Il Sudafrica proverà a formare un governo di unità nazionale
Alle ultime elezioni il partito che fu di Nelson Mandela ha perso la maggioranza assoluta, e non è detto che riuscirà ad accordarsi con gli altri
Il presidente del Sudafrica Cyril Ramaphosa ha dichiarato che il suo partito, l’African National Congress (ANC), cercherà di formare un governo di unità nazionale con i partiti di opposizione.
La decisione era attesa per via dei risultati delle elezioni parlamentari della scorsa settimana, in cui l’ANC è andato molto male rispetto al passato, fermandosi a meno del 50 per cento dei voti per la prima volta da quando in Sudafrica si tengono elezioni libere. È una notizia molto rilevante perché dal 1994, cioè dalle prime elezioni democratiche nel paese dopo la fine dell’apartheid, l’ANC – che è il partito che fu di Nelson Mandela – aveva sempre governato da solo.
L’ANC ha ottenuto circa il 40 per cento dei voti e ha 159 seggi, 42 meno di quelli necessari per avere la maggioranza in parlamento, che è composto da 400 seggi ed elegge il presidente del paese. Alle elezioni del 2019 l’ANC vinse con il 57,5 per cento dei voti, in calo costante dopo il 2004, quando aveva ottenuto il suo risultato migliore (76 per cento). Che il partito perdesse la maggioranza assoluta era un risultato previsto, a causa del malcontento della popolazione sudafricana che negli ultimi anni era molto aumentato anche per via delle grosse difficoltà che l’ANC aveva avuto su vari temi: dalla gestione della criminalità agli scandali di corruzione, dall’economia alla fornitura dei servizi di base ai cittadini.
Il secondo partito più votato alle elezioni è stato Alleanza Democratica (AD), che è di ispirazione liberista, è sostenuto soprattutto dalla minoranza dei bianchi e ha ottenuto il 21,8 per cento, un risultato in linea con le ultime due elezioni. Il terzo partito, con il 14,6 per cento, è stato invece uMkhonto weSizwe (“lancia della nazione”, abbreviato in MK), il partito personale dell’82enne ex presidente del Sudafrica Jacob Zuma, espulso a gennaio proprio dall’ANC, da cui comunque si era allontanato accusandolo di essersi spostato troppo al centro durante il mandato dell’attuale presidente Cyril Ramaphosa.
Ramaphosa, che ha 71 anni ed è presidente del Sudafrica dal 2018, ha proposto a tutti i partiti di opposizione di entrare a far parte del governo di unità nazionale, promettendo loro rappresentanza e ministri nel nuovo esecutivo.
L’obiettivo di Ramaphosa è ovviamente essere eletto nuovamente presidente, concedendo in cambio ruoli importanti come quello di vicepresidente a esponenti dei partiti di opposizione. Al momento però non è affatto detto che la sua proposta porterà a qualche risultato: diversi politici di opposizione nei giorni scorsi avevano già escluso la possibilità di governare con l’ANC. I leader di AD, per esempio, avevano parlato dell’ipotesi di formare un governo con ANC e MK come di «una coalizione dell’Apocalisse». Esponenti di MK hanno a loro volta detto di aver iniziato colloqui con l’ANC, che proseguiranno nei prossimi giorni.
I partiti sudafricani devono trovare un accordo di governo entro 14 giorni dall’annuncio dei risultati: la data limite in questo caso è il 16 giugno, quando il parlamento con i nuovi deputati eletti dovrà riunirsi per la prima volta e votare il presidente. Se non ci riuscirà entro 30 giorni dovranno essere indette nuove elezioni.