Come ha fatto un professore di Salerno a trovare un quadro rubato mentre era in gita a Urbino
Conosceva bene l'artista, e ora grazie a lui – che si chiama Mario De Luise – il dipinto è stato restituito alla chiesa di Nocera Inferiore dove era stato preso nel 1983
Lo scorso aprile Mario De Luise, un professore di lettere di una scuola superiore della provincia di Salerno, era in gita scolastica con la sua classe a Urbino. Durante una visita alla Galleria Nazionale delle Marche, nel Palazzo Ducale, si è soffermato a osservare uno dei dipinti esposti. Il museo descriveva genericamente il dipinto come la copia di un’opera di Federico Barocci, un pittore che, tra la fine del XVI e l’inizio del XVII secolo, fu tra i massimi esponenti del manierismo e della cosiddetta arte della Controriforma. L’autore non era specificato.
Guardandolo, De Luise ha riconosciuto nel dipinto lo stile di un altro artista che aveva studiato all’università: Angelo Solimena, un pittore del Seicento originario di Serino, in provincia di Avellino, e associato alla corrente pittorica naturalista. Il dipinto era la Deposizione, un olio su tela datato 1664 che nel dicembre del 1983 fu sottratto dalla sua sede originaria, la chiesa di San Matteo di Nocera Inferiore (Salerno), e che fino a pochi giorni fa risultava disperso.
I sospetti che la copia di Barocci fosse in realtà proprio la Deposizione di Solimena crebbero ancora quando, una volta tornato a casa, De Luise verificò che il dipinto esposto a Urbino era identico a una foto della Deposizione contenuta in un suo libro su Solimena. A quel punto aveva avvisato della scoperta il direttore della Galleria Nazionale delle Marche e aveva fatto denuncia al comando dei Carabinieri per la tutela del patrimonio culturale, un reparto speciale che svolge attività di tutela del patrimonio culturale italiano, il quale aveva confermato la sua ipotesi. Infine giovedì, grazie alla segnalazione di De Luise, i Carabinieri hanno restituito il dipinto alla chiesa di Nocera Inferiore dopo più di quarant’anni. Il comandante Massimiliano Croce ha detto a RaiNews che gli agenti stanno investigando per ricostruire «tutta la filiera criminale che ha portato al furto e alla ricettazione del bene».
De Luise ha parlato della sua scoperta in un video pubblicato sui suoi social network: ha raccontato che nel Seicento per i pittori era uso comune «rifarsi a un repertorio iconografico ben consolidato», e di essersi ricordato che Solimena aveva preso spunto da «un’iconografia elaborata da Barocci» per uno dei suoi dipinti.
De Luise insegna lettere in un istituto tecnico per il turismo di Amalfi (Salerno), il Marini – Gioia. In un’intervista data al TG1, ha raccontato di essere appassionato di arte da quando era bambino, passione che poi ha sviluppato anche per motivi accademici (ha una laurea magistrale in Storia e critica d’arte).
Ha detto di essere riuscito a riconoscere il quadro grazie a quella che ha definito «un’analisi stilistica», e ha ricordato come l’opera di Solimena fosse uno degli interessi di ricerca di un suo professore dell’Università di Salerno, Mario Alberto Pavone, che nel 1980 scrisse un’opera monografica su di lui.
De Luise è in possesso di quella monografia, all’interno della quale è riprodotta la foto della Deposizione che gli ha consentito di fare il confronto. Inoltre ha trovato ulteriori conferme dei suoi sospetti quando, attraverso l’archivio del comando dei Carabinieri per la tutela del patrimonio culturale, ha visto che il quadro apparteneva a un ente privato, la Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro: «Questa cosa mi ha fatto pensare alla possibilità che potesse essere stato acquistato sul mercato».