Com’è andato il Post nel 2023
In sintesi: bene, perché diventiamo sempre di più e possiamo fare più cose e meglio
“Bene”. La risposta breve è: “bene”.
Da diversi anni aggiorniamo chi si abbona e legge il Post sui suoi andamenti economici, a primavera, quando vengono chiusi i bilanci dell’anno precedente. Lo facciamo per trasparenza generale, perché ci piace condividere quello che succede al Post, e per gratitudine nei confronti degli abbonati, che sono stati protagonisti della crescita del Post in questi anni e dei suoi bilanci. Stiamo facendo questa cosa insieme, come diciamo spesso.
La prima cosa che diremo dei conti del 2023 è che per il quarto anno consecutivo il Post è un progetto giornalistico che riesce a sostenersi economicamente e a creare ricavi utili a nuovi investimenti, assunzioni e crescite: risultato che ovviamente ci conforta per quel che riguarda il Post, ma che ci sembra anche prezioso e interessante nel contesto generale delle difficoltà economiche delle aziende di informazione e dei giornali. Se quello che il Post sta facendo è utile per la conoscenza e la consapevolezza di chi lo legge (o anche per il suo piacere), questo sta venendo riconosciuto in un modo che non ha bisogno di contributi pubblici né di scendere a patti equivoci con gli inserzionisti pubblicitari.
Ed è un risultato che possiamo dire si debba nella sua gran parte alla costruzione di un rapporto di fiducia e di soddisfazione con gli abbonati, a sua volta reso possibile dal riconoscimento di una grande attenzione alla qualità del lavoro offerto. Insomma, bravi tutti.
La seconda cosa che diremo è che i margini positivi di questi anni sono stati ogni volta reinvestiti in nuovi progetti (tra quelli concretizzati più di recente: un maggiore impegno sugli eventi pubblici, il nuovo brand editoriale Altrecose, maggiori progetti di formazione per cominciare a costruire la redazione del Post del 2034, l’acquisizione del lavoro di Francesco Costa sulla politica americana) e soprattutto nel coinvolgimento di nuove persone: i dipendenti del Post sono ormai più di cinquanta, dedicati soprattutto al lavoro giornalistico ma anche a impegni diversi e altrettanto indispensabili per un’azienda di queste dimensioni e per mantenere la qualità dell’offerta e del rapporto con gli abbonati. Le capacità e l’impegno delle persone che fanno il Post restano il fattore più importante di tutto quanto, ancora oggi che tutti parliamo assai di intelligenze artificiali.
Ogni anno quindi il Post lavora di più sugli articoli, sul reporting, sui podcast, sulle newsletter, sugli eventi, sulle edizioni di carta, sulle lezioni, e tutto questo ha bisogno di investimenti che rendano soddisfacenti e apprezzate queste maggiori produzioni di giornalismo. Il risultato è che nel 2023 i costi del Post sono quindi aumentati del 46% rispetto all’anno precedente (esempio più semplice e concreto: un aumento dell’affitto per un ingrandimento della sede capace di ospitare le persone in più), con un aumento addirittura del 64% degli investimenti destinati alle persone, persone che aumentano in numero ma di cui vengono anche adeguati i compensi. Tutto questo è stato reso possibile da un aumento complessivo del 26% dei ricavi, che hanno raggiunto i 7 milioni e 484mila euro. La differenza tra i due aumenti – di costi e ricavi – spiega come mai il margine positivo si sia quindi ridotto da un milione e 676mila euro del 2022 a 931mila euro nel 2023: cerchiamo di usare i contributi degli abbonati per fare più cose, ci riusciamo, e queste cose costano.
L’aumento dei ricavi nel 2023 si deve ancora alla crescita di numero degli abbonati (grazie!): il loro peso nell’economia del Post è aumentato ulteriormente, passando dal 69,5% del totale nel 2022 al 75% nel 2023. I ricavi pubblicitari, la seconda fonte di sostenibilità, sono calati del 6% – anche per gli effetti del processo di cambio di concessionaria alla fine dell’anno, che avrà strascichi anche sull’inizio del 2024 – e costituiscono il 12% del totale. Tra le voci più piccole di ricavo prevalgono la vendita della rivista Cose spiegate bene (3%) e le sponsorizzazioni degli eventi (2%) – in entrambi i casi con un aumento di oltre il 50% rispetto all’anno prima e in entrambi i casi con margini positivi sulle due attività – mentre la quota restante è distribuita tra altre partnership, affiliazioni coi siti di e-commerce, merchandising e altre più puntuali iniziative.
Nel complesso il 2023 è stato un anno in cui si sono confermate e “normalizzate” le crescite degli anni precedenti, e in cui la maggior parte degli investimenti nuovi è stata dedicata ad adeguare i funzionamenti, i compensi e le gestioni a queste crescite, e a redistribuire più efficacemente l’aumentata mole di impegno per le persone che ci lavorano. Tutto grazie alla continuità dell’aumento di numero degli abbonati e delle abbonate: che, ricordiamolo anche in questo articolo dedicato a numeri e conti, sono non solo uno strumento per creare un buon progetto giornalistico, ma anche parte del risultato, ovvero creare un buon progetto giornalistico che sia condiviso e apprezzato da sempre più persone. Per migliorare la conoscenza delle cose c’è bisogno di tutti, e ci sono ancora tante cose preziose da fare. Grazie.
Cioè: grazie grazie.