Per ascoltare finalmente l’ultimo disco del Wu-Tang Clan basterà visitare un museo della Tasmania

Sono in pochissimi finora ad aver sentito “Once Upon a Time in Shaolin”, che il leggendario gruppo hip hop incise in un'unica copia

La custodia in cui è custodita l'unica copia fisica di Once Upon a Time in Shaolin (Wikimedia Commons)
La custodia in cui è custodita l'unica copia fisica di Once Upon a Time in Shaolin (Wikimedia Commons)
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Tra il 2006 e il 2013 il Wu-Tang Clan, uno dei gruppi hip hop più importanti e di culto della storia, registrò il proprio ultimo disco, Once Upon a Time in Shaolin, e decise di inciderlo su una sola copia fisica. L’intenzione era quella di venderla al miglior offerente, con la clausola che non fosse diffusa in pubblico fino al 2103, ovvero 88 anni dopo la vendita del disco: i produttori dell’album, i rapper Cilvaringz e RZA, spiegarono di aver fatto questa scelta come critica del ruolo assunto dalle piattaforme di streaming e dalla pirateria nell’industria musicale.

Da allora le persone che hanno potuto ascoltare Once Upon a Time in Shaolin sono pochissime: nel 2015 un gruppo ristretto di 150 critici musicali, fan e potenziali acquirenti ne ascoltò una versione ridotta di 13 minuti. Poi l’album fu acquistato per due milioni di dollari dal controverso imprenditore del settore farmaceutico Martin Shkreli, che disse subito di non avere intenzione di ascoltarlo con qualcun altro e di non essere in realtà nemmeno sicuro di volerlo fare lui stesso.

Dopo la condanna di Shkreli per frode aziendale e la sua incarcerazione, nel 2021 il dipartimento di Giustizia statunitense sequestrò il disco e lo mise nuovamente all’asta: da allora il gruppo di investitori a cui appartiene, un collettivo chiamato PleasrDAO, sta cercando un modo di farlo ascoltare a quante più persone possibili senza violare le condizioni volute dal Wu-Tang Clan. E sembra averlo trovato: dopo qualche contrattazione, infatti, ne ha prestato una copia digitale al Museum of Old and New Art di Hobart, nell’isola australiana della Tasmania, per una mostra che durerà poco meno di un anno.

I visitatori potranno prenotare un biglietto gratuito per ascoltare un mix selezionato di 30 minuti dell’album, riprodotto da una PlayStation 1. L’album originale contiene 31 tracce, ed è quindi molto più lungo di 30 minuti, ma sarà comunque la prima volta che sarà possibile per il pubblico ascoltare almeno un pezzo di Once Upon a Time in Shaolin. Secondo il critico di Rolling Stone che nel 2015 ascoltò un pezzo dell’album, è molto bello: «se i 128 minuti di Once Upon a Time in Shaolin nella sua interezza sono buoni quanto i 13 minuti che ho ascoltato io», scriveva, «potrebbe essere il migliore album del gruppo dal 1997».

Nati nel 1992 a Staten Island, New York, i Wu-Tang Clan pubblicarono il primo disco di successo – Enter the Wu-Tang (36 Chambers) – nel 1993, e si imposero subito come una delle novità più interessanti e originali dell’hip hop, inserendosi nel filone dei gruppi della East Coast. Non hanno mai venduto quanto altri celebri artisti hip hop, ma hanno comunque uno status leggendario. Non fecero moltissimi dischi, sette in tutto compreso l’ultimo, quello mai pubblicato, che contiene contributi di tutte le persone che hanno fatto parte del gruppo negli anni e anche un paio di apparizioni della cantante pop Cher.

La riproduzione nel museo di Hobart di Once Upon a Time in Shaolin sarà possibile perché, in base alle restrizioni imposte da RZA e Cilvaringz, è possibile far ascoltare l’album a un gruppo ristretto di persone, oppure nel contesto di una mostra o di un’esposizione. I 30 minuti di Once Upon a Time in Shaolin, in questo caso, saranno inclusi all’interno di una mostra intitolata “Namedropping”: tra gli altri artefatti ottenuti in prestito dal curatore del museo c’è anche il foglio originale su cui David Bowie scrisse il testo di “Starman”.