Gli anelli di fidanzamento sono ancora importanti
Anche se i matrimoni lo sono meno rimangono per molti l'oggetto che rappresenta l'unione della coppia, anche perché sono sempre più personali
Negli ultimi anni, in Italia, molte cose sono cambiate per quanto riguarda i matrimoni: sono diminuiti, sono stati rimpiazzati dalle convivenze, celebrati spesso con meno sfarzo, messi in difficoltà dai cambiamenti sociali e dalla crisi economica. Anche gli anelli di fidanzamento – cioè quelli che tradizionalmente la donna riceve dall’uomo durante la proposta di matrimonio – sono cambiati: sia nell’estetica sia nel significato.
Come spiega Federica Frosini, direttrice responsabile di VO+, rivista specializzata nel mondo della gioielleria, «il mercato si è evoluto e per le coppie che decidono di convivere senza sposarsi l’anello di fidanzamento è diventato ancora più importante»: in assenza delle fedi è l’oggetto che rappresenta l’unione affettiva della coppia. Oggi per molte di loro l’anello di fidanzamento non deve necessariamente costare tanto ed essere il canonico solitario con diamante dal taglio brillante (cioè un anello con un unico diamante tagliato così da avere 58 faccette, nel modo che lo fa risplendere di più) e dalla caratura maggiore possibile (il carato è l’unità di misura del peso delle gemme: uno corrisponde a 0,2 grammi).
Per esempio, spiega Frosini, la personalizzazione è sempre più importante e alcuni preferiscono un altro tipo di pietra rispetto al diamante o un disegno più contemporaneo; a volte anche chi sceglie l’anello classico ne cerca una versione meno «formale e ingessata». È sempre più comune riprendere «i gioielli di famiglia che si hanno in casa e che si tramandano», perché hanno già un valore affettivo e simbolico e consentono di risparmiare sui costi; in alcuni casi sono regalati così come sono, in altri vengono rilavorati e personalizzati, per esempio facendo incidere i nomi o le date importanti per la nuova coppia, o recuperando una pietra su montatura contemporanea. Gli anelli vintage sono regalati anche da chi non ne ha già ma li compra in un negozio specializzato, perché li considera qualcosa di unico e ricercato.
Vincent Vintage Bijoux è uno dei negozi di gioielli vintage più noti a Milano, aperto dieci anni fa da Manuel Menini, che prima li collezionava per passione. Anche lui conferma che «è cambiata la visione dell’anello di fidanzamento: una volta c’erano delle regole ma ora è tutto più personale»: spesso i suoi clienti acquistano «cose che non sono nate come anelli di fidanzamento ma che diventano simboli della coppia». Una volta un ragazzo comprò da lui un semplice ed economico anello in bronzo con sopra un cagnolino e «lei era felicissima», ricorda Menini.
Chi vuole un anello più classico cerca comunque qualcosa di «più interessante, come una montatura diversa o un taglio insolito o retro», spiega, mentre una nuova tendenza è partire dal colore della pietra – il verde smeraldo, il rosso rubino, il blu zaffiro – sapendo che piace a chi riceverà l’anello. È più comune che anche gli uomini ricevano un anello di fidanzamento o qualcosa che ne svolga la funzione: Menini ha notato che le ragazze regalano spesso le spille ai fidanzati, mentre nelle coppie gay il solitario con diamante è più raro e sostituito da altri tipi di pietra. Anche Frosini conferma che gli anelli di fidanzamento per gli uomini si vendono di più e che una delle soluzioni più diffuse è quella di regalarsi anelli gemelli, cioè identici per la coppia, eterosessuale o gay che sia.
C’è anche chi si rivolge al mercato vintage perché vuole essere certo di acquistare un diamante naturale e non uno sintetico, cioè cresciuto artificialmente in laboratorio (i cosiddetti lab grown diamonds). In Italia c’è ancora una certa circospezione verso questo tipo di diamanti, che sono più accettati in altri mercati come quello statunitense. Alcuni sostengono che siano soluzioni più etiche e rispettose dell’ambiente rispetto ai diamanti naturali, ma non sono posizioni unanimemente condivise; quel che è certo è che i diamanti sintetici sono più economici di quelli naturali e che con la stessa cifra se ne possono acquistare con carature maggiori.
Che sia naturale, realizzato in laboratorio, nuovo o vintage, il diamante per gli anelli di fidanzamento è ancora molto richiesto, nonostante si tratti di una tradizione recente, nata nel Secondo dopoguerra con una campagna pubblicitaria. Prima infatti soltanto le coppie aristocratiche o molto ricche regalavano diamanti: il primo anello di fidanzamento con diamante noto fu quello che l’arciduca Massimiliano d’Austria regalò a Maria di Borgogna nel 1477, facendo nascere la moda tra le famiglie nobili. La passione per i diamanti si rafforzò nel 1852, quando il celebre diamante Koh-i-Noor (quello con la più grande caratura mai scoperto) fu tagliato e incastonato nella corona della regina Vittoria d’Inghilterra.
Le cose cambiarono nel 1947 grazie al celebre slogan pubblicitario “A Diamond is Forever”, un diamante è per sempre, ideato dalla giovane copywriter Frances Gerety per la società De Beers, che a lungo ha controllato l’intera industria dei diamanti. De Beers portò avanti con determinazione la sua strategia: negli anni Cinquanta regalava gioielli con diamanti alle attrici di Hollywood, perché influenzassero i desideri delle donne comuni (come accade oggi per le influencer sui social network) e contribuì a finanziare il film Gli uomini preferiscono le bionde, dove l’attrice Marilyn Monroe canta la canzone Diamonds are a girl’s best friend (i diamanti sono il miglior amico di una ragazza), uno dei primi esempi di branded content della storia. Così De Beers riuscì a convincere le coppie che per fidanzarsi fosse indispensabile un anello con diamante.
Recarlo è tra le aziende italiane specializzate in anelli di fidanzamento: fu fondata quasi 60 anni fa a Valenza, in provincia di Alessandria, e secondo le loro proiezioni di vendita fornisce gli anelli a circa il 10 per cento delle coppie italiane che si sposano ogni anno. Vende esclusivamente diamanti naturali e ha un’offerta trasversale, che va dalle carature più piccole a quelle più grandi, attorno ai 2-3 carati, per un costo compreso tra i 1.500 e i 25-30mila euro. Gli anelli rappresentano il 60 per cento della sua produzione, e il 50 per cento sono solitari: di questi l’80 per cento ha il classico taglio rotondo e il 20 il taglio a cuore, una novità introdotta nel 2017 e diventata la più identitaria dell’azienda.
Il taglio a cuore è molto richiesto anche sui mercati internazionali, e piace alle coppie più giovani perché è meno serioso del classico solitario. Da Recarlo spiegano che il solitario come anello di fidanzamento è ancora molto diffuso ma è cambiato, per esempio è meno aggettante e più piatto per essere portato ogni giorno con più comodità; da loro vendono bene anche nuovi modelli di anelli con diamante, dall’estetica meno tradizionale. Stando alla loro esperienza, anche se c’è un momento di difficoltà economica o di crisi del mercato, l’anello con diamante si vende ugualmente ma a carature inferiori; anzi è preferito rispetto ad altri tipi di pietra perché resta sempre un bene rifugio, cioè un investimento meno esposto a grandi e improvvise perdite di valore.