Il molo temporaneo costruito dagli Stati Uniti davanti alla Striscia di Gaza è stato ricollegato

Due camion bianchi carichi di scatole di aiuti umanitari transitano su un modo stretto e molto vicino all'acqua
Camion dell'esercito statunitense contenenti aiuti umanitari transitano sul molo temporaneo il 17 maggio 2024, prima che questo venisse scollegato dalla spiaggia (Staff Sgt. Malcolm Cohens-Ashley/U.S. Army via AP)

Venerdì il molo temporaneo costruito dall’esercito statunitense davanti alla costa della Striscia di Gaza e che serve per far arrivare aiuti umanitari nell’area è stato ricollegato alla spiaggia: si era scollegato a fine maggio a causa di forti mareggiate e da allora era stato inutilizzabile. Il viceammiraglio statunitense Brad Cooper, dello United States Central Command, il centro di comando delle operazioni dell’esercito statunitense in Medio Oriente, ha detto di aspettarsi che gli aiuti riprenderanno ad arrivare «nei prossimi giorni».

Il molo era stato operativo solo per una settimana prima di scollegarsi dalla spiaggia, e la consegna degli aiuti era stata comunque limitata a causa delle complicazioni logistiche e della grave situazione umanitaria nella Striscia di Gaza. Nelle ultime due settimane l’esercito ha provveduto a riparare la lunga passerella che collega il molo alla spiaggia, che era stata danneggiata dal mare e dal forte vento. Il viceammiraglio Cooper ha detto che l’obiettivo dell’esercito è quello di arrivare a far entrare nella Striscia di Gaza 450mila chili di cibo e altri rifornimenti ogni due giorni attraverso il molo. Nella città di Rafah e nelle aree circostanti dove al momento è in corso un’offensiva dell’esercito israeliano ci sono più di un milione di civili che sono rifugiati in condizioni estremamente critiche.

Il molo (il cui nome ufficiale è JLOTS: Joint Logistics Over-the-Shore, che si può tradurre con “logistica coordinata sulla costa”) è costato 320 milioni di dollari (quasi 300 milioni di euro) ed è composto da due parti: una grande piattaforma galleggiante e il molo vero e proprio, che è collegato direttamente alla costa con una lunga passerella, quella che è stata aggiustata venerdì, fatta in modo che i camion possano transitarci sopra. Nella settimana in cui il molo è stato operativo gli aiuti umanitari arrivavano da Cipro tramite grandi navi da carico, che attraccavano alla piattaforma galleggiante al largo. Gli aiuti venivano scaricati sulla piattaforma e caricati su navi militari più piccole, che li trasportavano al molo ancorato alla costa. Da lì, venivano infine caricati su camion e consegnati alla missione del Programma alimentare mondiale dell’ONU, che si occupava della loro distribuzione.

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