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  • Mercoledì 29 maggio 2024

C’è ancora qualcuno che investe nelle immersioni per vedere il Titanic

L'implosione del sommergibile Titan dell'anno scorso ha rallentato molto il settore delle esplorazioni sottomarine, ma non l'ha fermato del tutto

Un sommergibile riaffiora al largo delle Seychelles, nell'oceano Indiano, il 13 marzo del 2019
Un sommergibile riaffiora al largo delle Seychelles, nell'oceano Indiano, il 13 marzo del 2019 (AP Photo/ David Keyton)
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È passato quasi un anno dal 18 giugno del 2023, il giorno in cui il Titan, un sommergibile per brevi immersioni prodotto e gestito dell’azienda statunitense OceanGate Expeditions, implose nell’oceano Atlantico settentrionale, provocando la morte di tutte e cinque le persone a bordo. Nel Titan si trovavano Stockton Rush, amministratore delegato di OceanGate, e un piccolo gruppo di esperti e turisti che avevano pagato moltissimi soldi per vedere ciò che resta del Titanic, il noto transatlantico affondato nell’aprile del 1912.

Il disastro che coinvolse il Titan divenne un caso mediatico enorme ed ebbe anche grosse ripercussioni sul settore dei sommergibili per le esplorazioni sottomarine, un mercato rivolto soprattutto a persone miliardarie, che però sembrano non essersi del tutto scoraggiate. Tra questi ci sono Larry Connor, un ricco imprenditore appassionato di esplorazioni, e Patrick Lahey, amministratore delegato dell’azienda statunitense Triton Submarines e pilota esperto di sommergibili, che ha raccontato al Wall Street Journal di star progettando un sommergibile per tornare a immergersi fino al Titanic.

Il relitto del Titanic si trova a una profondità di circa 3.800 metri, a 700 chilometri al largo della costa della provincia canadese Terranova e Labrador. I suoi resti furono scoperti nel 1985 e da allora sono stati esplorati in più occasioni, sia da robot automatici sia da sommergibili con equipaggio. La mattina del 18 giugno la nave di appoggio del Titan perse i contatti con il mezzo un’ora e 45 dopo l’inizio dell’immersione organizzata proprio in quell’area: le ricerche andarono avanti per quattro giorni, poi il ritrovamento di alcuni detriti fece concludere che il Titan fosse imploso.

Poche settimane dopo il disastro OceanGate sospese tutte le proprie attività. Ma l’incidente mise in crisi anche altre aziende che progettano, costruiscono e vendono sommergibili di questo tipo, che possono costare anche decine di milioni di dollari e oggi sono un accessorio piuttosto comune sugli yacht di lusso più grandi, così come quelle che organizzano gite e immersioni per un costo di centinaia di migliaia di dollari.

Craig Barnett, il direttore delle vendite di Triton Submarines, ha raccontato che uno degli ordini che avevano in ballo, da 4 milioni di dollari, fu subito cancellato; altri vennero rallentati dalla stessa azienda, «considerando quello che era accaduto». Nessun cliente cancellò gli ordini fatti all’olandese U-Boat Worx, che dal 2022 stava testando un nuovo modello di sommergibile da circa 650mila dollari, una cifra modesta per il settore, con l’obiettivo di ampliare il mercato. Dopo l’incidente del Titan però la domanda è molto diminuita e l’azienda ha dovuto licenziare quasi la metà dei suoi dipendenti, 40 su 85.

Alcuni detriti del Titan trasportati al porto di St. John's, in Canada, 28 giugno 202

Alcuni detriti del Titan trasportati al porto di St. John’s, in Canada, 28 giugno 2023 (REUTERS/ David Hiscock)

Lahey di Triton Submarines ha detto al Wall Street Journal che «questa tragedia ha avuto un effetto spaventoso sull’interesse del pubblico per questi mezzi». Nonostante questo però ha raccontato di star progettando un nuovo sommergibile chiamato Triton 4000/2 Abyssal Explorer, dove il 4mila è un riferimento alla profondità massima alla quale riuscirebbe a operare in sicurezza: duecento metri più in profondità rispetto al punto in cui è adagiato il relitto del Titanic.

Pochi giorni dopo il disastro del 2023, Lahey ha raccontato di aver ricevuto una telefonata da Larry Connor, un ricco imprenditore nel settore immobiliare dell’Ohio che come lui è un grande appassionato di esplorazioni. Tra le altre cose Connor è stato sulla Stazione Spaziale Internazionale e nel 2021 aveva esplorato assieme a Lahey il cosiddetto abisso Challenger (Challenger Deep), il punto più profondo rilevato finora sul pianeta, che si trova all’estremità meridionale della fossa delle Marianne, nell’oceano Pacifico occidentale, ed è a quasi 11mila metri di profondità.

Lahey ha raccontato che Connor gli aveva proposto di costruire «un sommergibile che potesse raggiungere la profondità del Titanic più volte e in maniera sicura per dimostrare al mondo che voi [di Triton] potete farlo, e che Titan era una diavoleria». Lahey e Connor vogliono immergersi fino a 3.800 metri per vedere il relitto del transatlantico proprio a bordo del Triton 4000/2, che è un veicolo pensato per due persone e che secondo Connor può essere realizzato con materiali e tecnologie che solo fino a cinque anni fa non esistevano. Sul sito dell’azienda si legge che costa 20 milioni di dollari e non è chiaro se e quando dovrebbe essere pronto.

Intorno alla sicurezza dei viaggi organizzati da OceanGate c’erano da tempo molti dubbi e il Titan non era pensato per spingersi a profondità così elevate. Diverse persone avevano fatto notare che era fatto di una fibra di carbonio e titanio, mentre di solito imbarcazioni di questo genere sono realizzate con materiali più robusti come acciaio o titanio. Inoltre OceanGate non aveva mai voluto sottoporlo a certificazione di sicurezza: un processo che negli Stati Uniti non è obbligatorio per le imbarcazioni private, ma che è altamente consigliato per evitare i moltissimi rischi che accompagnano le esplorazioni sottomarine (Connor ha fatto sapere che per la spedizione del Triton 4000/2 aspetterà la certificazione).

Un’email del 2018 vista da BBC News mostra che Rush era stato avvertito dei possibili rischi sia per la sicurezza a bordo sia per il settore anche da Rob McCallum, il fondatore dell’azienda di esplorazioni e viaggi di lusso Eyos, ma non si era comunque lasciato fermare.

Aziende come Triton e U-Boat Worx sostengono che i problemi che hanno portato al disastro del Titan, su cui le indagini sono ancora in corso, siano legati al Titan stesso, e non in generale ai sommergibili, che ritengono mezzi sicuri. Ray Dalio, un finanziere miliardario che ha una nave per l’esplorazione e la ricerca negli oceani dotata di due di questi mezzi, ha detto che «chiunque ne capisca qualcosa non avrebbe dubbi» nell’usare un sommergibile che sia regolarmente testato e certificato, al contrario di Titan.

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