La Fiorentina ci ha ripensato sulla ristrutturazione dello stadio Franchi

Solo un mese fa la società aveva firmato una convenzione con il comune per far partire i lavori sullo storico impianto di Firenze

Lo stadio Artemio Franchi di Firenze. (Foto Gabriele Maltinti/Getty Images)
Lo stadio Artemio Franchi di Firenze. (Foto Gabriele Maltinti/Getty Images)
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Mercoledì la Fiorentina ha inviato una lettera di diffida al comune di Firenze per chiedere la sospensione dei lavori allo stadio Franchi, lo storico impianto dove gioca la squadra di calcio maschile della città e che da tempo necessita di interventi di ristrutturazione. Il direttore generale della società Alessandro Ferrari lo aveva già annunciato in conferenza stampa qualche giorno fa, e nella lettera ha ribadito l’intenzione di presentare un ricorso al TAR, il tribunale amministrativo regionale, nel caso in cui il comune non fermasse il cantiere. La decisione, spiega la società, dipende dall’incertezza sulle fonti di finanziamento degli interventi di riqualificazione, e di conseguenza anche sui tempi di realizzazione.

A Firenze si parla da anni di un progetto per rinnovare il Franchi, di proprietà del comune e dato in concessione alla Fiorentina: inizialmente la società aveva manifestato l’intenzione di abbattere lo stadio per costruirne uno nuovo, ma l’ipotesi venne scartata perché il Franchi è vincolato dalla Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per ragioni di interesse architettonico. La società aveva cercato una soluzione per costruire un altro stadio fuori da Firenze, ma non aveva mai trovato una collocazione valida. Era stato valutato, per esempio, di giocare a Empoli, ipotesi poi scartata a causa della storica rivalità tra le due squadre.

Alla fine si era deciso per una via di mezzo: ristrutturare il Franchi approfittando di un finanziamento garantito dallo Stato con fondi legati al PNRR, il piano di investimenti dell’Unione Europea per aiutare i paesi membri a uscire dalla crisi causata dalla pandemia. Per realizzare tutti i lavori necessari, però, serviranno anche altri soldi, ma non è chiaro chi li metterà. Dovrebbero arrivare sempre dal governo, anche perché lo stadio dovrebbe essere uno di quelli che ospiteranno le partite degli Europei del 2032, che si giocheranno tra Italia e Turchia.

Per come erano andare le cose negli ultimi mesi, la posizione della Fiorentina ha colto di sorpresa il comune: lo scorso aprile la società aveva firmato la convenzione con l’amministrazione che prevedeva l’inizio dei lavori permettendole comunque di giocare le partite nella stagione 2024-2025. Nella convenzione firmata dalla società e dal comune erano stati indicati tutti i passaggi per la ristrutturazione: «La Fiorentina è sotto pressione in questo momento, ma abbiamo sempre dato risposte alla società. La società aveva fatto la richiesta di giocare al Franchi anche durante i lavori e abbiamo risolto anche questo problema», ha detto il sindaco di Firenze Dario Nardella, del Partito Democratico, in un’intervista a RadioBruno. «Non possiamo permetterci di lasciare lo stadio Franchi in queste condizioni», ha aggiunto.

Il timore ora è che il ricorso e l’eventuale contro-ricorso del comune al Consiglio di Stato possano prolungare i lavori, che dovrebbero essere conclusi entro la fine del 2026: è una scadenza piuttosto rigida perché i fondi, 151 milioni di euro, arrivano dal Piano nazionale complementare (PNC), un fondo pagato dallo Stato per realizzare progetti integrativi rispetto a quelli del PNRR, e che come il PNRR ha termini da rispettare inderogabilmente se non si vogliono perdere i soldi.

Il problema dei fondi mancanti (una delle ragioni per cui la Fiorentina minaccia di fare ricorso al TAR), tuttavia non è nuovo. Già un mese fa il presidente della società Rocco Commisso aveva detto di averne discusso in diversi incontri con Nardella e con il ministro dello Sport Andrea Abodi: «La preoccupazione sul futuro dello stadio è emersa in ogni incontro, per completare il progetto di rinnovamento mancano ancora almeno 100 milioni di euro». Secondo Commisso, «l’avvio dei lavori di riqualificazione disposta dal comune pur in assenza della totale copertura degli investimenti reca un significativo danno finanziario e gestionale alla Fiorentina, ai tifosi e all’intera comunità che segue i nostri colori».

La convenzione è stata firmata poco più di un mese fa (anche perché per potersi iscrivere al campionato di serie A la Fiorentina doveva indicare entro maggio uno stadio di riferimento), ma la lettera di diffida e l’annuncio del ricorso al TAR sono arrivati pochi giorni prima delle elezioni comunali. La società ha detto che avrebbe «fatto la stessa mossa anche se ci fosse stato un altro partito al governo cittadino». La vicenda, tuttavia, è stata sfruttata anche politicamente: la candidata di Italia Viva Stefania Saccardi e quello di destra Eike Schmidt hanno sostenuto le rivendicazioni della Fiorentina.

Nel frattempo il cantiere è già iniziato, anche perché l’accordo prevedeva che i lavori fossero più intensi in estate: giovedì allo stadio sono arrivate le pinze demolitrici per abbattere il parterre della curva Fiesole, poi si passerà ad altre zone dello stadio. Alcuni lavori sono già stati fatti, come l’abbattimento del tabellone segnapunti e la ristrutturazione della curva Ferrovia.