All’estrema destra israeliana il piano di Joe Biden su Gaza non piace per niente
I leader dei due partiti ultranazionalisti al governo, Bezalel Smotrich e Itamar Ben-Gvir, hanno detto che usciranno dalla coalizione se Netanyahu accetterà l'accordo
Sabato i leader dei due principali partiti di estrema destra che fanno parte della coalizione di governo in Israele, il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich e il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben-Gvir, hanno detto che si dimetteranno se il primo ministro Benjamin Netanyahu accetterà la proposta per un cessate il fuoco avanzata venerdì dal presidente statunitense Joe Biden.
I loro due partiti, rispettivamente Sionismo Religioso e Potere Ebraico, controllano 14 seggi: abbastanza da far perdere a Netanyahu la maggioranza alla Knesset, il parlamento israeliano, se decidessero di lasciare il governo. Per Netanyahu sarebbe un grosso problema: al momento non sembra ci siano altri partiti disponibili a entrare in maniera stabile nella coalizione di maggioranza. Ci sono però alcuni partiti disposti a sostenere Netanyahu a patto che accetti l’accordo proposto da Biden.
Venerdì Biden aveva presentato una nuova proposta per il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, concordata con i negoziatori e i ministri israeliani che stanno seguendo di più la guerra, invitando ad accettarla sia il gruppo radicale palestinese di Hamas sia l’intero governo israeliano. Il piano proposto si articolerebbe in tre distinte fasi: un cessate il fuoco di sei settimane in cui l’esercito israeliano si ritirerebbe dalle aree più popolate di Gaza, e il contemporaneo rilascio di tutti gli ostaggi; una «cessazione delle ostilità» permanente; e un piano di ricostruzione per Gaza. Domenica, in un’intervista al Sunday Times, Ophir Falk, che è il più importante consigliere di Netanyahu per la politica estera, ha confermato che la proposta di Biden riprende i punti principali di un piano già presentato dal gabinetto di guerra israeliano. Falk ha detto che è «un accordo che abbiamo accettato» ma che «non è un buon accordo».
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Netanyahu si è detto abbastanza contrario all’idea, ma ufficialmente non ha ancora né accettato né rifiutato la proposta: sabato mattina in un comunicato ha soltanto detto che «le condizioni di Israele per porre fine alla guerra non sono cambiate: la distruzione delle capacità militari e di governo di Hamas, la liberazione di tutti gli ostaggi e la garanzia che Gaza non rappresenti più una minaccia per Israele».
Yair Lapid, uno dei più importanti politici dell’opposizione, ha detto che se Netanyahu accetterà l’accordo lui sosterrà il governo con i 24 parlamentari del suo partito, C’è un futuro, nel caso in cui Ben-Gvir e Smotrich se ne andassero. BBC scrive di aver avuto la conferma da un importante esponente di Hamas che il gruppo accetterà l’accordo se Israele lo farà.
Ben-Gvir ha invece detto che il piano proposto da Biden e appoggiato anche dai mediatori di Egitto e Qatar, oltre che dal gabinetto di guerra israeliano, è un «accordo sconsiderato che sarebbe una vittoria per il terrorismo e un rischio per la sicurezza dello Stato di Israele». Ben-Gvir e Smotrich sono due politici molto influenti nel parlamento israeliano, con posizioni estremamente nazionaliste sulla guerra nella Striscia di Gaza e sull’occupazione in Cisgiordania.