamente economico per i tempi, e nel primo fine settimana ne incassò più di 12, diventando il secondo film più visto, dietro proprio a Ghostbusters. Il film fece parlare di sé perché, anche se Dante e Spielberg lo avevano immaginato come un prodotto per famiglie, fu criticato per la violenza di alcune scene.
Per via di questo aspetto, Gremlins e un film uscito un paio di settimane prima (Indiana Jones e il tempio maledetto) determinarono l’inserimento di un nuovo grado nel sistema di rating (i bollini) statunitense, quello che suggerisce quanto un film sia adatto ai minori. Prima i film erano per tutti (“G”, come general audience), per minori accompagnati da genitori (“PG”, come parental guidance), non adatti ai minori di 17 anni non accompagnati (“R”, come restricted) oppure non adatti in assoluto ai minori di 17 anni (“NC-17”, come No children under 17). Questo aveva fatto sì che molti film etichettati PG, quindi consigliati a qualunque minore accompagnato da un tutore, contenessero tutto ciò che per la cultura statunitense è considerato adatto magari a 16 o 17enni, ma non a bambini: cioè immagini o scene di forte impatto emotivo, spaventose, con un po’ di nudità o dal linguaggio scurrile.
Indiana Jones e il tempio maledetto e Gremlins furono ritenuti troppo estremi per essere inquadrati in una classificazione PG, e suscitarono proteste da parte di diverse associazioni di genitori. Così, su proposta dello stesso Spielberg, la MPAA (Motion Picture Association of America, l’associazione che promuove gli interessi dei principali studi cinematografici statunitensi) coniò una nuova categoria, la PG-13, sigla che identifica film che possono essere visti dai minori di 13 anni solo se accompagnati: questo sviluppo cambiò il modo in cui venivano pensati e girati i film, e ha introdotto nuovi criteri a cui sceneggiatori e registi di film per bambini devono adeguarsi prima di presentare un soggetto a un produttore.
Così, dal 1985 in poi, tutto il cinema per ragazzi diventò meno violento, meno spaventoso, meno adulto e meno ammiccante a questioni sessuali, perché tutte le distribuzioni volevano ottenere il PG-13 in modo da non restringere il proprio bacino di potenziali spettatori. Ancora oggi i film di supereroi, così costosi da necessitare del pubblico più ampio possibile, sono in linea di massima pensati per ottenere il PG-13 e quindi presentano violenza limitata, non trattano tematiche adulte e non affrontano questioni sessuali o per farlo ricorrono a metafore o allusioni.
A Ghostbuster – Acchiappafantasmi seguirono Ghostbusters II – Acchiappafantasmi II (1989), il reboot Ghostbusters (2016), Ghostbusters: Legacy (2021) e Ghostbusters – Minaccia glaciale (2024). Nel 1990 Dante girò il sequel Gremlins 2 – La nuova stirpe, che però fu accolto molto tiepidamente dal pubblico e dalla critica.