La sicurezza del festival di Cannes è troppo intransigente?
Un po' lo è sempre stata, ma da giorni online girano i video e le denunce di celebrità strattonate dagli addetti mentre si facevano fotografare sul red carpet
Giovedì, in un’intervista data all’emittente britannica BBC, la modella e presentatrice ucraina Sawa Pontyjska ha detto di aver denunciato gli organizzatori del festival di Cannes a causa del comportamento di un’addetta alla sicurezza. Pontyjska ha raccontato di essere stata «brutalmente» strattonata mentre stava partecipando al red carpet della première di uno dei film in concorso, Marcello mio del regista francese Christophe Honoré, presentato in concorso lo scorso 21 maggio.
Sempre durante la première del 21 maggio, la stessa addetta alla sicurezza aveva avuto dei diverbi con altre attrici, come la statunitense Kelly Rowland, con cui aveva avuto un acceso litigio verbale ampiamente discusso e commentato sui social, la dominicana Massiel Taveras, che era stata interrotta mentre mostrava la coda del suo abito sul red carpet, e la sudcoreana Im Yoon-a, interrotta mentre stava posando sulle scale per scattare una foto. I video degli strattonamenti sono circolati moltissimo online nell’ultima settimana.
«Stava cercando di spingermi dentro, in modo che nessuno potesse vedere cosa mi stava facendo. Poi mi ha sbattuta fuori dalla porta sul retro», ha raccontato Pontyjska. Il video dello strattonamento, condiviso sul suo profilo TikTok, è stato visto da molti milioni di persone.
Pontyjska, che lavora per il canale di moda internazionale Fashion TV, ha definito la presa con cui è stata bloccata un «bear hug» («abbraccio d’orso», nome di una popolare mossa di wrestling), e ha detto di essere stata spaventata dall’addetta alla sicurezza, che con il suo comportamento avrebbe leso la sua reputazione e le avrebbe causato «danni psicologici». Ha annunciato anche che, per questi motivi, chiederà agli organizzatori del festival un risarcimento da 100mila euro.
In settimana si era già parlato ampiamente dello strattonamento di Kelly Rowland (molto famosa anche come cantante ed ex membro del gruppo Destiny’s Child di cui faceva parte anche Beyoncé) perché raccontando l’accaduto in un’intervista data all’agenzia stampa internazionale Associated Press aveva fatto intendere che l’addetta alla sicurezza avesse agito guidata da pregiudizi razzisti nei suoi confronti. «C’erano altre donne sul tappeto rosso che non somigliavano a me e non sono state rimproverate o allontanate. Ho tenuto la mia posizione, e lei sentiva di dover tenere la sua».
Commentando le varie lamentele, il giornalista dell’Hollywood Reporter Chris Gardner ha scritto che, anche se in questo caso hanno catalizzato più attenzione del solito, a Cannes le norme di sicurezza sono notoriamente severe e molto restrittive. Quest’anno poi per diversi motivi – legati alla guerra a Gaza, al #MeToo francese e a un annunciato sciopero dei lavoratori – non è da escludere che i criteri di sicurezza siano stati ancora più restrittivi.
Gli organizzatori del festival hanno spiegato a Gardner che, a meno che non si tratti degli attori di quella specifica première cinematografica, dei componenti della giuria o dei rappresentanti di uno degli sponsor del festival (come Chopard o L’Oréal), generalmente le persone invitate non possono fermarsi sul red carpet, cosa che invece alcune tendono a fare per farsi scattare foto. Vengono invitate a entrare nel Palais des Festivals (il teatro in cui si svolgono le proiezioni) nel modo più veloce possibile, per evitare che si crei la calca fuori dal teatro e per garantire che la proiezione cominci all’orario previsto, consentendo così di liberare la sala per quella successiva.
Più in generale, da anni il festival di Cannes viene criticato per i suoi criteri organizzativi piuttosto stringenti, che diversi addetti ai lavori considerano parte di una visione conservatrice e anacronistica. Dal 2015 per esempio Thierry Fremaux, il delegato generale del festival, ha vietato di scattare selfie sul red carpet, definendoli «una pratica ridicola, estremamente ridicola, e grottesca» e dando indicazione di impedire di scattarne agli addetti alla sicurezza. Gardner ha scritto che Fremaux ha trasformato il suo disprezzo per i selfie in «una missione personale» e che non è raro vederlo adoperarsi in prima persona per far rispettare questa regola.
Negli scorsi anni il festival aveva ricevuto molte critiche anche per via della sua scarsa attenzione alle rivendicazioni del movimento #MeToo e per le poche cose fatte per rendere maggiore e migliore la presenza delle donne nel cinema e al Festival. Fremaux è stato spesso criticato anche per la sua tendenza a perpetuare stereotipi di genere: nel 2015 per esempio, come ha ricordato sempre Gardner, diverse donne furono allontanate dal red carpet perché non indossavano scarpe con i tacchi alti.