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  • Mercoledì 29 maggio 2024

Per gli italiani residenti nel Regno Unito sarà più complicato votare alle elezioni europee

A causa di Brexit per la prima volta dovranno necessariamente tornare in Italia, mentre la maggior parte degli stati membri ha trovato metodi alternativi e meno dispendiosi

(AP Photo/Alessandra Tarantino)
(AP Photo/Alessandra Tarantino)
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Fra il 6 e il 9 giugno 2024 nei 27 paesi dell’Unione Europea si voterà per rinnovare il Parlamento Europeo. I cittadini italiani residenti in Italia, salvo alcuni casi, potranno votare nel loro comune di residenza, mentre quelli residenti in un altro stato membro e iscritti all’Anagrafe italiani residenti all’estero (AIRE) potranno votare nel seggio elettorale più vicino a dove abitano, senza dover rientrare in Italia. Gli italiani che risiedono in paesi extraeuropei invece devono necessariamente tornare in Italia per poter esprimere il proprio voto: per la prima volta questo si applica anche agli italiani che vivono nel Regno Unito, per i quali votare è quindi diventato più complicato e dispendioso.

Alle ultime elezioni europee, quelle che si sono svolte tra il 23 e il 26 maggio del 2019, il Regno Unito era ancora un paese membro dell’Unione e quindi gli italiani residenti lì ebbero la possibilità di votare senza dover rientrare in Italia. Il Regno Unito però uscì dall’Unione il 1° febbraio 2020: da quel momento i cittadini italiani che risiedono nel paese sono equiparati a quelli che vivono in un qualsiasi paese extraeuropeo.

Tra le altre cose questo significa che non possono più votare a distanza per le elezioni europee, ma solo per quelle politiche (come infatti successe alle ultime elezioni, nel 2022): questo per via del decreto legge n. 408 del 1994 secondo cui possono votare dall’estero per l’elezione dei rappresentanti al Parlamento europeo «i soli cittadini italiani residenti in uno Stato membro dell’Unione europea iscritti all’AIRE». In questo caso inoltre è possibile scegliere di votare per i partiti e i candidati italiani, oppure per quelli del paese in cui si risiede, un principio che vale per tutti i cittadini europei residenti in altri stati europei. 

Oltre all’Italia, soltanto altri cinque paesi europei (Bulgaria, Irlanda, Slovacchia, Malta e Repubblica Ceca) non hanno creato un sistema per permettere ai propri cittadini che vivono fuori dall’Unione di votare alle elezioni europee senza dover rientrare. Questo rende molto più complicato esercitare il proprio diritto di voto, dato che tornare a casa è spesso dispendioso sia in termini di tempo che di denaro: per esempio, le agevolazioni e gli sconti per tornare a votare nel proprio comune di residenza valgono solo sul territorio nazionale e quindi non sono applicabili a viaggi in aereo o treno internazionali.

Il paese con la legislazione più restrittiva è l’Irlanda, i cui cittadini che hanno spostato la loro residenza fuori dall’Unione non possono proprio votare alle elezioni europee, neanche tornando a casa. Un caso simile è quello della Bulgaria, i cui cittadini residenti fuori dall’Unione possono votare alle elezioni europee solo se tornano a vivere in un qualsiasi stato membro almeno tre mesi prima del voto. I cittadini maltesi, cechi e slovacchi devono invece sempre tornare nel proprio paese, sia che vivano dentro o fuori l’Unione Europea (a meno che non decidano di votare per i candidati del paese europeo di residenza).

Nella maggior parte degli stati dell’Unione Europea i cittadini che vivono in un altro stato membro o in un paese extraeuropeo possono votare per i rappresentanti del proprio paese di origine senza necessariamente doverci andare, con due modalità principali: votando di persona a un seggio elettorale nel paese di residenza, che spesso si trova in un consolato, oppure per posta. Il primo metodo è in vigore in paesi come la Croazia, il Portogallo e la Polonia, mentre il secondo in Lussemburgo, in Germania e in Grecia. In alcuni paesi, come l’Ungheria, la Spagna e la Lituania, si può votare in entrambi i modi. Infine in Belgio, Paesi Bassi e Francia è permesso votare anche per procura, ossia delegando a qualcuno, di solito un famigliare, il potere di votare per te nel tuo paese d’origine. L’Estonia è l’unico stato membro in cui si può votare anche elettronicamente, oltre che in persona al consolato e per posta.