Matteo Cozzani si è dimesso da capo di gabinetto della Regione Liguria

(ANSA/LUCA ZENNARO)
(ANSA/LUCA ZENNARO)

Matteo Cozzani si è dimesso dall’incarico di capo di gabinetto della Regione Liguria, in seguito all’inchiesta in cui è indagato per corruzione e voto di scambio, per cui è tuttora agli arresti domiciliari. L’inchiesta coinvolge soprattutto il presidente della Regione Giovanni Toti, insieme a Paolo Emilio Signorini, ex presidente dell’autorità portuale che gestisce il porto di Genova e amministratore delegato del gruppo Iren, una delle più importanti società multiservizi italiane, e l’imprenditore portuale Aldo Spinelli: anche loro sono dal 7 maggio agli arresti domiciliari.

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L’inchiesta riguarda diversi casi di corruzione che sarebbero avvenuti in vari ambiti: le campagne elettorali organizzate per sostenere la candidatura di Toti, rieletto nel 2020 alla guida d’una coalizione di centrodestra, e la gestione di pratiche di competenza dell’autorità di sistema portuale e della pubblica amministrazione regionale.

Cozzani, che in passato era stato anche sindaco di Portovenere, in provincia della Spezia, è il primo politico coinvolto nell’inchiesta a essersi dimesso. Toti per ora, nonostante le molte richieste da parte delle opposizioni, ha fatto sapere tramite il suo avvocato di non avere intenzione di dimettersi. Nel frattempo è stato fissato per il 4 giugno in Consiglio regionale un voto su una mozione di sfiducia nei suoi confronti, firmata da Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Lista Sansa e Linea Condivisa.

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