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  • Mercoledì 29 maggio 2024

I 600 reperti archeologici restituiti all’Italia dagli Stati Uniti

Sono statue, monete e mosaici per un valore complessivo di 60 milioni di euro, trafugati e rivenduti da ladri e tombaroli

(Ministero della Cultura/ X)
(Ministero della Cultura/ X)
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Martedì gli Stati Uniti hanno restituito all’Italia circa 600 reperti archeologici che erano stati venduti illegalmente a musei, gallerie e collezionisti americani dopo essere stati trafugati, sia da ladri che dai cosiddetti “tombaroli”, le persone che scavano senza autorizzazione nelle tombe antiche o in altri siti archeologici per poi rivendere manufatti e oggetti di valore.

Gli oggetti sono stati recuperati dopo una lunga serie di indagini condotte dal Comando Tutela Patrimonio Culturale dei Carabinieri (TPC), varie procure italiane, la procura di New York e il dipartimento di sicurezza nazionale statunitense: ci sono statue di bronzo, mosaici, manoscritti, vasi e monete di un periodo che va dal nono secolo avanti Cristo al secondo secolo dopo Cristo, per un valore stimato totale di 60 milioni di euro.

Il TPC lavora da anni per rintracciare in tutto il mondo i reperti archeologici rubati nel corso di decenni all’Italia: nel solo 2020, per esempio, recuperò 17.503 reperti archeologici e 93 paletnologici (relativi cioè alle culture preistoriche). Per farlo, si basa soprattutto su un archivio digitale di beni artistici rubati, la “Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti”, che contiene informazioni riguardanti oltre 7 milioni di oggetti censiti, di cui 1.315.000 da recuperare.

È però molto complesso fare una stima di quanti siano i beni archeologici venduti illegalmente all’estero, sia perché il traffico di reperti archeologici è ancora molto attivo, sia perché sono tanti i musei e le case d’aste che hanno acquistato reperti di grande valore da mercanti e intermediari senza chiederne la provenienza, in modo piuttosto spregiudicato.

Il Getty Museum di Los Angeles, per esempio, è stato a lungo soprannominato “il museo dei tombaroli”, e la sua storica curatrice finì anche sotto processo in Italia per traffico di reperti rubati. Il processo si trascinò a lungo e terminò con la prescrizione dei reati contestati. Tuttora c’è una disputa giudiziaria in corso tra l’Italia e il Getty Museum per una statua di bronzo dell’antica Grecia, il “Giovane vittorioso”.

L’ambasciatore statunitense in Italia Jack Markell ha detto che gli Stati Uniti si sono impegnati a restituire gli oggetti rubati «al luogo a cui appartengono» come segno di rispetto per l’Italia e il suo patrimonio artistico-culturale. Tra i reperti più preziosi restituiti questa volta c’è una moneta d’argento del quarto secolo dopo Cristo che raffigura il dio del vino Dioniso e fu messa in vendita da un noto commerciante di monete britannico per 500mila dollari. Altri oggetti sono invece stati restituiti dal Metropolitan Museum of Art di New York, che da qualche tempo ha intrapreso nuovi sforzi per cercare di restituire gli oggetti nelle proprie collezioni quando si rende conto che sono stati acquisiti in modo illecito.

I Carabinieri hanno detto che i reperti in questione erano stati principalmente rubati da musei italiani, istituzioni religiose e case private. Gli Stati Uniti considerano “opere saccheggiate” non solo gli oggetti ottenuti attraverso scavi illeciti, ma anche quelli rubati durante semplici furti.

– Leggi anche: Chi erano questi tombaroli