La Corea del Sud se l’è presa parecchio per i lanci di palloni carichi di spazzatura dal Nord
Vuole interrompere un importante accordo di pace: è il più recente segnale dei complicati rapporti fra i due paesi, che in questo periodo sono nella loro fase peggiore da diversi anni
Domenica in Corea del Sud sono stati trovati i resti di circa 700 palloni aerostatici carichi di letame e spazzatura, lanciati dalla Corea del Nord: qualche giorno prima ne erano stati lanciati altri 260. I palloni erano stati inviati in risposta ai lanci di volantini dalla Corea del Sud verso quella del Nord da parte di organizzazioni umanitarie e dissidenti nordcoreani fuggiti al Sud. Domenica sera il viceministro della Difesa nordcoreano aveva detto che i lanci sarebbero stati interrotti, avendo raggiunto il loro obiettivo di far capire alla Corea del Sud «quanto sono sgradevoli». Poco prima il governo della Corea del Sud aveva promesso di infliggere ritorsioni «intollerabili» al Nord.
Lunedì il Consiglio di sicurezza nazionale della Corea del Sud ha detto che in risposta al lancio di palloni aerostatici avrebbe presentato al governo una mozione per la sospensione completa di un importante accordo di pace firmato nel 2018 con il Nord, che prevede l’interruzione di alcune esercitazioni militari attorno al confine fra i due stati, uno dei più militarizzati e sorvegliati al mondo.
La risposta è stata particolarmente dura considerando che i palloni non hanno causato grossi danni (a parte rompere un parabrezza di un’auto atterrandoci sopra). Attaccati ai palloni c’erano sacchi contenenti vari tipi di spazzatura, tra cui bottiglie di plastica, batterie, scarpe, mozziconi di sigaretta, stracci e letame: al contrario di quanto temuto dalle autorità sudcoreane i palloni non trasportavano sostanze velenose. Per accertare che non avessero disperso materiali tossici, i luoghi in cui sono atterrati sono comunque stati isolati dalle autorità, causando qualche disagio.
Soldati sudcoreani controllano la spazzatura trasportata da un pallone aerostatico a Incheon, vicino a Seul (Im Sun-suk/Yonhap via AP)
Negli ultimi mesi la Corea del Nord ha lanciato frequentemente verso il Sud oggetti molto più pericolosi dei palloni aerostatici carichi di spazzatura: effettua regolarmente test balistici, con missili che finiscono nel mare attorno alla Corea del Sud e al vicino Giappone, e sta sviluppando da anni un programma nucleare militare, considerato illegale dalle Nazioni Unite. Occasionalmente ci sono scambi di artiglieria da una parte all’altra del confine fra i due stati: l’ultima volta era successo a gennaio, quando il Nord aveva colpito il mare attorno a un’isola del Sud, causandone l’evacuazione.
Le due Coree si dividono l’omonima penisola, in Asia orientale, dalla fine della Seconda guerra mondiale. La Corea del Nord è governata da sempre da un regime di stampo comunista estremamente repressivo, mentre la Corea del Sud è diventata una democrazia liberale fra gli anni Ottanta e Novanta dopo decenni di governi autoritari. I rapporti fra i due paesi sono estremamente ostili fin da subito dopo la loro nascita. Fra il 1950 e il 1953 combatterono la guerra di Corea, che formalmente non si è mai conclusa: venne firmato un armistizio che stabilì i confini attuali, ma tecnicamente lo stato di guerra continua tuttora, congelato da settant’anni.
I palloni aerostatici nordcoreani sono atterrati in diverse province sudcoreane adiacenti al confine con il Nord, e anche nella capitale Seul, che si trova a circa 40 chilometri dal punto più vicino del confine nordcoreano. In occasione dei lanci gli abitanti di queste zone avevano ricevuto sui propri telefoni dei messaggi con cui le autorità locali chiedevano di «astenersi dalle attività all’aperto» e di denunciare alla base militare o alla stazione di polizia più vicina qualunque «oggetto non identificato» avessero trovato.
La Corea del Nord ha detto di aver lanciato 3.500 palloni aerostatici e 15 tonnellate di rifiuti nell’ultima settimana (la Corea del Sud ha detto di averne ricevuti in realtà poco più di mille) per far capire ai sudcoreani quanto sia fastidioso ripulire la «spazzatura» che attraversa il confine, in riferimento ai volantini di propaganda contro il regime nordcoreano. I palloni lanciati dalla Corea del Sud verso il Nord oltre a volantini di propaganda contro il regime nordcoreano includono anche cibo, medicine, soldi e chiavette USB contenenti musica e serie televisive sudcoreane, vietate al Nord.
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Lunedì un gruppo di attivisti sudcoreani ha detto che avrebbe interrotto il lancio di palloni se il dittatore nordcoreano Kim Jong Un si fosse «educatamente scusato per aver coperto i sudcoreani di spazzatura», una prospettiva decisamente improbabile. Un altro gruppo, che a maggio aveva inviato una ventina di palloni al Nord, ha detto che non avrebbe interrotto i lanci. Nel 2020 una legge sudcoreana aveva vietato i lanci di palloni aerostatici verso il Nord: a settembre del 2023 la Corte costituzionale sudcoreana l’aveva annullata, ritenendo che limitasse eccessivamente la libertà di espressione. In effetti i lanci non si erano mai veramente interrotti, anche perché il ricorso presentato alla Corte costituzionale impediva di applicarla già prima della sentenza.
Nei decenni successivi fra Corea del Nord e del Sud si sono alternate fasi di avvicinamento (l’ultima è stata durante la presidenza di Moon Jae-in al Sud, predecessore dell’attuale presidente Yoon Suk-yeol) e di inasprimento delle relazioni reciproche. Attualmente i rapporti sono al punto peggiore da diversi anni: sia Kim Jong Un, succeduto al padre dopo la sua morte nel 2012, che il presidente sudcoreano Yoon, un conservatore al potere da 2022, hanno posizioni particolarmente intransigenti. Secondo alcuni esperti citati da Associated Press il lancio di palloni aerostatici sarebbe usato dal Nord per alimentare le divisioni politiche nel Sud, fra chi sostiene una linea più rigida e chi una più morbida nei confronti del regime nordcoreano.
Ora la Corea del Sud ora vorrebbe ritirarsi dall’Accordo inter-coreano del 2018, che prevede fra le altre cose la riduzione della presenza militare e l’istituzione di alcune no-fly zone, cioè aree in cui è interdetto il volo, nella Zona Demilitarizzata fra il Nord e il Sud, che nonostante il nome è uno dei luoghi più militarizzati al mondo. La Corea del Sud si era già parzialmente ritirata dall’accordo a novembre, dopo che il Nord aveva lanciato con successo nello spazio un satellite di ricognizione militare. La decisione aveva spinto anche il Nord ad annunciare il proprio ritiro, pochi giorni dopo.
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