Il calciatore del Bari Nicola Bellomo è accusato di essersi fatto espellere apposta per far vincere delle scommesse

Nicola Bellomo, in primo piano, mentre gioca con il Chievo Verona, nel 2014 (ANSA/ALBERTO LANCIA)
Nicola Bellomo, in primo piano, mentre gioca con il Chievo Verona, nel 2014 (ANSA/ALBERTO LANCIA)

La procura della Federazione calcistica italiana (FIGC), l’organo d’accusa della giustizia sportiva, ha aperto un’indagine nei confronti del giocatore del Bari Nicola Bellomo. L’inchiesta nasce da una serie di scommesse anomale giocate in una ricevitoria di Bari qualche ora prima della partita di Serie B del Bari contro la Ternana, disputata il 23 maggio a Terni, che puntavano sulla sua espulsione: l’aspetto anomalo è che Bellomo è stato effettivamente espulso, nonostante non sia mai entrato in campo e sia rimasto in panchina per tutta la durata della partita, per un litigio con un raccattapalle avvenuto nel secondo tempo mentre la sua squadra stava vincendo.

Già prima della partita si sapeva che Bellomo non avrebbe giocato titolare e che era molto improbabile che entrasse in campo a partita in corso. Le espulsioni di giocatori in panchina nel calcio succedono ma sono piuttosto improbabili, e perciò una scommessa sull’espulsione di Bellomo era ben quotata e poteva garantire grosse somme. Il sospetto della procura della Federcalcio è che il giocatore si sia fatto espellere apposta per far vincere le scommesse sulla sua espulsione, vista la concomitanza di tutte queste anomalie.

L’indagine è condotta dalla giustizia sportiva, non da quella ordinaria: è un sistema di giustizia autonomo che serve a regolare l’attività di atleti, società e federazioni e a gestire le controversie. Quando si parla di giustizia sportiva si intende quindi l’insieme di norme, organi e procedimenti su cui è basato questo sistema, che ha l’obiettivo di sanzionare le infrazioni commesse nell’ambito sportivo.

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