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  • Venerdì 7 giugno 2024

Hollywood si sta accorgendo della scrittrice Ottessa Moshfegh

Mentre è al cinema il primo film tratto da un suo romanzo altri tre sono in fase di lavorazione: compreso “Il mio anno di riposo e oblio”, che sarà diretto da Yorgos Lanthimos

Ottessa Moshfegh nel 2022. (Theo Wargo/Getty Images)
Ottessa Moshfegh nel 2022. (Theo Wargo/Getty Images)
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È al cinema in questi giorni Eileen, film di William Oldroyd con Thomasin McKenzie e Anne Hathaway, tratto dal primo romanzo (omonimo) della scrittrice statunitense Ottessa Moshfegh, pubblicato nel 2015. Lei stessa lo ha adattato insieme al marito Luke Goebel. È la seconda sceneggiatura scritta da Moshfegh e il primo adattamento di un suo romanzo, ma le caratteristiche delle sue protagoniste – per cui si usa spesso l’espressione “unlikeable female characters”, “personaggi femminili sgradevoli” – e la crescente notorietà della scrittrice la stanno facendo notare dalle produzioni cinematografiche. Al momento, altri tre dei suoi libri sono stati opzionati per diventare film, anche se sono a stadi diversi di lavorazione e non è sicuro che poi tutti si faranno.

Eileen è un buon esempio di ciò che il cinema americano può trovare di interessante nelle storie di Moshfegh, che ha 43 anni e ha ottenuto un gran successo di pubblico e critica a partire dal 2018, quando uscì il suo romanzo più famoso, Il mio anno di riposo e oblio, pubblicato in Italia da Feltrinelli. Il film è un thriller e la trama ruota attorno al personaggio del titolo, una ragazza di diciassette anni (nel romanzo ne ha 24) di un piccolo paese della provincia americana negli anni ’60, la cui vita è stravolta dall’arrivo di una psicologa di città nel carcere in cui lei lavora come amministrativa.

Con questa donna molto moderna, libera e anticonformista Eileen stringe un legame, anche sentimentale, riconoscendo un’affinità e un’ammirazione. Le due sono poi coinvolte in eventi che ribaltano la vita anonima, frustrata e ingabbiata di Eileen («ero sempre molto infelice e arrabbiata», dice nelle prime pagine del romanzo), e raccontano la forza e la fatica che serviva a una ragazza degli anni Sessanta per emanciparsi dalla violenza quotidiana del suo mondo. Molto del film è il racconto di come questa ragazza non sia considerata da nessuno, dal padre, dai colleghi e inevitabilmente da se stessa.

Moshfegh non si è limitata a concedere i diritti per un adattamento, come è prassi, ma dopo una prima esperienza insoddisfacente con una produzione che aveva comprato il diritto per farne un film, traendone una sceneggiatura che non le era piaciuta, ha deciso di lavorare in prima persona all’adattamento, insieme al marito.

I due hanno anche cambiato un punto chiave del racconto, cosa ancora meno rituale. La scena che costituisce una forte svolta nell’intreccio, e che segna un cambio di genere per la storia, si svolge come accade nel romanzo, ma la protagonista ha un ruolo molto più attivo nel determinare il proprio destino. Se quindi nel romanzo il caso gioca un ruolo importante, quasi dieci anni dopo, per il film, Moshfegh ha deciso di trasformare la storia in quella di una ragazza che prende il comando della sua vita.

Un’altra differenza rispetto al romanzo riscontrata da alcune persone che hanno visto il film è che Eileen appare come un personaggio meno sgradevole. È stato ipotizzato che Moshfegh si fosse risentita per come era stata letta nel romanzo, ma lei ha detto che la differenza tra film e libro è che nel secondo Eileen è “vista” dalla mente dei lettori e risente dei loro giudizi.

Grazie a questo film non devo più difendere Eileen dai suoi critici, non devo più spiegare per l’ennesima volta che anche le donne possono essere immorali ed egoiste, che possiamo avere sentimenti contraddittori, essere brutali e assetate di potere tanto quanto possiamo essere sensibili, graziose divertenti e nobili.

Questa è la seconda sceneggiatura che firmano Moshfegh e Goebel; erano infatti già stati coinvolti nel film del 2022 Causeway, in cui Jennifer Lawrence è una soldata che stringe un legame con un meccanico mentre sono entrambi in riabilitazione da un trauma cranico. In quel caso si era trattato di aggiustare e sistemare un copione originale scritto da un’altra persona (Elizabeth Sanders). Una pratica molto diffusa a Hollywood, dove spesso qualcuno fa la prima stesura e qualcun altro viene chiamato dai produttori ad aggiustare, sistemare, limare o migliorare parti del copione, se non proprio a rivederlo tutto.

Eileen è quindi il primo film che mostra che tipo di storie e di personaggi interessano a Moshfegh. Lo si vede sia nella protagonista, una ragazza repressa, bloccata, che vive una realtà difficile e in cerca di una liberazione, sia in Rebecca, la psicologa interpretata da Anne Hathaway. Come ha spiegato la stessa Moshfegh, il nome e il personaggio sono ispirati alla Rebecca del romanzo omonimo di Daphne du Maurier poi diventato il film di Hitchcock Rebecca, la prima moglie: «Una donna morta e che non si vede mai il cui semplice nome intimidisce e controlla la psiche della protagonista». Non a caso tutto Eileen (il film) ha un moderato tono da film di Hitchcock e molti hanno paragonato il biondo dei capelli di Hathaway nel film a quello delle protagoniste del grande regista inglese.

Le storie e i personaggi femminili come quelli di Moshefgh sono raccontati raramente dal cinema americano con un buon grado di complessità. Per fare un esempio, nella trama le due protagoniste e la madre di un carcerato sono a un certo punto al centro di una scena di rivelazioni, violenza, follia e liberazione. Il regista del film, in un’intervista per l’Academy, ha spiegato di aver compreso solo leggendo la sceneggiatura quanto quella scena, proprio per il fatto di avere al centro tre donne, gli sembrasse completamente nuova e mai vista in un film (mentre è più frequente che accada nei romanzi).

Qualche mese fa è uscita la notizia che il regista greco Yorgos Lanthimos è stato incaricato da LuckyChap, la società di produzione di Margot Robbie, di lavorare all’adattamento di Il mio anno di riposo e oblio (non è chiaro se ci lavorerà prima o dopo Bugonia, un altro suo film che è stato annunciato). Secondo gli ultimi aggiornamenti, il film è in fase di lavorazione con la stessa autrice a scrivere la sceneggiatura insieme a Lanthimos, mentre non è chiaro ancora se la protagonista sarà interpretata, come spesso avviene nei film di Lanthimos, da Emma Stone.

La storia di Il mio anno di riposo e oblio è ambientata nel 2000 e parla di una giovane donna che in seguito a un lutto sceglie passare la gran parte del suo tempo dormendo grazie all’abuso di sonniferi, per questo vive in uno stato alterato e fa cose che gli altri ritengono sconvenienti, senza praticamente lasciare il letto. È una dinamica frequente nelle storie di Moshfegh, in cui spesso l’essere diversa dagli altri è manifestato da comportamenti ossessivi contrari alla morale vigente. Eileen, per esempio, si masturba guardando le coppie fare sesso in auto.

Oltre a questo, due sue altre opere sono state opzionate per farne un film. McGlue, un racconto breve del 2014 di recente pubblicato anche in italiano e ambientato su una nave nel 1851, è in fase di sviluppo da parte di Andrew Haigh, regista recentemente molto celebrato per il film Estranei. All’adattamento del romanzo La morte in mano, una specie di giallo con una narratrice poco affidabile, sta invece lavorando David Lowery, già regista di Storia di un fantasma.

Un’opzione è un tipo di accordo che non vincola le parti a fare effettivamente il film, né a farlo con i nomi inizialmente coinvolti. Non è raro infatti che dei registi inizino a lavorare su un film, magari ne scrivano anche una sceneggiatura, ma poi non si vada avanti, o che poi, qualche anno dopo, la produzione riprenda ma con tutta un’altra squadra.