In Yemen gli Houthi hanno arrestato nove dipendenti dell’ONU
Il governo internazionalmente riconosciuto dello Yemen ha detto che gli Houthi, gruppo ribelle che controlla la capitale Sana’a e il nord del paese della penisola araba, hanno arrestato 15 operatori di organizzazioni umanitarie. Fra questi ci sono 9 dipendenti dell’ONU, 3 del National Democratic Institute, un’organizzazione finanziata dagli Stati Uniti, e 3 di un’organizzazione locale. Funzionari di paesi vicini hanno confermato ad Associated Press gli arresti dei dipendenti dell’ONU: hanno detto che uno di loro era un collaboratore dell’Inviato speciale dell’ONU in Yemen, mentre gli altri si occupavano di diritti umani e di programmi umanitari. Sarebbe stata arrestata anche la moglie di uno di loro.
Le motivazioni degli arresti non sono chiare. Un’organizzazione umanitaria yemenita ha criticato gli arresti, dicendo che violano le protezioni speciali di cui godono i dipendenti dell’ONU secondo le leggi internazionali, e che l’obiettivo sarebbe «ottenere vantaggi economici e politici».
Gli Houthi combattono da dieci anni una guerra civile contro il governo yemenita riconosciuto dalla comunità internazionale: controllano da tempo la capitale e le aree del nordovest del paese, le più popolate. Gli arresti potrebbero essere stati fatti per ottenere benefici economici: secondo Associated Press, gli Houthi stanno affrontando difficoltà economiche, legate anche alle sanzioni internazionali contro di loro. Negli ultimi mesi inoltre il loro territorio è stato colpito da una serie di bombardamenti britannici e statunitensi, organizzati per rispondere a una serie di attacchi degli Houthi contro le navi commerciali che passano fra l’oceano Indiano e il mar Rosso.
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