È stato sospeso lo sciopero dei taxi previsto per il 5 e il 6 giugno
Lo sciopero dei taxi previsto per mercoledì 5 e giovedì 6 giugno è stato sospeso: il servizio dei taxi sarà quindi regolare. Lo sciopero era stato indetto, tra le altre cose, perché i rappresentanti delle associazioni dei tassisti non erano stati invitati dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per un confronto dopo lo sciopero dello scorso 21 maggio. Martedì il viceministro Edoardo Rixi e i tecnici del ministero hanno incontrato i rappresentanti di oltre 30 sindacati dei tassisti, e le negoziazioni hanno portato all’annullamento dello sciopero. Il ministero non ha specificato se sono state accolte le richieste dei tassisti.
Sia lo sciopero annullato sia quello del 21 maggio riguardavano la richiesta da parte dei sindacati di regolamentare le piattaforme digitali del settore, specialmente Uber, che operano nelle principali città italiane e che secondo i sindacati dei tassisti farebbero una «concorrenza sleale» al servizio taxi tradizionale. Secondo i sindacati è ingiusto che queste piattaforme possano modificare le loro tariffe di continuo in base alla domanda, all’orario e al luogo in cui operano in modo molto più libero rispetto ai taxi tradizionali.
In più, chiedono che il governo italiano renda più severe le norme che regolano il rilascio delle autorizzazioni di noleggio con conducente (Ncc), il servizio di trasporto con autista in cui sono compresi i servizi come Uber e il cui utilizzo ha già regole più severe rispetto ai taxi. Secondo i sindacati dei tassisti è diventato ormai molto comune che le persone richiedano queste autorizzazioni in luoghi dove c’è meno richiesta e dove costa meno ottenerle, per esempio nei piccoli comuni, e poi le utilizzino invece in grandi città, come Roma o Milano, dove le alternative ai taxi sono sempre più usate, specialmente nelle fasce orarie in cui i taxi non si trovano.
Da anni i sindacati di categoria si oppongono all’aumento del numero delle licenze dei taxi perché ritengono che questo possa ridurre il valore di mercato di quelle in circolazione (solitamente le licenze vengono vendute ai nuovi tassisti da altri tassisti, a costi elevati proprio per via del loro numero limitato). Questo però ha causato l’evidente mancanza di taxi nelle grandi città, dove sono più richiesti. Lo scorso autunno il governo di Giorgia Meloni aveva introdotto nuove regole, alle quali i tassisti si erano opposti, che prevedono che i comuni capoluogo, le città metropolitane e quelle sede di aeroporto possano aumentare il numero di licenze fino a un massimo del 20 per cento. Per ora tra le grandi città Milano ha presentato un nuovo bando, anche questo molto contestato, per 450 nuove licenze.
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