I documenti trafugati sul funzionamento di Google
La società ha confermato l'autenticità di circa 2.500 documenti riservati circolati nei giorni scorsi su uno dei più grandi segreti del Web
Google ha confermato che una serie di oltre 2.500 documenti resi pubblici nei giorni scorsi sul funzionamento del suo motore di ricerca, da sempre tenuto segreto per evitare manipolazioni, è autentica e proviene dall’azienda. La documentazione era stata diffusa lunedì da un esperto di posizionamento sui motori di ricerca (SEO), ma per circa tre giorni Google aveva rifiutato di commentare la notizia confermando o smentendo l’autenticità dei documenti. Le informazioni contenute al loro interno non sono tali da compromettere il funzionamento del motore di ricerca, ma secondo diversi esperti offrono dettagli importanti su uno dei più importanti segreti industriali del Web.
La complessa serie di algoritmi che interpretano e gestiscono la gerarchia dei link nelle pagine dei risultati di Google è segreta, un po’ come la ricetta completa della Coca-Cola. In questo modo Google ritiene che sia più difficile che alcuni gestori di siti si avvantaggino sui concorrenti, cercando di prevalere senza offrire contenuti di qualità (chi arriva più in alto nella pagina dei risultati ha maggiore visibilità e più possibilità di generare traffico).
Google modifica periodicamente i propri algoritmi, inserendo correzioni e aggiustamenti che non sempre vengono annunciati e talvolta passano inosservati. Ogni cambiamento può avere un forte impatto per chi gestisce i siti, considerato che Google è di gran lunga il motore di ricerca più utilizzato al mondo. I responsabili dei siti si avvalgono spesso dei servizi di specialisti nel SEO, il cui compito è migliorare la posizione dei loro clienti nei risultati provando a immaginare quali siano le logiche seguite dal motore di ricerca.
Per questo motivo qualsiasi notizia intorno al funzionamento di Google viene osservata con grande interesse non solo da chi si occupa di SEO, ma anche da chi ha una presenza online. Non a caso l’esistenza dei 2.500 documenti era stata annunciata nei giorni scorsi da due esperti di SEO, che avevano pubblicato alcune analisi sulle informazioni ricevute, segnalando come parte delle pratiche indicate nella documentazione fossero in contraddizione con le dichiarazioni di Google degli ultimi anni. Non è chiaro chi abbia divulgato la documentazione e i due esperti non hanno fornito molte informazioni sulle loro fonti.
I documenti sembrano infatti suggerire che per determinare le posizioni dei siti nelle pagine dei risultati sia tenuta in considerazione anche la quantità di clic su un determinato link, così come altre informazioni raccolte attraverso Chrome, il browser prodotto e gestito da Google nonché il programma più diffuso al mondo per navigare online. In precedenza i responsabili di Google avevano sostenuto in più occasioni che quei parametri non fossero impiegati per la determinazione del posizionamento.
Nella documentazione ci sono anche riferimenti a soluzioni e sistemi per favorire alcuni siti rispetto ad altri in particolari occasioni. Nel caso in cui la ricerca riguardi i risultati elettorali in un certo paese, sembra che siano previsti sistemi per fare in modo che alcuni siti informativi abbiano la precedenza su altri. Dai documenti sembra anche emergere come, nel caso dei siti di informazione online, la presenza di un certo autore possa far migliorare il posizionamento nella pagina dei risultati. Google aveva per molto tempo sostenuto che il nome dell’autore servisse solamente come indicazione aggiuntiva per i propri utenti, ma non come dato per decidere la qualità del link proposto nelle pagine del motore di ricerca.
L’analisi della documentazione è comunque ancora in corso, anche perché molti dei 2.500 documenti contengono informazioni tecniche specifiche difficili da interpretare in mancanza di un contesto più ampio. Finora non sono comunque usciti dettagli sorprendenti o decisamente in contraddizione con le poche cose comunicate apertamente da Google sul funzionamento del motore di ricerca, per esempio attraverso la propria sezione di linee guida. Non è nemmeno chiaro se la documentazione sia recente a sufficienza, né se sia usata per esercitazioni dei nuovi dipendenti oppure per scopi più specifici legati al motore di ricerca.
Pur confermando a The Verge l’autenticità della documentazione, Google non ha del resto fornito molti altri commenti sui contenuti: «Vorremmo mettere in guardia dal fare ipotesi inesatte sul motore di ricerca sulla base di informazioni fuori contesto, datate o incomplete. Abbiamo condiviso diverse informazioni su come funziona il motore di ricerca e sui fattori che vengono valutati dai nostri sistemi, lavorando al tempo stesso per preservare l’integrità dei risultati ed evitare manipolazioni».