“Enema of the State” dei Blink-182 ha 25 anni
È forse il disco pop punk più famoso di sempre, venerato e citato come fonte di ispirazione da molte band successive
Il primo giugno del 1999, venticinque anni fa, fu pubblicato Enema of the State, il terzo disco dei Blink-182, la band californiana che contribuì più di tutte a far conoscere e a far diventare mainstream il genere pop punk assieme ai Green Day. I Blink-182 erano già abbastanza famosi negli Stati Uniti, ma fu Enema of the State a renderli celebri in tutto il mondo, specialmente fra le persone più giovani. Grazie ai singoli estratti dall’album, “What’s My Age Again?”, “All the Small Things” e “Adam’s Song”, Mark Hoppus, Tom DeLonge e Travis Barker diventarono presto una delle band più venerate e influenti di quegli anni, e da chi allora aveva un’età compresa fra 12 e 25 anni.
Ancora oggi “All the Small Things” ha più di un miliardo di ascolti su Spotify – dato abbastanza inaudito, per un pezzo punk – e al momento i Blink-182 sono nel bel mezzo di un tour mondiale iniziato la scorsa primavera, che si chiuderà a fine agosto con due date consecutive a Glasgow, in Scozia.
Il successo dei Blink-182 non si deve tanto alla loro sofisticata offerta musicale, quanto in gran parte a un atteggiamento estremamente spensierato e al limite del discutibile, ben dimostrato dai loro video, dai loro concerti e dai loro testi, che parlavano tra le altre cose di skateboard, ragazze e UFO; in una maniera alternativa al pop plasticoso di quegli anni, ma comunque digeribile anche a chi non apprezzava il punk più duro.
I Blink-182 si erano formati a San Diego nel 1992. Hoppus (che suona il basso), DeLonge (la chitarra) e il batterista originale, Scott Raynor, erano grandi fan di band punk rock, in particolare dei Descendents. Cominciarono a suonare un po’ ovunque e tra il 1994 e il 1995 registrarono un primo demo chiamato Buddha e il loro primo disco, Cheshire Cat. Ottennero poi una certa visibilità grazie al Warped Tour, un famoso tour itinerante di band punk rock e affini, dove peraltro presentarono Dude Ranch, il loro secondo disco del 1997. Grazie a canzoni come “Carousel”, “M+M’s” e “Dammit” ottennero un contratto con una grossa casa di produzione statunitense, la MCA: ne uscì appunto Enema of the State, il primo disco scritto con Barker al posto di Raynor, che nel frattempo era stato allontanato per i suoi problemi di alcolismo.
Per un po’ il disco continuò a circolare solo tra chi conosceva già la band, ma le cose cambiarono soprattutto grazie al video di “What’s My Age Again?”, che fu lanciato a maggio e fece piuttosto scalpore: si vedevano i tre componenti della band correre in giro nudi in strada e infilarsi in situazioni improbabili. La canzone parlava soprattutto di tre ragazzi che non volevano crescere, e di quanto fosse ormai impossibile schivare le responsabilità imposte dall’età adulta.
Nel video compariva anche Janine Lindemulder, l’attrice porno che si vede nella copertina del disco mentre si infila un guanto, vestita da infermiera. È un’allusione al clistere citato nel titolo (in inglese enema), a sua volta un gioco di parole con la nota espressione “enemy of the State” che indica le persone giudicate un rischio per la sicurezza nazionale.
La loro vena più sfacciata e canzonatoria emerse anche nel video di “All the Small Things”, in cui prendevano in giro boyband come i Backstreet Boys e i loro stessi video, mentre quella un po’ più seria e per così dire “emo” emergeva bene in “Adam’s Song”, che parlava di salute mentale e in particolare di un ragazzo morto suicida.
Musicalmente, comunque, i Blink-182 avevano delle cose da dire: Hoppus e DeLonge si alternavano alla voce, contribuendo a dare sfumature diverse a pezzi piuttosto elementari, mentre Barker era ed è tuttora un batterista talentuosissimo, con uno stile creativo e riconoscibile. Ancora oggi viene citato spesso come uno dei batteristi di riferimento nella nuova generazione di band e artisti pop-punk ed emo-trap, come Machine Gun Kelly.
Grazie a Enema of the State nei primi anni Duemila i Blink-182 attirarono fan in tutto il mondo, suonarono nei festival più importanti e finirono nelle colonne sonore della maggior parte delle commedie ambientate nelle scuole o nei college statunitensi, su tutte la serie degli American Pie. Ispirarono e contribuirono più o meno direttamente al successo di numerose altre band del genere, tra cui Sum 41, Simple Plan, All Time Low e Fall Out Boy.
I dischi seguenti della band si fecero via via più impegnati fino a quando, nel 2005, venne comunicata «una pausa a tempo indefinito» legata a tensioni fra i componenti, che avviarono nuovi progetti (Barker e Hoppus i +44, DeLonge gli Angels & Airwaves). La band si riunì quattro anni dopo e poi incise un nuovo disco, ma senza il mordente e il riscontro di dieci anni prima.
Dal 2015 DeLonge fu sostituito dal cantante degli Alkaline Trio, Matt Skiba, che rimase con la band fino al 2021, mentre l’anno successivo fu annunciato un nuovo e atteso ritorno di DeLonge. Nel 2023 i Blink-182 hanno ricominciato a esibirsi dal vivo nella formazione con cui erano diventati famosi, vendendo tutti i biglietti disponibili in molte date, Italia compresa: quelli per il loro concerto dello scorso 6 ottobre a Bologna sono andati esauriti nel giro di pochi minuti.
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