Trascorsi e controversie del presidente dell’Olympiacos, Evangelos Marinakis
La squadra ha appena vinto la Conference League battendo in finale la Fiorentina, lui è un ricco imprenditore greco che ha fatto politica, possiede giornali ed è stato paragonato a Donald Trump e Silvio Berlusconi
Con la vittoria di mercoledì sera nella finale di Conference League contro la Fiorentina, l’Olympiacos è diventata la prima squadra di calcio greca a vincere un trofeo internazionale. La Conference League è la terza competizione europea per importanza, ma è comunque un risultato notevole, considerata la storia delle squadre greche in Europa. L’Olympiacos è una società polisportiva e nel calcio è nettamente la squadra di maggior successo in Grecia, visto che ha vinto 47 campionati (la seconda, il Panathinaikos, ne ha vinti 20). Dal 2010 il proprietario del club è l’imprenditore e armatore greco Evangelos Marinakis, uno degli uomini più ricchi della Grecia, che dal 2017 possiede anche la squadra inglese del Nottingham Forest.
Con Marinakis, l’Olympiacos ha vinto dieci degli ultimi quattordici campionati greci, mentre il Nottingham Forest (squadra storica che nel 1979 e nel 1980 vinse consecutivamente due Coppe dei Campioni, l’antenata della Champions League) è tornato in Premier League per la prima volta dopo 23 anni. I risultati sportivi sono stati sicuramente positivi e Marinakis è molto popolare soprattutto tra i tifosi dell’Olympiacos, una squadra della quale lui stesso è tifoso. Allo stesso tempo, però, è anche un personaggio abbastanza controverso, il cui nome negli anni è stato associato a diversi scandali.
La principale fonte di ricchezza di Evangelos Marinakis sono le navi. Nato nel 1967 a Creta, quando era piccolo si è trasferito con la famiglia al Pireo, il comune distante pochi chilometri da Atene dove è costruito il porto, uno dei principali in Europa e nel mondo per traffico di passeggeri e di merci. Il padre Miltiadis Marinakis possedeva una fonderia che faceva campane e soprattutto una compagnia navale, che oggi si chiama Capital Maritime & Trading Corp e che è stata ereditata e ampliata da Evangelos. Come ha scritto il sito sportivo The Athletic in un lungo articolo di racconto sul presidente dell’Olympiacos, quando nel 1999 Miltiadis morì, possedeva otto navi: oggi la compagnia ha poco meno di cento navi, che costituiscono una delle più grandi flotte di navi cargo al mondo.
Oltre alle navi, Marinakis possiede diversi media, che negli anni lo hanno aiutato a controllare la sua immagine pubblica, alla quale sembra tenere molto. È azionista di Alter Ego, che possiede il canale televisivo Mega TV, uno dei più popolari in Grecia. Possiede anche giornali, riviste e siti di news. Quando nel 2017 comprò il Nottingham Forest sembra che provò ad acquistare due giornali britannici, il Guardian e il Nottingham Post, ma alla fine non se ne fece nulla. La Gazzetta dello Sport ha definito di recente Marinakis «il Berlusconi greco», per via delle analogie tra le loro carriere e i loro interessi: il calcio, i media e anche l’impegno politico. Negli Stati Uniti è stato definito «il Trump del Pireo».
Nel 2014 infatti fu eletto consigliere comunale al Pireo, come indipendente: nonostante la carica non particolarmente rilevante, Marinakis assunse subito un grande potere in città, contribuendo a diversi progetti sociali come la costruzione di campi da gioco, mense per i poveri, il restauro delle piazze e dei principali luoghi di aggregazione. Decorò inoltre le strade con statue di eroi greci. Anche suo padre, Miltiadis Marinakis, fece politica: fu parlamentare greco con il partito conservatore di centrodestra Nuova Democrazia.
L’orientamento politico di Evangelos invece è più sfumato: gli avversari, durante le elezioni, lo accusarono di rapporti con il partito di estrema destra Alba Dorata (Marinakis smentì) e in generale la sua carriera e i suoi interessi da imprenditore lo rendono più vicino all’area del centrodestra. D’altra parte però Marinakis istituì una sorta di comitato di accoglienza per i migranti che arrivavano dalla Siria e da altri paesi mediorientali al Pireo, il principale porto di sbarco greco. «Il tatuaggio sul braccio sinistro con la scritta Sogna, ama, crea, lotta, sopravvivi, vinci è indicativo di come vuole essere visto: un uomo d’affari competitivo con un lato empatico», scrive The Athletic. Marinakis è uno che fa da sempre molta beneficenza: alcuni lo reputano un filantropo, altri solo una persona molto ricca che vuole ripulirsi l’immagine attraverso questi gesti.
L’acquisto dell’Olympiacos fu per Marinakis una questione di immagine, ma anche di tifo e familiare. Il padre fu infatti per anni azionista della polisportiva, nella quale ebbe diversi incarichi (prima nella parte della pallanuoto, poi in quella del calcio). In questi anni Evangelos Marinakis ha investito molti soldi nell’Olympiacos e poi nel Nottingham Forest, comportandosi un po’ come i presidenti-imprenditori di un’epoca ormai sostanzialmente conclusa nel calcio, che spendono molto, cercano di acquistare i migliori giocatori, cambiano tanti allenatori. Quando la squadra perde, spesso Marinakis assiste all’allenamento successivo.
Nella gestione delle squadre vuol far vedere insomma di essere molto presente: va spesso allo stadio, sia in Grecia sia in Inghilterra, e segue le partite con grande trasporto. Anche per questo, oltre che per i successi sportivi, la maggior parte dei tifosi dell’Olympiacos lo apprezza e lo sostiene. Nel 2015 violò un protocollo abbastanza consolidato andando nello stadio dei rivali cittadini del Panathinaikos per assistere alla partita (cosa vietata ai tifosi ospiti ormai da vent’anni per evitare scontri e disordini).
Un altro dei motivi per cui Evaneglos Marinakis è stato paragonato a Berlusconi è il gran numero di questioni giudiziarie che lo hanno riguardato senza che tuttavia venisse mai incriminato. Negli anni, Marinakis è stato accusato di aver combinato i risultati di alcune partite, di aver corrotto e minacciato degli arbitri e di aver partecipato a un contrabbando di eroina attraverso le sue navi.
Nel 2012 una bomba esplose nella panetteria dell’arbitro Petro Konstantineas, che aveva detto di aver rifiutato un tentativo di corromperlo per favorire l’Olympiacos in una partita: Marinakis fu accusato di aver avuto un ruolo in quell’attentato, ma non venne trovato nessun legame. L’anno prima, nel 2011, Marinakis fu denunciato dall’attaccante del Panathinaikos Djibril Cissé per calunnie, insulti e minacce, dopo una lite che i due ebbero alla fine di una partita tra Panathinaikos e Olympiacos (alla fine fu assolto). Nel 2015, prima ancora che arrivasse al processo, furono accantonate le accuse nei suoi confronti di aver contribuito a combinare dei risultati di alcune partite di seconda divisione e di Coppa di Grecia tra il 2009 e il 2010, per le quali ci fu un flusso anomalo di scommesse.
Il caso più grande al di fuori del calcio che lo riguardò fu quello relativo alla sua presunta partecipazione a un traffico di droga. Un’inchiesta intitolata The Vampire Ship sostenne che Marinakis fosse coinvolto in un gigantesco traffico internazionale di eroina e il suo nome comparì anche tra quello delle sessantotto persone sospettate dalle autorità giudiziarie greche. Anche in quel caso, però, alla fine non subì nessuna conseguenza legale. In tutte queste controversie, Marinakis si è sempre dichiarato innocente e ha accusato giudici e non precisati “nemici politici” di aver tentato di ostacolare la sua carriera.