• Mondo
  • Venerdì 31 maggio 2024

L’uomo che si candidò alla presidenza degli Stati Uniti mentre era in prigione, 104 anni fa

Fu Eugene V. Debs, che nel 1920 fece campagna elettorale mentre stava scontando una pena di dieci anni: se ne riparla dopo la condanna di Donald Trump

Una foto in bianco e nero di Eugene V. Debs che sorride di profilo e saluta
Eugene V. Debs nel 1921 (ANSA/JT Vintage/Glasshouse via ZUMA Wire)
Caricamento player

Giovedì l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump è stato giudicato colpevole di aver pagato in modo improprio un’attrice porno affinché non parlasse alla stampa di una loro relazione passata durante la campagna elettorale per le presidenziali del 2016.

La pena non è ancora stata stabilita e Trump rischia dai 16 mesi ai 4 anni di carcere, ma ciò non gli impedirebbe di candidarsi alle elezioni di novembre del 2024: Trump è il candidato del Partito Repubblicano e ha anche buone possibilità di vincere. La Costituzione statunitense non solo non impedisce a una persona condannata di candidarsi, anche quando è ancora in prigione, ma è già successo più volte. Il caso più famoso è quello del sindacalista e leader del Partito Socialista americano Eugene V. Debs.

Eugene V. Debs nacque nel 1855 e prima di arrivare a candidarsi dal carcere militò nel Partito Democratico e divenne un sindacalista dei lavoratori dei trasporti, aiutando a fondare l’Unione ferroviaria americana (ARU), il primo sindacato degli Stati Uniti che riguardava una sola categoria di lavoratori.

Nel 1894 fu tra gli organizzatori del Pullman Strike, un celebre sciopero, trasformatosi poi in boicottaggio a livello nazionale, contro la compagnia Pullman, una delle più importanti aziende degli Stati Uniti che allora produceva vagoni ferroviari e che diede poi il nome a quelli che oggi chiamiamo pullman. L’azione coinvolse più di 250mila lavoratori in 27 stati e fu interrotta mediante l’intervento dell’esercito, che prima si sostituì ai lavoratori e poi represse la protesta, portando alla morte di almeno 30 scioperanti. Nonostante la repressione violenta, il Pullman Strike è ricordato come una delle più efficaci mobilitazioni sindacaliste della storia del paese.

Come leader dell’ARU, Debs fu tra coloro che vennero perseguiti per aver ignorato un’ingiunzione del tribunale che chiedeva l’interruzione dello sciopero: venne condannato a sei mesi di carcere, durante i quali lesse molta teoria del Socialismo e divenne un convinto socialista. Uscito dal carcere lasciò il Partito Democratico e fondò nel 1898 il Partito Socialdemocratico d’America, con cui si candidò alle elezioni presidenziali nel 1900 e prese lo 0,6 per cento dei voti.

Una foto in bianco e nero in cui Eugene V. Debs fa un discorso in piedi durante una riunione di un Sindacato dei Lavoratori nel 1912. Dietro di lui uno striscione e una platea di uomini seduti che lo ascoltano.

Eugene V. Debs fa un discorso durante una riunione di un sindacato dei Lavoratori nel 1912 (AP Photo)

Nel 1901 fondò il Partito Socialista d’America, con il quale si candidò alle elezioni altre tre volte come uomo libero: nel 1904, prendendo il 3,0 per cento, nel 1908, con il 2,8 per cento, e nel 1912, raggiungendo il 6,0 per cento. Quando gli Stati Uniti presero parte alla Prima guerra mondiale Debs divenne una delle persone che più si opposero a questo coinvolgimento, facendo discorsi contro il presidente in carica Democratico Woodrow Wilson ed esortando le persone a opporsi alla leva.

Per i suoi discorsi fu arrestato e condannato nel 1918 a dieci anni di carcere sulla base del Sedition Act, una legge approvata proprio quell’anno che allargava i reati compresi nell’Espionage Act, promulgato nel 1917, includendo anche l’espressione di opinioni che mettevano in cattiva luce il governo e l’intervento militare del paese nella guerra in corso.

Dalla prigione Debs si ricandidò e fece campagna elettorale, ottenendo alle elezioni del 1920 il 3,4 per cento. Un anno dopo il neopresidente, il Repubblicano Warren G. Harding, azzerò la sua pena, senza concedergli la grazia, ma permettendogli di uscire dal carcere. Harding lo ricevette alla Casa Bianca e motivò la sua decisione dicendo che Debs era ormai un uomo anziano e che aveva ricevuto una pena così pesante solo perché era una personalità nota e carismatica, dato che al tempo molti si esprimevano nei suoi stessi termini contro la guerra. Debs morì cinque anni dopo, nel 1926, a 70 anni, per un’insufficienza cardiaca aggravata dagli anni trascorsi in prigione.

– Leggi anche: Com’è che Democratici e Repubblicani si scambiarono i ruoli

Nonostante le vite e i processi in cui sono stati coinvolti Eugene V. Debs e Donald Trump non siano paragonabili, anche Trump al momento è indagato sulla base dell’Espionage Act: in uno dei tre processi ancora in corso è accusato di aver portato via dei documenti riservati dalla Casa Bianca al termine del suo mandato e di averli tenuti nella sua villa di Mar-a-Lago, in Florida. A parte questo, le due storie sono molto diverse, incluso il fatto che Debs non aveva alcuna possibilità di essere eletto, mentre ci sono buone possibilità che Trump vinca contro l’attuale presidente degli Stati Uniti Joe Biden.

Un altro fatto curioso è che Trump non sarà l’unico candidato condannato a presentarsi alle elezioni di quest’anno: come candidato libertario ci sarà infatti Joseph Maldonado-Passage, conosciuto come Joe Exotic, ex guardiano dello zoo e protagonista della serie Netflix Tiger King. Maldonado-Passage si trova al momento in un centro medico per detenuti federali in Texas, dove sta scontando una condanna a 21 anni per una serie di reati che includono traffico e maltrattamento di animali e l’aver tentato di far uccidere la proprietaria di uno zoo rivale, Carole Baskin, che ora, tra l’altro, possiede il suo zoo. Le possibilità che venga eletto sono inesistenti.

– Leggi anche: Da Costa a Costa, il live su campagna, elezioni e politica americane