In Russia è stata nuovamente prolungata la detenzione preventiva della giornalista russo-statunitense Alsu Kurmasheva
Venerdì un tribunale russo ha prolungato fino al 5 agosto la detenzione preventiva della giornalista con doppia cittadinanza statunitense e russa Alsu Kurmasheva, arrestata nell’ottobre del 2023 con l’accusa di non essersi registrata come “agente straniero” mentre presumibilmente raccoglieva informazioni sull’esercito russo.
Quella dell’agente straniero è una formula che per la legge russa indica persone o organizzazioni che secondo il governo ricevono fondi dall’estero per svolgere attività antigovernativa, e che di fatto viene usata per reprimere la libertà di stampa e non solo. Nei mesi successivi è stata anche accusata di aver diffuso “false informazioni” sulle forze armate russe, ma l’inizio dell’eventuale processo a suo carico continua a essere rimandato. La pena massima per queste accuse è di dieci anni di reclusione.
A inizio aprile il tribunale aveva già prolungato la sua detenzione preventiva fino al 5 giugno. Kurmasheva lavora per Radio Free Europe/Radio Liberty, un’emittente radiofonica finanziata dal Congresso degli Stati Uniti, con corrispondenti in 23 paesi e specializzata sulla Russia e su altri paesi in cui la libertà dei media è fortemente limitata.
È la seconda giornalista statunitense arrestata in Russia nel 2023: a marzo era stato arrestato anche il giornalista Evan Gershkovich, del Wall Street Journal, che è detenuto da allora attraverso continui prolungamenti di detenzione preventiva. Per il processo di Gershkovich non è stata ancora fissata una data: finora si sono tenute solo delle udienze che sono servite a prolungare la sua detenzione, tutte a porte chiuse, senza l’accesso della stampa e senza che venissero diffuse prove a sostegno delle accuse a lui rivolte.