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  • Venerdì 7 giugno 2024

Chi era Vlad l’Impalatore, e cosa c’entra con la politica romena

Fu il governatore medievale che ispirò il personaggio del conte Dracula: ora è diventato la figura di riferimento del partito di estrema destra Alleanza per l'unione dei romeni, insieme a Donald Trump

Un busto di Vlad III davanti a quella che per alcuni studiosi potrebbe essere la sua tomba, nel complesso monumentale di Santa Maria la Nova a Napoli (ANSA/ CIRO FUSCO)
Un busto di Vlad III davanti a quella che per alcuni studiosi potrebbe essere la sua tomba, nel complesso monumentale di Santa Maria la Nova a Napoli (ANSA/ CIRO FUSCO)
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Nella campagna elettorale per le elezioni europee in Romania si è parlato spesso di un personaggio storico molto noto nel paese: Vlad III di Valacchia, meglio conosciuto come Vlad l’Impalatore e considerato l’ispirazione per il personaggio del conte Dracula, vampiro protagonista dell’omonimo romanzo dell’Ottocento dello scrittore irlandese Bram Stoker. Da qualche anno Vlad l’Impalatore è diventato il simbolo del principale partito di estrema destra romeno, Alleanza per l’unione dei romeni (AUR), che al momento è terzo nei sondaggi con il 17 per cento dei consensi.

Vlad III è esistito realmente: fu un nobile e condottiero romeno che nel XV secolo governò tre volte la Valacchia, un principato storico che ora fa parte della Romania. Suo padre si chiamava Vlad II Dracul, e quindi il suo patronimico era proprio Dracula, da “figlio di Dracul”.

È ricordato come un uomo estremamente crudele e il suo soprannome, Vlad l’Impalatore, deriva dalla sua abitudine di impalare i nemici su pali piantati nel terreno e lasciarli lì a morire, una pratica che utilizzava anche in battaglia: si racconta che nel 1462 impalò migliaia di soldati nemici dopo una battaglia contro le truppe dell’Impero Ottomano.

Copia di un ritratto di Vlad III realizzata intorno al 1560 (Wikimedia Commons)

Da circa un secolo però la sua figura è stata rivalutata da alcuni storici romeni e oggi Vlad III è visto da una buona parte della popolazione come un eroe nazionale. Molti ricordano che per gran parte della sua vita, fino a morire in battaglia, Vlad III si batté per l’autonomia della Valacchia dall’Impero Ottomano. Dopo l’assassinio di suo padre (che a sua volta fu principe della Valacchia) nel 1447, la regione fu contesa fra Vlad l’Impalatore e una fazione di forze sostenute dall’Impero Ottomano, di cui faceva parte anche suo fratello minore. Negli anni in cui fu principe della Valacchia, a intermittenza dal 1448 al 1476 per via delle continue battaglie per il potere, Vlad III si rifiutò di pagare i tributi dovuti al sultano ottomano e fu ucciso in una delle battaglie per il potere sul principato.

L’Alleanza per l’unione dei romeni, un partito fondato nel 2019, ha approfittato del ritrovato legame con l’orgoglio nazionale per fare di Vlad l’Impalatore uno dei propri simboli. È un partito ultranazionalista, euroscettico, profondamente contrario all’immigrazione e unionista, cioè favorevole all’unificazione della Romania e della Moldavia. Negli ultimi anni il partito ha preso posizioni molto controverse: durante la pandemia di Covid-19, per esempio, AUR si distinse come il principale partito no-vax nel paese e nel 2022 si oppose all’insegnamento obbligatorio dell’Olocausto e dell’educazione sessuale nelle scuole, definendole entrambe in un comunicato stampa come «questioni minori» il cui insegnamento avrebbe «minato la qualità dell’istruzione in Romania». Ultimamente però sta cercando di moderare le sue posizioni, anche per attrarre una fetta più ampia dell’elettorato.

Il suo fondatore e presidente George Simion si ispira dichiaratamente a Vlad l’Impalatore, in modi che possono anche risultare grotteschi. Durante un recente comizio a Mateiaș, nel centro del paese e luogo di una battaglia vinta dall’esercito romeno durante la Prima guerra mondiale, Simion ha cercato di ritrarre se stesso come un patriota facendo parallelismi con Vlad l’Impalatore: mentre parlava, un’immagine del condottiero medievale veniva trasmessa sui grandi schermi alle sue spalle, con la scritta “protettore della patria romena”. In un altro comizio un attore vestito da Vlad l’Impalatore è salito sul palco con Simion impugnando una spada di plastica.

George Simion durante una protesta nel 2021 (AP Photo/Vadim Ghirda)

Simion si ispira anche all’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump, al punto da utilizzare spesso lo slogan «rendiamo la Romania di nuovo grande», coniato dal celebre motto “Make America Great Again”, usato da Trump nella campagna elettorale per le elezioni presidenziali del 2016 e il cui acronimo “MAGA” è oggi usato per riferirsi ai sostenitori di Trump. Simion sostiene anche che Trump sarebbe l’unico potenziale leader in grado di fermare la guerra in Ucraina causata dall’invasione della Russia, che AUR ufficialmente condanna, pur esprimendo vari dubbi sull’invio di aiuti militari in Ucraina.

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