L’infermiera di Piombino accusata di aver ucciso quattro pazienti è stata condannata all’ergastolo nel secondo processo d’appello

Fausta Bonino, di profilo, fuori dal tribunale, 29 maggio 2024 (ANSA/CLAUDIO GIOVANNINI)
Fausta Bonino, di profilo, fuori dal tribunale, 29 maggio 2024 (ANSA/CLAUDIO GIOVANNINI)

Fausta Bonino, l’infermiera dell’ospedale di Piombino accusata di aver ucciso diversi suoi pazienti iniettando loro un farmaco non necessario, è stata condannata all’ergastolo durante il secondo processo d’appello. Le morti in questione avvennero fra il 2014 e il 2015. L’infermiera avrebbe somministrato ai pazienti grosse dosi di eparina, un anticoagulante, che avrebbe causato loro gravi emorragie interne, uccidendoli. Bonino si è sempre dichiarata innocente e, ai tempi del suo arresto, nel 2016, erano circolati diversi dubbi sulla ricostruzione della procura. Dopo alcune settimane Bonino era stata scarcerata a causa della vaghezza delle accuse.

Bonino era inizialmente accusata di 13 morti sospette, poi ridotte a 10: durante il processo di primo grado era stata condannata all’ergastolo per omicidio plurimo volontario per quattro di esse. In quello di appello era invece stata assolta per tutte e dieci. Durante il ricorso in Cassazione venne confermata l’assoluzione per sei delle morti, ma venne anche richiesto un nuovo processo di appello per le restanti quattro, quello conclusosi mercoledì: è stata dichiarata colpevole di omicidio per tutte e quattro, e condannata all’ergastolo. Il suo avvocato ha detto che farà ricorso in Cassazione.