Come si vota alle elezioni europee

Dove si vota, a che ora, com'è fatta la scheda elettorale, dove vanno messe le crocette e come esprimere le preferenze per un candidato o una candidata 

Alcune schede elettorali per le elezioni europee del 2019 a Rozzano, vicino a Milano (AP Photo/Antonio Calanni)
Alcune schede elettorali per le elezioni europee del 2019 a Rozzano, vicino a Milano (AP Photo/Antonio Calanni)
Caricamento player

Il prossimo 8 e 9 giugno si vota per rinnovare il Parlamento Europeo, il principale organo legislativo dell’Unione Europea. L’Italia ha diritto a una delegazione di 76 europarlamentari sui 720 totali che comporranno il Parlamento dopo le elezioni, quindi le elezioni servono a decidere la composizione di quella delegazione.

Sabato 8 giugno i seggi apriranno alle 15 e chiuderanno alle 23. Domenica 9 giugno apriranno alle 7 e chiuderanno alle 23. Bisogna portare con sé al seggio un documento d’identità, la tessera elettorale ed eventuali altri documenti necessari (per esempio l’attestazione per gli studenti fuori sede o la documentazione medica per le persone con disabilità per il voto assistito). Una volta entrati nella cabina ci si trova davanti una scheda elettorale diversa a seconda della propria circoscrizione. Qui di seguito trovate le schede di tutte le circoscrizioni:

Circoscrizione nordoccidentale (Lombardia, Liguria, Valle D’Aosta e Piemonte)

Il fac simile di una scheda elettorale, dal sito del ministero dell’Interno

Circoscrizione nordorientale (Veneto, Trentino-Alto Adige, Friuli Venezia Giulia ed Emilia-Romagna)

Il fac simile di una scheda elettorale, dal sito del ministero dell’Interno

Circoscrizione centrale (Lazio, Umbria, Marche e Toscana)

Il fac simile di una scheda elettorale, dal sito del ministero dell’Interno

Circoscrizione meridionale (Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata e Calabria)

Il fac simile di una scheda elettorale, dal sito del ministero dell’Interno

Circoscrizione insulare (Sardegna e Sicilia)

Il fac simile di una scheda elettorale, dal sito del ministero dell’Interno

I simboli tondi rappresentano le varie liste elettorali, singoli partiti o gruppi di partiti. Si vota mettendo una croce sul simbolo della lista che si vuole votare, con la matita copiativa fornita dal seggio elettorale.

Come si esprimono le preferenze
Ci si può limitare a mettere una croce sul simbolo della lista, oppure, oltre a mettere la croce sul simbolo, si possono esprimere anche preferenze sui candidati e le candidate di quella specifica lista. Si possono esprimere da una a un massimo di tre preferenze. Per farlo basta scrivere il nome e il cognome (o solo il cognome) della persona o delle persone sulle righe di fianco al simbolo.

Sulle preferenze ci sono due regole. La prima è rispettare la rappresentanza di genere: se se ne indica più di una, non si possono scrivere i nomi di sole donne o di soli uomini, ma almeno una deve essere di genere diverso dalle altre persone indicate. In caso contrario verrà considerata valida solo la prima preferenza, e verranno annullate la seconda e/o la terza. La seconda regola è che non è possibile il voto disgiunto: significa che i candidati e le candidate per cui si esprime una preferenza devono far parte della stessa lista votata. L’ordine dei candidati in lista non ha alcuna influenza sulla loro elezione: si contano solo le preferenze validamente espresse.

A questo link è possibile trovare i nomi delle persone candidate nelle varie circoscrizioni per le principali liste elettorali. Una volta espresso il voto, la scheda va ripiegata su se stessa e infilata nell’urna all’uscita dalla cabina in cui si vota. Gli studenti fuori sede che votano in una circoscrizione diversa da quella del comune di residenza dovranno inserire il voto nell’urna relativa alla circoscrizione del comune di residenza (e avranno anche ricevuto la scheda elettorale relativa a quella circoscrizione): la troveranno al seggio.

Cosa succede subito dopo
Dopo la chiusura dei seggi, alle 23, le schede verranno scrutinate e tutta la documentazione verrà inviata all’ufficio elettorale provinciale e poi all’ufficio elettorale nazionale. Verranno calcolati i voti ottenuti da ciascuna lista, e poi le preferenze ottenute dai vari candidati e candidate. Per poter ottenere dei seggi al Parlamento Europeo, le liste elettorali devono superare il 4 per cento dei voti su tutto il territorio nazionale, come previsto dalla legge elettorale italiana per le elezioni europee. I partiti che prenderanno di meno, quindi, non avranno diritto a nessun seggio nel Parlamento Europeo.

Inizierà a quel punto una fase che durerà qualche giorno, in cui si stabilirà esattamente quanti seggi spettano a ciascuna lista in ogni circoscrizione, e soprattutto chi deve occuparli. Si sa già che alcune persone, tra cui la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein, non andranno al Parlamento Europeo nel caso in cui vengano elette. In casi come questi, il seggio eventualmente vinto viene assegnato al candidato o alla candidata della stessa lista che ha preso più preferenze tra quelli non eletti.

– Leggi anche: Il Parlamento Europeo, per chi non ne sa quasi niente