In Belgio l’estrema destra e l’estrema sinistra possono fare il colpaccio
Domenica si vota per molti parlamenti (europeo, federale, regionali): ci sono due partiti che stanno sfruttando la crisi delle forze più tradizionali e che potrebbero ottenere i loro risultati migliori di sempre
Domenica 9 giugno in Belgio si vota per eleggere il Parlamento Europeo, il parlamento federale e i parlamenti delle tre regioni autonome che compongono il paese: le Fiandre, la parte settentrionale del paese, più popolata, dove si parla fiammingo (un insieme di dialetti del nederlandese); la Vallonia, la regione prevalentemente francofona a sud; e la regione di Bruxelles (che coincide con l’area della capitale). I sondaggi confermano una tendenza che si vede ormai da anni, cioè una perdita di consensi dei partiti storici di centrosinistra e centrodestra e il rafforzamento di due forze politiche anti-sistema di orientamento opposto: l’estrema destra di Interesse Fiammingo (Vlaams Belang, VB) e la sinistra radicale del Partito del Lavoro (PTB o PVDA, a seconda del nome in francese o nederlandese): entrambi potrebbero ottenere i loro migliori risultati di sempre.
Per via del suo assetto federale, in Belgio la politica è frammentata su base regionale e linguistica. Ci sono due parlamenti per cui competono tutti i partiti: la Camera dei rappresentanti, cioè la Camera bassa federale da 150 seggi, e il parlamento della regione di Bruxelles. L’unica forza politica con un’impostazione nazionale è il Partito del Lavoro (sinistra radicale), che però è storicamente più forte in Vallonia e nella regione di Bruxelles, e lo è meno nelle Fiandre. Gli altri partiti sono attivi o solo nelle Fiandre o solo in Vallonia: per esempio Interesse Fiammingo, fortissimo nelle Fiandre, non c’è in Vallonia, e così via.
Se più di vent’anni fa, nel 2003, il 73,4 per cento dei voti andava alle formazioni storiche (Socialisti, Liberali e Cristiano-democratici, a loro volta sdoppiati tra sigle fiamminghe e vallone), nel 2019 questa percentuale era scesa al 45% – ed è probabile che lo faccia ancora. La crescita dei partiti anti-sistema si può spiegare anche con il fatto che finora Interesse Fiammingo e Partito del Lavoro non hanno mai fatto parte di un governo, e quindi non sono mai stati costretti ad adottare politiche impopolari o scendere troppo a compromessi soffrendo conseguenti perdite di consensi da parte dei propri elettori.
In Vallonia, a lungo la regione più industrializzata del Belgio che poi si è impoverita mentre il nord ha iniziato a prosperare, governa il Partito Socialista: qui le campagne elettorali si sono concentrate spesso su temi economici, per esempio sull’innalzamento della pensione minima, una questione su cui si è concentrato molto il Partito del Lavoro. Nelle Fiandre governano invece i nazionalisti di Nuova Alleanza Fiamminga (N-VA, di destra). Interesse Fiammingo ha eroso i loro consensi con un programma securitario, che nel contesto di una crescita dei consensi dei partiti di estrema destra a livello europeo ha avuto maggiore presa dopo la serie di attentati terroristici compiuti in Belgio cominciata nel 2016.
Interesse Fiammingo ha slogan identitari come «Prima la nostra gente» (Eigen volk eerst) e punta su una linea dura contro l’immigrazione. Teorizza la secessione delle Fiandre dal Belgio, ma secondo il suo stesso leader, Tom Van Grieken, agli elettori interessa di più la proposta di “chiudere” i confini, quindi di fermare l’immigrazione. Sul piano nazionale chiede più autonomia fiscale, anche se in realtà il 70% del bilancio federale viene già assegnato alle Fiandre. Al Parlamento europeo fa parte del gruppo Identità e Democrazia insieme alla Lega e al Rassemblement National francese. Ha posizioni euroscettiche: Van Grieken sostiene che l’Unione Europea debba tornare «al suo obiettivo primario, che è la cooperazione economica, non un’unione politica».
Secondo le intenzioni di voto, Interesse Fiammingo dovrebbe ottenere la delegazione più numerosa alla Camera dei rappresentanti (il parlamento federale) e vincere anche nella sua regione, scavalcando per la prima volta N-VA e migliorando i buoni risultati del 2019.
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In Belgio il tema dell’esclusione dell’estrema destra dai governi federali (e in parte anche regionali) è dibattuto da molto tempo: è da più di trent’anni che esiste un cosiddetto “cordone sanitario” contro i partiti di estrema destra, cioè una specie di accordo informale fatto tra le altre forze politiche per escluderli dai governi. Già nel 1989 i maggiori partiti si erano impegnati a escludere Blocco Fiammingo (Vlaams Blok), la formazione di estrema destra che precedette Interesse Fiammingo e che fu sciolta nel 2004 per incitamento al razzismo e alla secessione. Tra i fondatori di Blocco Fiammingo c’erano politici collaborazionisti che durante la Seconda guerra mondiale avevano accettato l’occupazione nazista per perseguire l’indipendenza delle Fiandre.
A marzo l’attivista di destra Dries Van Langenhove – uno degli esponenti più in vista legati a Interesse Fiammingo, nelle cui liste fu eletto deputato da indipendente nel 2019 – è stato condannato a 10 mesi di reclusione (pena sospesa) e privato dei diritti civili per apologia dell’Olocausto in una serie di chat online.
Nuova Alleanza Fiamminga esprime il governo regionale delle Fiandre ma è all’opposizione a livello nazionale. Il suo leader Bart De Wever ha infine escluso un’alleanza con Interesse Fiammingo, che tra le altre cose gli impedirebbe di partecipare a un’eventuale nuova maggioranza nel Parlamento federale (quella attuale, guidata dal primo ministro liberale Alexander De Croo, è soprannominata «coalizione Vivaldi» proprio per l’eterogeneità delle sette forze che ne fanno parte).
Per il Partito del Lavoro, che al Parlamento Europeo è ospitato nel gruppo della Sinistra europea, la questione delle alleanze non si era ancora posta, anche perché fino a pochi anni fa i suoi risultati elettorali non si discostavano dall’uno per cento. Il partito è contrario all’austerità economica e tra le sue proposte più riconoscibili c’è istituire una tassa speciale per l’1% più ricco della popolazione: un prelievo del 2% sul valore dei patrimoni oltre i 5 milioni di euro e del 3% su quelli superiori ai 10 milioni. Tra le sue tre priorità ci sono anche azzerare l’IVA sui beni di prima necessità e cancellare la liquidazione che i parlamentari ricevono a fine mandato.
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Stando ai sondaggi, il Partito del Lavoro potrebbe vincere nella regione di Bruxelles e aumentare il suo numero di seggi nel parlamento federale. In Vallonia, potrebbe essere considerato un partner di coalizione dai Socialisti e dai verdi di Ecolo, attualmente al governo.
Nato a fine anni Settanta, rispetto alle simpatie per la Cina maoista delle origini il Partito del Lavoro si è spostato su quello che definisce «Socialismo 2.0», comunque di stampo marxista. Ha condannato l’invasione russa dell’Ucraina, però nel suo programma elettorale descrive la NATO (l’organizzazione militare che include buona parte dei paesi europei e occidentali) come un’«alleanza offensiva» che è «parte del problema più che della soluzione» alla guerra. Con toni non dissimili da quelli di Van Grieken, il segretario del Partito del Lavoro, Peter Mertens, parla di intercettare il voto di «chi non si sente più rappresentato» dai partiti tradizionali.
Domenica Interesse Fiammingo e Partito del Lavoro potrebbero ottenere in tutto quasi un terzo dei seggi alla Camera: uno scenario che avrebbe ripercussioni sulla formazione del prossimo governo (l’ultima volta sono serviti 16 mesi per averne uno). Tra l’altro, da quest’anno alle elezioni europee sarà consentito votare anche a sedicenni e diciassettenni, che già potevano farlo a quelle nazionali, allargando così l’elettorato di 270mila aventi diritto. Il Belgio è uno dei quattro paesi europei dove votare è obbligatorio (dal 1896): sono previste multe, poco applicate, dai 40 ai 200 euro per chi non si presenta alle urne, ma c’è ovviamente la possibilità di lasciare la scheda bianca.